Se rendi un libro che non vendi da anni al massimo dopo due ore qualcuno te lo chiederà.
Marino Buzzi
(Suggerito dalla collega psicologa)
lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
La legge di Murphy del libraio
Se state sistemando dei libri su uno scaffale e in libreria c'è un unico cliente state pur certi che quel cliente si metterà proprio davanti a quello scaffale e ci rimarrà per ore.
Marino Buzzi
Marino Buzzi
venerdì 28 gennaio 2011
Acidi librai
Diciamo subito una cosa: noi librai siamo perfidi, assomigliamo un po' agli esseri che abitano ne La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, quegli Umpa-Lumpa che cantano canzoncine e fanno dispetti. A libreria chiusa ci rifugiamo in un mondo sotterraneo fatto di libri e caffè e ci sveliamo per quello che siamo.
Ma durante il giorno, in superficie, carichi delle nostre frustrazioni, ci sforziamo di essere bravi librai. Gentili, appassionati, amorevoli. Capita spesso, però, che fra di noi ci si prenda in giro con tono acidissimo. Quelle che seguono sono solo alcune delle battute velenose che facciamo fra noi (colgo l'occasione per ringraziare le colleghe per la pazienza che dimostrano nei miei confronti).
COLLEGA TATUATA
“Bella quella gonna.”
“Ti piace, davvero?”
“Sì ne ho una simile anche io.”
“Davvero?”
“Certo, la uso per pulire i mobili dalla polvere”
Guardandola dall'alto in basso con sorrisino malevolo:
“Vestita così più che una libraia sembri una mondina!”
“Ciao cara.”
“Ciao.”
“Ma allora è vero.”
“Cosa?”
“Che fanno entrare proprio tutti in questa libreria!”
COLLEGA BETTINA PHOTOSHOP
“Ma queste foto sono splendide. Sei così bella che non sembri neppure tu!”
“Devo dimagrire!”
“Hai ragione. Pensa che una volta ho visto una mosca morire di vecchiaia nel tentativo di farti il giro intorno.”
“Quando ci rivedremo tu avrai circa 180 anni e io ancora 25!”
COLLEGA PSICOLOGA
Lei: “Tu sei un ciccione, capito?”
Io: “No tu sei grassa!”
Lei: “No tu.”
Io: “Tu.”
Lei: “No tu.”
Io: “Tu.”
Lei: “No tu!”
A volte continuiamo per ore. Noi donne siamo fissate con la linea ;)
“Insomma... non ti stanchi mai di avere torto?”
“Tesoro vestita così sembri la regina cattiva in Biancaneve quando le da' la mela avvelenata (e non solo per i vestiti)."
COLLEGA URLATRICE
Io: “Hai un pezzo di carta? Mi devo soffiare il naso.”
Lei: “Non usare quella carta che ti viene duro?”
Io: “Mi viene duro?”
Lei: “Il naso, cretino, ti si rovina.”
Lapsus Freudiano????
Ma durante il giorno, in superficie, carichi delle nostre frustrazioni, ci sforziamo di essere bravi librai. Gentili, appassionati, amorevoli. Capita spesso, però, che fra di noi ci si prenda in giro con tono acidissimo. Quelle che seguono sono solo alcune delle battute velenose che facciamo fra noi (colgo l'occasione per ringraziare le colleghe per la pazienza che dimostrano nei miei confronti).
COLLEGA TATUATA
“Bella quella gonna.”
“Ti piace, davvero?”
“Sì ne ho una simile anche io.”
“Davvero?”
“Certo, la uso per pulire i mobili dalla polvere”
Guardandola dall'alto in basso con sorrisino malevolo:
“Vestita così più che una libraia sembri una mondina!”
“Ciao cara.”
“Ciao.”
“Ma allora è vero.”
“Cosa?”
“Che fanno entrare proprio tutti in questa libreria!”
COLLEGA BETTINA PHOTOSHOP
“Ma queste foto sono splendide. Sei così bella che non sembri neppure tu!”
“Devo dimagrire!”
“Hai ragione. Pensa che una volta ho visto una mosca morire di vecchiaia nel tentativo di farti il giro intorno.”
“Quando ci rivedremo tu avrai circa 180 anni e io ancora 25!”
COLLEGA PSICOLOGA
Lei: “Tu sei un ciccione, capito?”
Io: “No tu sei grassa!”
Lei: “No tu.”
Io: “Tu.”
Lei: “No tu.”
Io: “Tu.”
Lei: “No tu!”
A volte continuiamo per ore. Noi donne siamo fissate con la linea ;)
“Insomma... non ti stanchi mai di avere torto?”
“Tesoro vestita così sembri la regina cattiva in Biancaneve quando le da' la mela avvelenata (e non solo per i vestiti)."
COLLEGA URLATRICE
Io: “Hai un pezzo di carta? Mi devo soffiare il naso.”
Lei: “Non usare quella carta che ti viene duro?”
Io: “Mi viene duro?”
Lei: “Il naso, cretino, ti si rovina.”
Lapsus Freudiano????
giovedì 27 gennaio 2011
Il libraio comunista
“Buongiorno, vorrei un libro di satira politica”
“Sullo stile di Forattini?”
“No, voglio un saggio.”
“Posso avere l’ultimo libro di Vauro (Farabutto), un altro che si chiama Mission to Marx, Craxi vostri di Editori Riuniti, L’immaginazione e il potere di Rizzoli…”
“No, no, no. Non ci siamo! Lei mi sta proponendo solo libri di sinistra. Io non compro da un comunista.”
E se ne va.
Buona giornata anche a lei signore!
“Sullo stile di Forattini?”
“No, voglio un saggio.”
“Posso avere l’ultimo libro di Vauro (Farabutto), un altro che si chiama Mission to Marx, Craxi vostri di Editori Riuniti, L’immaginazione e il potere di Rizzoli…”
“No, no, no. Non ci siamo! Lei mi sta proponendo solo libri di sinistra. Io non compro da un comunista.”
E se ne va.
Buona giornata anche a lei signore!
mercoledì 26 gennaio 2011
Cose che ho fatto, almeno una volta, in libreria.
