giovedì 30 dicembre 2010

Cose che non sopporto

I clienti arrabbiati già alle nove del mattino.
La maleducazione.
L’arroganza.
I saputelli.
Quelli che ti chiedono un titolo, per esempio: Un paese senza tempo e quando ti vedono scrivere al computer Paese senza tempo dicono stizziti:  “Ho detto UN paese senza tempo”.
Sì, lo so che hai detto UN paese senza tempo ma nel sistema di ricerca che usiamo l’articolo non si mette MAI.
Quelli che ti seguono in giro per la libreria mentre stai cercando il libro che ti hanno chiesto. Tu stai fermo alla postazione che poi il libro te lo porto io, se mi segui, quasi correndo, mi fai venire l’ansia.
Quelli che esordiscono dicendo: “La sua collega al piano di sopra mi ha detto che avete il libro che sto cercando.” Prima ancora di aver detto buongiorno e di aver detto il titolo del libro, quando ti vedono scrivere il titolo sul sistema di ricerca, per sapere di cosa parla, ripetono: “La sua collega ha già controllato, ha detto che c’è!”.
Posso vedere di che libro si tratta? O credi che abbia l’intera libreria stampata in testa? Poi ti seguono e se impieghi qualche secondo in più a trovare il libro ripetono ancora che la collega ha detto che il libro c’è. Se poi, per disgrazia, il libro non si trova loro ti guardano con occhi increduli perché tu, libraio bastardo che dovrebbe andare a lavorare in fabbrica, non gli vuoi dare il libro che la tua collega gentile e amabile ha detto che c’è. E anche dopo che gli hai detto che il libro non si trova che potrebbe essere una giacenza sbagliata, un furto, un libro appena venduto o abbandonato chissà dove in giro per la libreria loro non se ne vanno, rimangono a fissarti come se tu potessi far saltare fuori il libro dal niente. Poi quando gli dici che il libro glielo puoi procurare in tre quattro giorni se ne vanno dicendo: “Volevo solo dargli un’occhiata!”.
Quelli che ti fanno cercare un libro per tutta la libreria e poi fanno finta di prenderlo e lo abbandonano  al piano di sopra.
Quelli che passano alle tue spalle, scoreggiano allontanandosi in fretta e lasciando la puzza proprio vicino alla tua postazione. Così poi i clienti successivi pensano che sei stato tu!
I clienti che si avvicinano troppo, ti toccano, ti alitano in faccia.
Quelli che lo fanno pur sapendo di avere l’alitosi.
I clienti che si arrabbiano se gli dici che il settore che stanno cercando è a un altro piano.
Quelli che urlano da un piano all’altro.
Quelli che urlano al telefono.
Quelli che urlano.
Quelli che per guardare i libri ti distruggono il settore e poi lasciano tutto in disordine. Non puoi prendere un libro alla volta e poi rimetterlo al proprio posto prima di prendere il successivo?
Quelli che ti chiedono se li puoi avvertire quando arriva il libro, tu gli dici di prenotarlo e loro non vogliono. Come puoi pretendere che mi ricordi il libro che vuoi e che ti avverta? Sai quante persone vedo ogni giorno?
Quelli che iniziano le frasi con: “Ascolta!”
Le persone che non rispondono se gli dici buongiorno o buonasera ti guardano male e si allontanano in fretta.
Quelli che sorprendi a rubare e ti dicono: “Eh ma la cultura è di tutti, io non ho soldi!”
Nel caso nessuno te lo avesse mai detto ci sono luoghi in cui puoi avere libri e cultura gratis anche se per periodi limitati, si chiamano biblioteche.
Quelli che non si spostano neppure se chiedi permesso.
Quelli che cercano The key in psicologia e quando gli dici che è in new age si arrabbiano perché non capisci l’importanza del libro che cambierà le loro vite.
Quelli che tornano e vogliono i soldi indietro perché il libro “è facile smettere di fumare se sai come farlo” con loro non ha funzionato!
Quelli che ti chiedono un titolo che non esiste e quando glielo fai notare ti rispondono che è impossibile perché lo hanno visto a un’altra libreria. Poi vanno a comprare il libro e tornano per farti vedere che il libro esisteva e che sei un povero cretino. Peccato che il titolo che hanno fra le mani non ricordi neppure minimamente quello che ti hanno chiesto prima.
Quelli che ti dicono: “Ma come non sa chi sia?  Lo fanno sempre vedere in televisione!” Ah be’ allora deve proprio essere un grande scrittore.
Quelli che abbandonano in giro per la libreria, sui libri,  lattine di coca cola, sacchetti del McDonald’s, che attaccano le cicche ovunque e se gli fai notare che non sono in un porcile ti danno del maleducato.
Quelli che si fermano al settore Queer, guardano i libri e dicono: “Che schifo!” continuando a sfogliarli.
Quelli che passano davanti al settore Queer e urlano: “Ah ah ah il settore dei froci!”
Quelli che raccontano alla persona che gli sta accanto tutta la storia del libro che vorrebbe comprare.
Quelli che ti chiedono un consiglio e poi te lo contestano.
Fine prima parte.
Marino Buzzi

1 commento:

  1. Complimenti!!! mi hai fatto molto ridere...sono un accanito frequentatore di librerie....e per fortuna non mi pare di rientrare in tutte queste categorie...forse al massimo seguo il libraio quando va a cercare un libro che ho chiesto ma non lo rincorro :-)

    simone

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