lunedì 27 dicembre 2010

Il cliente frettoloso

Spesso ho davvero pochissimo tempo per parlare con i clienti.
Una cosa che ho notato in questi anni è che la gente non vuole aspettare, non importa se sei oberato di lavoro, se in fila ad attendere per chiedere libri ci sono già sei o sette clienti che sbuffano e guardano di continuo l'orologio, arriva sempre qualcuno che ti chiede:
“Scusi, posso fare solo una domanda?” e mentre sei lì, intento a cercare di decifrare la scrittura del figlio della cliente A, mentre il cliente B parla a voce alta al cellulare con un amico e il cliente C si sta innervosendo tu rispondi: “Dica signore” e lui subito “ Ce l'avete il libro di...”.
Di solito in quei momenti sorrido e rispondo che devo controllare a computer ma prima devo finire di servire il cliente A, il B e il C. Imperterrito il cliente frettoloso insiste:
“Ah ma se mi dice dove lo trovo lo prendo io.”
Semplice se è uno scrittore o una scrittrice noto/a ma se si tratta di uno scrittore sudcoreano di cui il cliente ricorda solo parzialmente il nome e non sa nulla ne' della casa editrice ne' del titolo, allora sono guai. Nel frattempo ho decifrato una parte del titolo scritto dal figlio del cliente A che aveva troppo da fare per venire di persona e così ha mandato il papà, il quale è vistosamente imbarazzato perché il titolo non solo ha almeno due errori grammaticali ma è anche sbagliato. Cerco di ricostruire la situazione, il cliente A non ha idea di che libro stia cercando il figlio, il cliente B continua a urlare al cellulare, il cliente C è ormai sull'orlo di una crisi di nervi e il cliente frettoloso borbotta sottovoce che non ha tempo da perdere e che se gli dico dove trovare il libro lo prende lui.
Sono passati neanche dieci secondi ma sembra già un'eternità.
Chiedo al cliente A se il libro che sta cercando è il Giovane Holden (anche se sul foglietto c'è scritto in una calligrafia quasi illeggibile Il teribbile givane Hoden ) e lui mi risponde, rosso in viso, che proprio non lo sa e che deve chiamare il figlio. Bene ho il tempo di servire il cliente C perché il cliente B si è appartato con il suo cellulare, il cliente frettoloso intanto mi dice “Eh no c'ero prima io!” anche se è arrivato dopo e lo sa. Io sorrido di nuovo e chiedo di avere pazienza perché, viste le scarse informazioni che mi ha dato, non ho proprio idea di quale sia il libro che sta cercando. Il cliente C vuole un libro che conosco e lo servo in fretta, nel frattempo il cliente B, sempre con il cellulare all'orecchio, alza un dito e mi chiede, quasi inserendo la domanda all'interno della sua conversazione, un libro. Anche questo è veloce, prendo il libro e glielo consegno, il cliente frettoloso nel frattempo mi è addosso e mi ripete che ha sentito per radio la recensione di questo libro di un autore di cui non ricorda il nome. Non ricorda il nome dell'autore, non ricorda il titolo del libro, non ricorda la casa editrice e non ricorda neppure la stazione radio sulla quale ha sentito la notizia, ieri, no forse due giorni fa... ah no, il mese scorso. Quando gli faccio notare che non ho proprio la benché minima idea di quale potrebbe essere il libro che sta cercando, mantenendo sul mio volto un'espressione che possa essere umanamente accettabile, lui se ne va dicendo che non esistono più i librai di una volta.
E non esistono più no che non esistono, perché sono tutti morti! Si sono suicidati probabilmente fra un libro di Travaglio e un altro di Coelho, indecisi se fare una strage o sbattere la testa contro l'ultimo libro di Eco.
Quando vedo tornare il cliente A, pover uomo, mortificato e dispiaciuto, cerco di ricompormi (anche perché stanno già arrivando i clienti D, E ed F), lui mi passa il cellulare e mi chiede di parlare direttamente con suo figlio.
“Pronto?”
“Oh sto cercando quel libro di Salligher!”
“Stai cercando il libro di Salinger? Il giovane Holden?”
“Ah non lo so la professoressa ha scritto Salligher alla lavagna.”
E mentre sto cercando di convincere il figlio del cliente A che il libro che sta cercando è, con molta probabilità, uno dei romanzi più sopravvalutati della storia vedo scendere dalle scale una nuova cliente che supera gli altri e mi chiede:
“Scusi, posso fare solo una domanda?”
Marino Buzzi

1 commento:

  1. che finale velenoso ..." uno dei romanzi piu' sopravvalutati della storia"....bravo.

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