Ho venduto libri (sennòchecistoafare?), ho fatto ricerche, ho letto il retro di copertina, ho pensato “ma pubblicano proprio tutti!” (tranne me), ho speso metà dei miei magri stipendi per comprare libri e dvd, ho preso in giro le colleghe, sono stato preso in giro dalle colleghe, sono stato rimorchiato, ho pulito la pupù di un cane, ho mangiato: pasta con i broccoli, pasta con il pesto alla genovese, risotto al radicchio, crocchette di soia, brioche, patatine, gallette di riso e di mais, cioccolata (tanta cioccolata), paste integrali ripiene di miele, bomboloni, pasticcini, bevuto spumante, the, caffè (me), dato un bicchier d’acqua a una signora, ho preso l’ascensore, ho fatto cacca e pipì (nei bagni della libreria), ho ascoltato i e le clienti, ho visto persone piangere, ridere, arrabbiarsi, correre, urlare, inveire, offendere, ho sognato a occhi aperti, desiderato di essere dall’altra parte del mondo, sono stato male, ho pianto, ho riso, sono caduto dalle scale, ho fatto battute, ho citato frasi di libri e di film, ho fatto scene madri (tipo Rossella O’Hara che rincorre Rhett e gli dice: “Che ne sarà di me?” e il bastardo che si volta a e risponde: “francamente me ne infischio”), ho usato il mio sguardo magnetico per vendere un libro (e non ci sono riuscito), ho messo la bocca “a culo di gallina”, ho finto di offendermi, ho sgridato, ripreso, sono stato gentile (sempre), ho pensato al suicidio (sul serio), ho chiesto, in giorni particolarmente bui (turni da otto ore), alle colleghe: “puoi uccidermi?” o “Non avresti qualche droga?”, ho ballato, fatto le mie pose da star, fatto la “checca”, ho sorriso.
Ho pensato che sono felice di essere un libraio.
Ho pensato che sono felice di essere un libraio.
martedì 25 gennaio 2011
Cose che vorrei far sapere ai clienti
1. Quando li vedo scendere le scale sto già pensando a come liberarmi di loro;
2. Quando mi volto per accompagnarli a settore faccio facce strane (tipo gonfio le guance, storco la bocca, i miei occhi guardano in tutte le direzioni e sembro la bimba dell’esorcista durante la possessione);
3. Mentre mi raccontano di quanto sia intelligente il/la loro nipote o di quanto sia in gamba loro figlio io penso a cosa posso preparare per cena;
4. Mentre mi parlano dei loro interessi e delle loro passioni io penso a quello che ho mangiato il giorno prima;
5. Quando la discussione si fa lunga io comincio a cantare e ballare, nella mia mente, una qualsiasi canzone di Madonna, Britney Spears o Lady Gaga (e mi vedo vestito come loro, ovviamente);
6. Che, dopo che ho dato un libro a un bel ragazzo, mentre si allontana, gli guardo il sedere (e commento con le colleghe);
7. Quando mi capita un cliente con l’alitosi faccio di tutto per non stargli accanto e penso che devo assolutamente comprarmi uno spray per l’alito da usare in questi momenti di puro terrore olfattivo;
8. Che ogni volta che mi capita un cliente rompiballe io penso al suicidio (il suo);
9. Che ogni volta che sono stressato vado in magazzino a farmi un the (infatti piscio tutto il giorno);
10. Che ogni volta che sento le parole: alto vendenti e massificare ho un conato di vomito;
11. Che ogni volta che la direttrice mi dice che dobbiamo fare una riunione io penso che spero che la reincarnazione sia solo una grande balla (con la sfiga che ho potrei anche rinascere libraio).
Marino Buzzi
2. Quando mi volto per accompagnarli a settore faccio facce strane (tipo gonfio le guance, storco la bocca, i miei occhi guardano in tutte le direzioni e sembro la bimba dell’esorcista durante la possessione);
3. Mentre mi raccontano di quanto sia intelligente il/la loro nipote o di quanto sia in gamba loro figlio io penso a cosa posso preparare per cena;
4. Mentre mi parlano dei loro interessi e delle loro passioni io penso a quello che ho mangiato il giorno prima;
5. Quando la discussione si fa lunga io comincio a cantare e ballare, nella mia mente, una qualsiasi canzone di Madonna, Britney Spears o Lady Gaga (e mi vedo vestito come loro, ovviamente);
6. Che, dopo che ho dato un libro a un bel ragazzo, mentre si allontana, gli guardo il sedere (e commento con le colleghe);
7. Quando mi capita un cliente con l’alitosi faccio di tutto per non stargli accanto e penso che devo assolutamente comprarmi uno spray per l’alito da usare in questi momenti di puro terrore olfattivo;
8. Che ogni volta che mi capita un cliente rompiballe io penso al suicidio (il suo);
9. Che ogni volta che sono stressato vado in magazzino a farmi un the (infatti piscio tutto il giorno);
10. Che ogni volta che sento le parole: alto vendenti e massificare ho un conato di vomito;
11. Che ogni volta che la direttrice mi dice che dobbiamo fare una riunione io penso che spero che la reincarnazione sia solo una grande balla (con la sfiga che ho potrei anche rinascere libraio).
Marino Buzzi
lunedì 24 gennaio 2011
Pensiero stupendo... nasce un poco strisciando...
“Buongiorno, vorrei il libro: Pensiero stupendo di Roberto Esposito dell'Einaudi.”
“Pensiero vivente...”
“No, no, Pensiero stupendo...”
“Il libro di Roberto Esposito è Pensiero vivente.”
Il cliente sospirando:
“Non capisco, esattamente che cosa non le è chiaro del titolo che le sto chiedendo?”
“Signore, non esiste il libro Pensiero stupendo di Esposito. Il libro di questo autore si chiama Pensiero vivente.”
“Le dico che è Pensiero stupendo!”
Ma no, tesoro, quella era Patty Pravo!
“Pensiero vivente...”
“No, no, Pensiero stupendo...”
“Il libro di Roberto Esposito è Pensiero vivente.”
Il cliente sospirando:
“Non capisco, esattamente che cosa non le è chiaro del titolo che le sto chiedendo?”
“Signore, non esiste il libro Pensiero stupendo di Esposito. Il libro di questo autore si chiama Pensiero vivente.”
“Le dico che è Pensiero stupendo!”
Ma no, tesoro, quella era Patty Pravo!
sabato 22 gennaio 2011
La richiesta hot del giorno
La collega tatuata (Federica), imbarazzata al telefono:
“Marino un ragazzo mi ha chiesto qualche libro sul… ehm… il pompino…”
“Abbiamo un libro di coniglio editore, si chiama Bocca di rosa (c’è anche Oral sex, Toys Castelvecchi editore).”
“Ecco lo sapevo che dovevo mandarlo dall’esperto!”
In che senso, scusa??????
“Marino un ragazzo mi ha chiesto qualche libro sul… ehm… il pompino…”
“Abbiamo un libro di coniglio editore, si chiama Bocca di rosa (c’è anche Oral sex, Toys Castelvecchi editore).”
“Ecco lo sapevo che dovevo mandarlo dall’esperto!”
In che senso, scusa??????
