sabato 18 dicembre 2010

Massificare gli altovendenti!

Negli ultimi anni si è diffusa, nel mercato libraio, l’idea che l’oggetto libro non valga più in quanto tale ma solo in quanto oggetto. Oggetto sostituibile, fra le altre cose, da altri oggetti con un margine di guadagno decisamente più alto. Così ci troviamo a dover convivere con librerie/salumerie, troviamo sullo stesso scaffale la pasta e Ingroia, passiamo, per scegliere il nostro libro, davanti a cartoline, borse, mouse, i-pod, e-book, carte da gioco, tazze e chi più ne ha più ne metta.
Allo stesso tempo è passata la malsana idea che massificare gli altovendenti (cioè prendere in grossi quantitativi libri che si considerano ad alta vendibilità ed esporli in pile simili a grattacieli) sia una mossa intelligente e fruttuosa.
Così mi ritrovo sommerso da vari Vespa e Brosio, per non parlare del libro su Amanda Knox che giace invenduto da mesi ormai. Se andiamo ad analizzare i dati, alla fine, ci rendiamo conto che dei titoli “massificati” solo alcuni sono “partiti” con le vendite, quelli che hanno avuto la fortuna di avere dei passaggi televisivi, in particolar modo coloro che sono andati ospiti a “Che tempo che fa” (al momento la trasmissione con maggior capacità di far aumentare le vendite ai vati autori).
“Massificare gli altovendenti” è diventata ormai la parola chiave della libreria, il nostro inno aziendale tanto che molti di noi, invece di dirsi ciao la mattina usano la formula “massificare” e “altovendenti” per salutarsi.
Ovviamente la massificazione avviene solo per quelle case editrici che possono permettersi di spingere i propri prodotti, riguardano solitamente autori già famosi, insomma come al solito si punta sui nomi sicuri (anche se poi non è detto che questi vendano, anzi…), la massificazione delle grandi case editrici significa, non per volontà ma per problemi di spazio e monte merci, la rinuncia a libri che magari potrebbero avere un maggior pregio. Devo dire la verità, noi cerchiamo ancora di ritagliarci angoli di indipendenza culturale, facciamo ricerca sui titoli, leggiamo recensioni, riviste e giornali (spesso nel tempo libero o in pausa pranzo), lo facciamo soprattutto per la nostra incolumità. Non si sa mai, dovesse venire un terremoto, non vorrei essere sepolto da una montagna di Bruno Vespa. Sarebbe davvero un modo ignobile di morire.
Marino Buzzi

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