Il rimprovero del giorno
“Mi scusi di questa collana della Bollati Boringhieri (la collana i grandi pensatori) dovrebbe esserci anche il libro di Godel.”
“Per il momento mi sono arrivati solo i quattro titoli che abbiamo esposto. Godel non c’è ancora.”
“Non è vero, io l’ho visto!”
“Mi scusi, dove lo ha visto?”
“In vetrina.”
“Nel nostro negozio?”
“Sì.”
“Saliamo a vedere ma sono sicuro di non avere ancora Godel. Non in questa collana almeno.”
“Le dico che l’ho visto!”
“Prego saliamo a vedere la vetrina.”
Davanti alla vetrina.
“Lo vede che c’è?”
E indica un cartellone in vetrina.
“Signore, quella è la pubblicità. Vede? C’è scritto che sono titoli disponibili da febbraio.”
“Eh ma anche voi… cosa mettete la pubblicità in vetrina se i libri non li avete?”
E come dargli torto?
“Per il momento mi sono arrivati solo i quattro titoli che abbiamo esposto. Godel non c’è ancora.”
“Non è vero, io l’ho visto!”
“Mi scusi, dove lo ha visto?”
“In vetrina.”
“Nel nostro negozio?”
“Sì.”
“Saliamo a vedere ma sono sicuro di non avere ancora Godel. Non in questa collana almeno.”
“Le dico che l’ho visto!”
“Prego saliamo a vedere la vetrina.”
Davanti alla vetrina.
“Lo vede che c’è?”
E indica un cartellone in vetrina.
“Signore, quella è la pubblicità. Vede? C’è scritto che sono titoli disponibili da febbraio.”
“Eh ma anche voi… cosa mettete la pubblicità in vetrina se i libri non li avete?”
E come dargli torto?
venerdì 21 gennaio 2011
I raccomandati
Lo sconto ad personam
“Scusi vorrei il libro d'arte che è in vetrina, quello sul futurismo.”
“Certo, ne ho diverse copie a settore, signore, ne prendo subito una.”
“Bene, ovviamente, visto che è in vetrina, c'è lo sconto!”
“No, a dire il vero non c'è una relazione fra il vedere un libro in vetrina e avere lo sconto.”
“Certo ma, ovviamente, a me lo fate lo sconto!”
Ovviamente!
L'amica di Giovanna
“Quanto costa il libro?”
“Tredici euro.”
“Ah be', ma poi io ho lo sconto, tanto.”
“Che genere di sconto, signora?”
“Ah me lo avete sempre fatto, eh? Io sono un'amica di Giovanna, ho lo sconto del 20%”
“Scusi signora ma chi è Giovanna?”
“Ma come chi è? Lavora qui!”
“Le assicuro che mai nessuna Giovanna ha lavorato qui e comunque lo sconto del 20% è per i dipendenti.”
“Ah ma io sono un'amica di Giovanna!”
Ma chi è sta Giovanna????
Lei non sa chi sono io!
Faccio la prenotazione di un libro a un signore, chiedo i dati e poi:
“La prenotazione la ritira in cassa, si ricordi di lasciare l'acconto di 5 euro.”
“No, io non lascio acconti.”
“Come scusi?”
“Ho detto che non lascio acconti.”
“Guardi, mi spiace ma se vuole prenotare un libro la prassi è questa. Ovviamente poi l'acconto verrà scalato al momento del pagamento.”
“Io ho sempre fatto prenotazioni da voi e non ho mai lasciato acconti.”
“Li chiediamo sempre, signore, quando prenotiamo i libri.”
“Ma lei non sa chi sono io!”
Cos'è un aereo? No, è Superman!
Marino Buzzi
“Scusi vorrei il libro d'arte che è in vetrina, quello sul futurismo.”
“Certo, ne ho diverse copie a settore, signore, ne prendo subito una.”
“Bene, ovviamente, visto che è in vetrina, c'è lo sconto!”
“No, a dire il vero non c'è una relazione fra il vedere un libro in vetrina e avere lo sconto.”
“Certo ma, ovviamente, a me lo fate lo sconto!”
Ovviamente!
L'amica di Giovanna
“Quanto costa il libro?”
“Tredici euro.”
“Ah be', ma poi io ho lo sconto, tanto.”
“Che genere di sconto, signora?”
“Ah me lo avete sempre fatto, eh? Io sono un'amica di Giovanna, ho lo sconto del 20%”
“Scusi signora ma chi è Giovanna?”
“Ma come chi è? Lavora qui!”
“Le assicuro che mai nessuna Giovanna ha lavorato qui e comunque lo sconto del 20% è per i dipendenti.”
“Ah ma io sono un'amica di Giovanna!”
Ma chi è sta Giovanna????
Lei non sa chi sono io!
Faccio la prenotazione di un libro a un signore, chiedo i dati e poi:
“La prenotazione la ritira in cassa, si ricordi di lasciare l'acconto di 5 euro.”
“No, io non lascio acconti.”
“Come scusi?”
“Ho detto che non lascio acconti.”
“Guardi, mi spiace ma se vuole prenotare un libro la prassi è questa. Ovviamente poi l'acconto verrà scalato al momento del pagamento.”
“Io ho sempre fatto prenotazioni da voi e non ho mai lasciato acconti.”
“Li chiediamo sempre, signore, quando prenotiamo i libri.”
“Ma lei non sa chi sono io!”
Cos'è un aereo? No, è Superman!
Marino Buzzi
giovedì 20 gennaio 2011
La genialata del giorno
Ingredienti:
1 direttore
3-4 dirigenti
mezzo chilo di librai
due etti di cultura
dodici chili di novità
5-6 titoli di catalogo
Procedimento:
Prendete il direttore e i dirigenti e mescolateli insieme ai librai sino a quando non avrete una pastella uniforme e priva di grumi (il tutto, anche se i librai non si legano bene con i dirigenti, deve apparire il più uniforme possibile). Prendere i titoli di catalogo che vendono e metteteli da parte per fare spazio alle novità che non vendono ma che, siccome non è possibile che non vendano, occorre massificare in modo impattante fra gli altovendenti per metterle in risalto. Per fare in modo che le novità risultino impattanti e che divengano, quindi, altovendenti, occorre nuovo spazio quindi tagliate, a listarelle sottili, i titoli di catalogo che vendono ma che non sono di editori di riferimento. A questo punto, dopo aver setacciato i titoli di catalogo e aver buttato quelli che non sono funzionali alle vendite, unite le novità alla pastella di librai e uniformatela al volere dei dirigenti.
Infornate il tutto per quattro o cinque mesi, poi, una volta capito che la cosa non funziona, rifornite il catalogo e spostate le novità.
Buon appetito.
Marino Buzzi
1 direttore
3-4 dirigenti
mezzo chilo di librai
due etti di cultura
dodici chili di novità
5-6 titoli di catalogo
Procedimento:
Prendete il direttore e i dirigenti e mescolateli insieme ai librai sino a quando non avrete una pastella uniforme e priva di grumi (il tutto, anche se i librai non si legano bene con i dirigenti, deve apparire il più uniforme possibile). Prendere i titoli di catalogo che vendono e metteteli da parte per fare spazio alle novità che non vendono ma che, siccome non è possibile che non vendano, occorre massificare in modo impattante fra gli altovendenti per metterle in risalto. Per fare in modo che le novità risultino impattanti e che divengano, quindi, altovendenti, occorre nuovo spazio quindi tagliate, a listarelle sottili, i titoli di catalogo che vendono ma che non sono di editori di riferimento. A questo punto, dopo aver setacciato i titoli di catalogo e aver buttato quelli che non sono funzionali alle vendite, unite le novità alla pastella di librai e uniformatela al volere dei dirigenti.
Infornate il tutto per quattro o cinque mesi, poi, una volta capito che la cosa non funziona, rifornite il catalogo e spostate le novità.
Buon appetito.
Marino Buzzi
mercoledì 19 gennaio 2011
Non è vero... ma ci credo (parte seconda)
“Buongiorno, vorrei il libro della figlia di Aldo Busi.”
“Buongiorno, non credo che Busi abbia una figlia, signora.”
“No guardi, si sbaglia, l’ho vista in televisione.”
“E ha detto di essere la figlia di Aldo Busi?”
“No, ma si chiama Busi.”
“Signora credo sia semplicemente una persona con lo stesso cognome.”
“Ma no le dico che è sua figlia. L’ho vista dalla Bignardi, è quella giornalista che è stata mandata via dal TG1.”
“Signora è Maria Luisa Busi ma non è la figlia di Aldo Busi.”
Prendo il libro Brutte notizie e lo consegno alla signora.
“Per me si sbaglia sa? Credo proprio che sia sua figlia. Guardi come gli assomiglia…”
Signora non è che cambierebbe spacciatore?
“Buongiorno, non credo che Busi abbia una figlia, signora.”
“No guardi, si sbaglia, l’ho vista in televisione.”
“E ha detto di essere la figlia di Aldo Busi?”
“No, ma si chiama Busi.”
“Signora credo sia semplicemente una persona con lo stesso cognome.”
“Ma no le dico che è sua figlia. L’ho vista dalla Bignardi, è quella giornalista che è stata mandata via dal TG1.”
“Signora è Maria Luisa Busi ma non è la figlia di Aldo Busi.”
Prendo il libro Brutte notizie e lo consegno alla signora.
“Per me si sbaglia sa? Credo proprio che sia sua figlia. Guardi come gli assomiglia…”
Signora non è che cambierebbe spacciatore?
martedì 18 gennaio 2011
La parola del giorno
La parola del giorno è: impattanti che va a affiancarsi alle parole, sempre molto amate, altovendenti e massificare.
A breve anche la genialata del giorno...
Marino Buzzi
A breve anche la genialata del giorno...
Marino Buzzi
Il cliente "Cettola La Qualunque"
Si fa avanti un cliente che mi chiede un libro che non è più in distribuzione, gli spiego che deve chiedere alle librerie che si occupano di libri usati. Credevo di aver spiegato bene la situazione ma lui vede una mia collega e si fa avanti con lei chiedendo lo stesso titolo. Mi accorgo, dopo qualche secondo, che è solo una scusa per rimorchiarla. Infatti, mentre pavoneggia con qualche frase ad effetto imparata a memoria da qualche filosofo, inserisce un “Sa che lei è proprio una bella donna?” e, senza neppure darci il tempo di capire la situazione comincia a dire che lui si sente Berlusconiano e inizia il suo elogio (riporto più o meno le sue parole):
“Ma vuol mettere la sincerità di Berlusconi? Almeno lui è un maschio a cui piacciono le donne, mica come quegli ipocriti della sinistra e del centro che vorrebbero proibire pompini e scopate. Ormai non si può nemmeno più scopare, fra un po’ ti proibiranno persino di metterlo in culo! Ah io sto con Berlusconi!”
Io e la collega ci guardiamo, io fremo, scalpito, mi agito, lui si allontana e poi torna all’attacco:
“E comunque adesso è rimasta un’unica cosa da fare! Abbassare la maggiore età a quindici anni!”
E se ne va soddisfatto.
Immaginate la mia mascella e quella della mia collega che cascano rumorosamente a terra. Mi aspettavo che da un momento all’altro tirasse fuori il megafono e cominciasse a urlare:
“Più Pilu per tutti!”
Marino Buzzi
“Ma vuol mettere la sincerità di Berlusconi? Almeno lui è un maschio a cui piacciono le donne, mica come quegli ipocriti della sinistra e del centro che vorrebbero proibire pompini e scopate. Ormai non si può nemmeno più scopare, fra un po’ ti proibiranno persino di metterlo in culo! Ah io sto con Berlusconi!”
Io e la collega ci guardiamo, io fremo, scalpito, mi agito, lui si allontana e poi torna all’attacco:
“E comunque adesso è rimasta un’unica cosa da fare! Abbassare la maggiore età a quindici anni!”
E se ne va soddisfatto.
Immaginate la mia mascella e quella della mia collega che cascano rumorosamente a terra. Mi aspettavo che da un momento all’altro tirasse fuori il megafono e cominciasse a urlare:
“Più Pilu per tutti!”
Marino Buzzi
lunedì 17 gennaio 2011
Giuro, non è per me...
Mi si avvicina un signore di mezza età, ha girato per la libreria per quasi un’ora, è rosso in volto, imbarazzato, balbetta.
“Posso chiederle?”
Mi chiede guardandosi intorno per accertarsi che non ci sia nessuno.
“Certo.”
Nel frattempo si avvicina un’altra cliente, lui si affretta a dire:
“Faccia prima la signorina, io non ho fretta.”
Servo l’altra cliente e lui mi chiama in un luogo appartato. Sto già pregando tutti i santi del paradiso che non sia il solito maniaco depressivo che mi scarica addosso tutti i suoi problemi, dalla nascita al divorzio, quando comincia a parlarmi con voce bassa:
“Devo fare un regalo a un ragazzo. È un bel ragazzo, intelligente e di classe, solo che ha un problema con le donne. È timido e ha bisogno di qualcosa che lo sproni a fare il primo passo. Avete un manuale su come rimorchiare le ragazze?”
Lo accompagno al settore che ho definito “settore cazzate”, quello in cui tengo i libri leggeri relativi alla coppia o, appunto, al rimorchio. Gli faccio vedere diversi titoli ma a lui non vanno bene, vuole qualcosa di più professionale perché, dice, non vuole fare brutte figure con il suo vicino di casa.
Nel frattempo non smette di parlare lodando questo vicino e dicendomi quanto sia intelligente e sensibile, che gli piacciono un sacco le donne, che ne ha anche tante ma che non riesce a rimorchiare perché è troppo timido.
Io ho già dato fondo anche alle riserve di pazienza, a dire il vero sono almeno dieci minuti che le ho terminate, e sto boccheggiando, avrò una crisi di nervi, lo so.
A un certo punto gli faccio vedere un manuale che lo convince.
“Questo è sicuramente un ottimo libro. Sono sicuro farà bella figura.”
“Aspetti, ma questo libro ha un dvd?”
“È un cd per il computer.”
“Ah no, allora non va bene?”
“Posso chiedere perché?”
“Perché io non ho il computer, come faccio a vederlo?”
Ma non era per il vicino di casa??????
Marino Buzzi
“Posso chiederle?”
Mi chiede guardandosi intorno per accertarsi che non ci sia nessuno.
“Certo.”
Nel frattempo si avvicina un’altra cliente, lui si affretta a dire:
“Faccia prima la signorina, io non ho fretta.”
Servo l’altra cliente e lui mi chiama in un luogo appartato. Sto già pregando tutti i santi del paradiso che non sia il solito maniaco depressivo che mi scarica addosso tutti i suoi problemi, dalla nascita al divorzio, quando comincia a parlarmi con voce bassa:
“Devo fare un regalo a un ragazzo. È un bel ragazzo, intelligente e di classe, solo che ha un problema con le donne. È timido e ha bisogno di qualcosa che lo sproni a fare il primo passo. Avete un manuale su come rimorchiare le ragazze?”
Lo accompagno al settore che ho definito “settore cazzate”, quello in cui tengo i libri leggeri relativi alla coppia o, appunto, al rimorchio. Gli faccio vedere diversi titoli ma a lui non vanno bene, vuole qualcosa di più professionale perché, dice, non vuole fare brutte figure con il suo vicino di casa.
Nel frattempo non smette di parlare lodando questo vicino e dicendomi quanto sia intelligente e sensibile, che gli piacciono un sacco le donne, che ne ha anche tante ma che non riesce a rimorchiare perché è troppo timido.
Io ho già dato fondo anche alle riserve di pazienza, a dire il vero sono almeno dieci minuti che le ho terminate, e sto boccheggiando, avrò una crisi di nervi, lo so.
A un certo punto gli faccio vedere un manuale che lo convince.
“Questo è sicuramente un ottimo libro. Sono sicuro farà bella figura.”
“Aspetti, ma questo libro ha un dvd?”
“È un cd per il computer.”
“Ah no, allora non va bene?”
“Posso chiedere perché?”
“Perché io non ho il computer, come faccio a vederlo?”
Ma non era per il vicino di casa??????
Marino Buzzi
domenica 16 gennaio 2011
Non è vero... ma ci credo.
“Buongiorno, vorrei l'interpretazione dei sogni di Freud.”
“Certo Signora, ha preferenze per la versione?”
“Cioè?”
“Si tratta di un libro pubblicato da diverse case editrici: Bollati Boringhieri, Baldini e Castoldi, Newton Compton, Giunti, Rizzoli ecc...”
“Che differenza c'è?”
“Il testo è integrale in tutte le edizioni. Cambiano i traduttori, i curatori o eventuali introduzioni, note a margine... Le faccio vedere.”
Faccio vedere alla cliente le versioni di Freud che ho.
“Grazie, posso dare un'occhiata?”
“Certo faccia pure.”
La signora comincia a sfogliare i diversi libri e la sento dire:
“Questo no... questo neanche...”
Dopo un po' mi si avvicina.
“Mi scusi ma queste versioni non vanno bene.”
“Ne cercava una in particolare?”
“Si volevo quella con i numeri.”
“I numeri?”
“Sì, da giocare al lotto.”
Eh va be' ma allora ditelo!
“Buongiorno, posso aiutarla?”
“Sì, stavo cercando L'Orlando furioso di Calvino.”
Intuisco che il cliente stia cercando l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto spiegato da Italo Calvino, faccio un salto nel settore dei classici al piano terra, ne prendo una copia e gliela porto. Lui mi guarda sdegnato.
“No, guardi, non ha capito. Io voglio l'Orlando Furioso scritto da Italo Calvino.”
“Signore l'Orlando Furioso è un poema cavalleresco scritto da Ludovico Ariosto. Di Calvino esiste solo questa edizione in cui l'autore sceglie le strofe più belle commentandole e spiegandole alternando il tutto a un racconto davvero illuminante. È un libro molto bello.”
Il cliente sbuffa.
“Senta può guardare a computer, io voglio la versione scritta da Calvino.”
“Signore le assicuro che l'unico libro di Calvino sull'Orlando Furioso è quello che le ho portato.”
“Certo, come no, arrivederci.”
E mi riconsegna il libro.
Che dire, ha fatto bene, mai fidarsi dei librai.
“Certo Signora, ha preferenze per la versione?”
“Cioè?”
“Si tratta di un libro pubblicato da diverse case editrici: Bollati Boringhieri, Baldini e Castoldi, Newton Compton, Giunti, Rizzoli ecc...”
“Che differenza c'è?”
“Il testo è integrale in tutte le edizioni. Cambiano i traduttori, i curatori o eventuali introduzioni, note a margine... Le faccio vedere.”
Faccio vedere alla cliente le versioni di Freud che ho.
“Grazie, posso dare un'occhiata?”
“Certo faccia pure.”
La signora comincia a sfogliare i diversi libri e la sento dire:
“Questo no... questo neanche...”
Dopo un po' mi si avvicina.
“Mi scusi ma queste versioni non vanno bene.”
“Ne cercava una in particolare?”
“Si volevo quella con i numeri.”
“I numeri?”
“Sì, da giocare al lotto.”
Eh va be' ma allora ditelo!
“Buongiorno, posso aiutarla?”
“Sì, stavo cercando L'Orlando furioso di Calvino.”
Intuisco che il cliente stia cercando l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto spiegato da Italo Calvino, faccio un salto nel settore dei classici al piano terra, ne prendo una copia e gliela porto. Lui mi guarda sdegnato.
“No, guardi, non ha capito. Io voglio l'Orlando Furioso scritto da Italo Calvino.”
“Signore l'Orlando Furioso è un poema cavalleresco scritto da Ludovico Ariosto. Di Calvino esiste solo questa edizione in cui l'autore sceglie le strofe più belle commentandole e spiegandole alternando il tutto a un racconto davvero illuminante. È un libro molto bello.”
Il cliente sbuffa.
“Senta può guardare a computer, io voglio la versione scritta da Calvino.”
“Signore le assicuro che l'unico libro di Calvino sull'Orlando Furioso è quello che le ho portato.”
“Certo, come no, arrivederci.”
E mi riconsegna il libro.
Che dire, ha fatto bene, mai fidarsi dei librai.
venerdì 14 gennaio 2011
Libri inesistenti (parte seconda)
Cristo ha avuto un embolo (Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi)
La tavola periodica (Il sistema periodico di Primo Levi)
Il barone pimpante ( Il barone rampante di Italo Calvino)
Il fu Mattia Pasquale (Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello)
Molto casino per niente (Molto rumore per nulla di Shakespeare)
La scienza gay (La gaia scienza di Friedrich Nietzsche )
Rosso di pelo ( Rosso Malpelo di Giovanni Verga)
Mastro buon Gesù (Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga)
Col delitto ti castigo (Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij )
Il sesso in un secondo (Il secondo sesso di Simone de Beauvoir)
Casi da matti (Casi clinici di Sigmund Freud)
Marino Buzzi
La tavola periodica (Il sistema periodico di Primo Levi)
Il barone pimpante ( Il barone rampante di Italo Calvino)
Il fu Mattia Pasquale (Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello)
Molto casino per niente (Molto rumore per nulla di Shakespeare)
La scienza gay (La gaia scienza di Friedrich Nietzsche )
Rosso di pelo ( Rosso Malpelo di Giovanni Verga)
Mastro buon Gesù (Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga)
Col delitto ti castigo (Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij )
Il sesso in un secondo (Il secondo sesso di Simone de Beauvoir)
Casi da matti (Casi clinici di Sigmund Freud)
Marino Buzzi
giovedì 13 gennaio 2011
Sunshine Award: il premio dei blogger
Ringrazio Libri su Libri che ha premiato il mio blog con Sunshine Award: il premio dei blogger
Ecco i miei dodici blog:
Caramella fondente
Alice Boum
Un mondo nuovo
Lipperatura
Interviste a scrittori
Libri su libri
Noi del ghetto dei lettori
Idee per scrittori
Stella blog
La lima e la raspa
Luxemburg rosa
Nazione Indiana
Ecco i miei dodici blog:
Caramella fondente
Alice Boum
Un mondo nuovo
Lipperatura
Interviste a scrittori
Libri su libri
Noi del ghetto dei lettori
Idee per scrittori
Stella blog
La lima e la raspa
Luxemburg rosa
Nazione Indiana
domenica 9 gennaio 2011
Il cliente ha sempre ragione
(Elisabetta)
“Ciao vorrei la fattoria dei ragazzi di Virginia Welsh”
“Virginia Welsh?”
“Sì. Quella che ha scritto la fattoria dei ragazzi.”
“Guarda non mi risulta un titolo del genere. Non è che ti serve la fattoria degli animali di Orwell?”
“No, no è quella ragazza che ha scritto il libro sulla droga.”
“Christiane F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino?”
“No, Virginia Welsh.”
“Guarda non esiste, per quel che ne so, nessuna autrice con quel nome.”
“Ma è quella che ha scritto il libro sulla droga ambientato a Berlino.”
“Allora è Christiane F.”
“Ok. Allora vorrei anche l’altro libro che ha scritto.”
“Non ha scritto altri libri.”
“Ma sì ha scritto Ecstasy.”
“No, Ecstasy lo ha scritto Irvine Welsh.”
“No, Virginia Welsh.”
“Irvine.”
“Virginia!”
Ok, mi arrendo, hai ragione tu.
(Marino)
“Buongiorno vorrei il libro scritto da Manuela Arcuri.”
“Signora non mi risulta che Manuela Arcuri abbia scritto un libro. Non ancora almeno.”
“Ma come no! Lo pubblicizza in TV.”
“Sì, signora, ma non è suo. Lei lo pubblicizza e basta.”
“Ma cosa dice? L’ho sentito io con le mie orecchie che lo ha scritto lei. Ma è sicuro di essere un libraio?”
Signora ci sono giorni in cui non sono neanche sicuro di essere un essere umano, figuriamoci se sono sicuro di essere un libraio.
“Vorrei l’ultimo libro di Michele Tranfaglia.”
“Michele Tranfaglia?”
“Sì.”
“E che genere scrive, Signora?”
“Ma come che genere scrive? È quello che c’è sempre ad Annozero.”
“Marco Travaglio?”
“Sì, lui, Michele Tranfaglia.”
“Marco Travaglio, Signora.”
“Sì, sì signore, Michele Tranfaglia.”
Sì, proprio lui.
“Ciao volevo il libro di Will Smith, Io sono leggenda.”
“Io sono leggenda è di Richard Matheson.”
“Ah… no io volevo quello scritto da Will Smith da cui hanno tratto il film.”
“Il film è tratto da Io sono leggenda di Matheson . Will Smith ha interpretato il ruolo di protagonista.”
“Ah… ma sei sicuro.”
“Direi di sì.”
“Ma non puoi controllare a computer?”
Il bello è che, alla fine, mi fanno pure venire dei dubbi.
Marino Buzzi
“Ciao vorrei la fattoria dei ragazzi di Virginia Welsh”
“Virginia Welsh?”
“Sì. Quella che ha scritto la fattoria dei ragazzi.”
“Guarda non mi risulta un titolo del genere. Non è che ti serve la fattoria degli animali di Orwell?”
“No, no è quella ragazza che ha scritto il libro sulla droga.”
“Christiane F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino?”
“No, Virginia Welsh.”
“Guarda non esiste, per quel che ne so, nessuna autrice con quel nome.”
“Ma è quella che ha scritto il libro sulla droga ambientato a Berlino.”
“Allora è Christiane F.”
“Ok. Allora vorrei anche l’altro libro che ha scritto.”
“Non ha scritto altri libri.”
“Ma sì ha scritto Ecstasy.”
“No, Ecstasy lo ha scritto Irvine Welsh.”
“No, Virginia Welsh.”
“Irvine.”
“Virginia!”
Ok, mi arrendo, hai ragione tu.
(Marino)
“Buongiorno vorrei il libro scritto da Manuela Arcuri.”
“Signora non mi risulta che Manuela Arcuri abbia scritto un libro. Non ancora almeno.”
“Ma come no! Lo pubblicizza in TV.”
“Sì, signora, ma non è suo. Lei lo pubblicizza e basta.”
“Ma cosa dice? L’ho sentito io con le mie orecchie che lo ha scritto lei. Ma è sicuro di essere un libraio?”
Signora ci sono giorni in cui non sono neanche sicuro di essere un essere umano, figuriamoci se sono sicuro di essere un libraio.
“Vorrei l’ultimo libro di Michele Tranfaglia.”
“Michele Tranfaglia?”
“Sì.”
“E che genere scrive, Signora?”
“Ma come che genere scrive? È quello che c’è sempre ad Annozero.”
“Marco Travaglio?”
“Sì, lui, Michele Tranfaglia.”
“Marco Travaglio, Signora.”
“Sì, sì signore, Michele Tranfaglia.”
Sì, proprio lui.
“Ciao volevo il libro di Will Smith, Io sono leggenda.”
“Io sono leggenda è di Richard Matheson.”
“Ah… no io volevo quello scritto da Will Smith da cui hanno tratto il film.”
“Il film è tratto da Io sono leggenda di Matheson . Will Smith ha interpretato il ruolo di protagonista.”
“Ah… ma sei sicuro.”
“Direi di sì.”
“Ma non puoi controllare a computer?”
Il bello è che, alla fine, mi fanno pure venire dei dubbi.
Marino Buzzi
giovedì 6 gennaio 2011
Terribili adolescenti
Si muovono in massa come locuste, entrano rumorosi, con voci sgraziate. Hanno tutti la stessa pettinata, capelli sparati in alto che sfidano la forza di gravità, tatuaggi e piercing in bella vista, stivaletti sopra i jeans che pendono sotto il sedere con mutanda firmata in bella vista o tuta alla amici di Maria de Filippi, lampadati, con le sopracciglia rifatte, giubbottini leggeri per far vedere quanto sono fichi (magari anche maglietta a maniche corte in pieno inverno con – 10°). Usano parole come “Bella zio” o “tipa” e non conoscono niente del luogo in cui sono appena entrati. Cercano Svevo in psicologia, Levi nel fai da te, sbagliano nomi e titoli.
Sono quelli che Luis Miguel definiva in una orribile canzone: I ragazzi di oggi.
Il periodo più terribile dell'anno inizia con la fine delle scuole e va avanti sino a ottobre inoltrato, è il periodo della scolastica in cui la libreria viene presa d'assalto da genitori che hanno preso permessi dal lavoro per venire a prendere i libri di scuola o per le vacanze ai figli. Loro, i figli, sono troppo impegnati per venire a sbrigare da soli le proprie faccende, devono fare la famosa “vasca” in qualche centro commerciale, fare shopping e provarci con le ragazze (o i ragazzi). Così si formano file interminabili di genitori che passano e mi guardano in cerca di aiuto, passo il mio tempo a indicare il settore in cui si andranno a “spiaggiare” in attesa della comparsa del magico numero che indicherà il loro turno.
Ma va bene se vengono i genitori, almeno loro sono già rassegnati alla vita e sanno che non possono nulla contro noi crudeli librai desiderosi solo di far perder loro del tempo.
Quando arrivano i ragazzi, che non sono in grado di rimanere da soli neppure per un istante, succede di tutto.
Trovo cibo ovunque, devo passare continuamente dalle sale per assicurarmi che non stiano fumando e per dire loro di non mettere i piedi contro il muro, di non coricarsi sui libri e di smetterla di toccarsi con il kamasutra in mano.
Durante l'anno non si vedono molti ragazzi, il che è sintomatico di quanto valga per molti giovani d'oggi la letteratura (non tutti per carità, non voglio generalizzare. Ovviamente qui parlo solo di quelli a cui non importa nulla dei libri).
C'è però da metter in chiaro le differenze fra ragazzi e ragazze.
Le ragazze (parlo di adolescenti) mi chiedono libri di cantanti che non ho mai sentito in vita mia (sono vecchio) questo è il periodo di un certo Justin Bieber ribattezzato da me Justin Biberon perché avrà si e no dieci anni. Ma chi è il figlio segreto di Cristina D'Avena? Canta la colonna sonora dei Puffi? Gli fanno concludere i concerti alle otto di sera perché per le dieci deve essere a letto?
Quando sorrido imbarazzato chiedendo chi diavolo sia il personaggio di turno che mi stanno chiedendo loro mi guardano come se fossi una mummia appena dissotterrata. Faccio notare loro che ho solo trentacinque anni e ci manca poco che mi chiedano se ho fatto la seconda guerra mondiale.
Però le ragazzine sono carine. Leggono molto di più dei maschi (anche se amano i generi “improbabili” come quelli sui vampiri), si scambiano consigli sulle autrici e sugli autori, sono informatissime sulle nuove uscite.
Ma il mio metro di valutazione è il settore QUEER, il mio orgoglio, il settore che ho voluto ad ogni costo, che ho creato e che seguo con dedizione quasi maniacale. Si trova in bella vista appena scese le scale nel settore di saggistica, tengo sempre in evidenza le novità e cerco di tenere anche una scelta di film a tematica omosessuale. Il libro più sfogliato (tanto che per un periodo abbiamo messo l'etichetta: “Il libro più sfogliato della libreria”) è un libro fotografico sul Gay Pride ad opera di Oliviero Toscani. Non mi è mai successo di sentire una ragazza dire qualcosa di negativo contro le persone omosessuali guardando il settore QUEER, anzi, al contrario, trovano dolcissima la storia d'amore di Jack Twist e Ennis del Mar in I segreti di Brokeback Mountain, hanno riso e pianto durante la visione del film Transamerica e conoscono molti dei libri a tematica esposti. Non hanno paura di farsi vedere davanti al settore, non si vergognano di parlare di omosessualità. L'unica volta che una ragazza ridendo ha detto “il settore dei depravati” le amiche che erano con lei l'hanno sgridata e lei si è affrettata a dire che scherzava.
I maschietti invece devono tenere salda la tradizione machista italiana. Quando si avvicinano per chiedermi il libro del calciatore di turno e io li guardo e chiedo che genere tratta l'autore che mi stanno chiedendo loro rimangono stupiti. Ma come, hanno davanti un uomo che non sa nulla di calcio?
Ma la cosa più terribile è quando arrivano al settore QUEER. Quando li vedo in cima alle scale, nonostante io sia, come ho già detto, ateo, comincio a pregare che nessuno di loro si fermi a guardare i libri di cultura omosessuale. Ovviamente le mie preghiere cadono nel vuoto loro cominciano a ridere come pazzi usando parole come “froci”, “busoni”, “culattoni” continuando a dire “che schifo” mentre non riescono a distogliere lo sguardo dalle immagini del libro di Toscani. E quando mi avvicino e glielo sfilo dalle mani guardandoli con aria minacciosa loro si zittiscono all'istante e se la filano a gambe levate. I più giovani poi cominciano a darsi a vicenda del frocio e, a volte, arrivano alle mani con spintoni, calci e schiaffi. Una volta ho dovuto mandare via tre bambini (erano effettivamente dei bambini) che disturbavano gli altri clienti discutendo ad alta voce di come si violenta una donna.
Non sono tutti così, ovviamente. Uno dei nostri migliori clienti (anche se non compra mai niente) è un bambino che avrà dieci anni di età, dopo la scuola (a dire il vero a volte viene anche durante le lezioni) viene a leggere il libri. Si prende due o tre libri e rimane ore perso nei suoi mondi letterari. È uno su cento ma è pur sempre una speranza.
Marino Buzzi
P.S.
Vi ricordo anche l'altro mio blog, quello serio ;)
Sono quelli che Luis Miguel definiva in una orribile canzone: I ragazzi di oggi.
Il periodo più terribile dell'anno inizia con la fine delle scuole e va avanti sino a ottobre inoltrato, è il periodo della scolastica in cui la libreria viene presa d'assalto da genitori che hanno preso permessi dal lavoro per venire a prendere i libri di scuola o per le vacanze ai figli. Loro, i figli, sono troppo impegnati per venire a sbrigare da soli le proprie faccende, devono fare la famosa “vasca” in qualche centro commerciale, fare shopping e provarci con le ragazze (o i ragazzi). Così si formano file interminabili di genitori che passano e mi guardano in cerca di aiuto, passo il mio tempo a indicare il settore in cui si andranno a “spiaggiare” in attesa della comparsa del magico numero che indicherà il loro turno.
Ma va bene se vengono i genitori, almeno loro sono già rassegnati alla vita e sanno che non possono nulla contro noi crudeli librai desiderosi solo di far perder loro del tempo.
Quando arrivano i ragazzi, che non sono in grado di rimanere da soli neppure per un istante, succede di tutto.
Trovo cibo ovunque, devo passare continuamente dalle sale per assicurarmi che non stiano fumando e per dire loro di non mettere i piedi contro il muro, di non coricarsi sui libri e di smetterla di toccarsi con il kamasutra in mano.
Durante l'anno non si vedono molti ragazzi, il che è sintomatico di quanto valga per molti giovani d'oggi la letteratura (non tutti per carità, non voglio generalizzare. Ovviamente qui parlo solo di quelli a cui non importa nulla dei libri).
C'è però da metter in chiaro le differenze fra ragazzi e ragazze.
Le ragazze (parlo di adolescenti) mi chiedono libri di cantanti che non ho mai sentito in vita mia (sono vecchio) questo è il periodo di un certo Justin Bieber ribattezzato da me Justin Biberon perché avrà si e no dieci anni. Ma chi è il figlio segreto di Cristina D'Avena? Canta la colonna sonora dei Puffi? Gli fanno concludere i concerti alle otto di sera perché per le dieci deve essere a letto?
Quando sorrido imbarazzato chiedendo chi diavolo sia il personaggio di turno che mi stanno chiedendo loro mi guardano come se fossi una mummia appena dissotterrata. Faccio notare loro che ho solo trentacinque anni e ci manca poco che mi chiedano se ho fatto la seconda guerra mondiale.
Però le ragazzine sono carine. Leggono molto di più dei maschi (anche se amano i generi “improbabili” come quelli sui vampiri), si scambiano consigli sulle autrici e sugli autori, sono informatissime sulle nuove uscite.
Ma il mio metro di valutazione è il settore QUEER, il mio orgoglio, il settore che ho voluto ad ogni costo, che ho creato e che seguo con dedizione quasi maniacale. Si trova in bella vista appena scese le scale nel settore di saggistica, tengo sempre in evidenza le novità e cerco di tenere anche una scelta di film a tematica omosessuale. Il libro più sfogliato (tanto che per un periodo abbiamo messo l'etichetta: “Il libro più sfogliato della libreria”) è un libro fotografico sul Gay Pride ad opera di Oliviero Toscani. Non mi è mai successo di sentire una ragazza dire qualcosa di negativo contro le persone omosessuali guardando il settore QUEER, anzi, al contrario, trovano dolcissima la storia d'amore di Jack Twist e Ennis del Mar in I segreti di Brokeback Mountain, hanno riso e pianto durante la visione del film Transamerica e conoscono molti dei libri a tematica esposti. Non hanno paura di farsi vedere davanti al settore, non si vergognano di parlare di omosessualità. L'unica volta che una ragazza ridendo ha detto “il settore dei depravati” le amiche che erano con lei l'hanno sgridata e lei si è affrettata a dire che scherzava.
I maschietti invece devono tenere salda la tradizione machista italiana. Quando si avvicinano per chiedermi il libro del calciatore di turno e io li guardo e chiedo che genere tratta l'autore che mi stanno chiedendo loro rimangono stupiti. Ma come, hanno davanti un uomo che non sa nulla di calcio?
Ma la cosa più terribile è quando arrivano al settore QUEER. Quando li vedo in cima alle scale, nonostante io sia, come ho già detto, ateo, comincio a pregare che nessuno di loro si fermi a guardare i libri di cultura omosessuale. Ovviamente le mie preghiere cadono nel vuoto loro cominciano a ridere come pazzi usando parole come “froci”, “busoni”, “culattoni” continuando a dire “che schifo” mentre non riescono a distogliere lo sguardo dalle immagini del libro di Toscani. E quando mi avvicino e glielo sfilo dalle mani guardandoli con aria minacciosa loro si zittiscono all'istante e se la filano a gambe levate. I più giovani poi cominciano a darsi a vicenda del frocio e, a volte, arrivano alle mani con spintoni, calci e schiaffi. Una volta ho dovuto mandare via tre bambini (erano effettivamente dei bambini) che disturbavano gli altri clienti discutendo ad alta voce di come si violenta una donna.
Non sono tutti così, ovviamente. Uno dei nostri migliori clienti (anche se non compra mai niente) è un bambino che avrà dieci anni di età, dopo la scuola (a dire il vero a volte viene anche durante le lezioni) viene a leggere il libri. Si prende due o tre libri e rimane ore perso nei suoi mondi letterari. È uno su cento ma è pur sempre una speranza.
Marino Buzzi
P.S.
Vi ricordo anche l'altro mio blog, quello serio ;)
mercoledì 5 gennaio 2011
Come sono snob questi librai
Con l’avvento della mercificazione della cultura è diventato d’uso comune pensare che tutti i libri, per il semplice fatto che sono stati scritti, abbiano lo stesso peso culturale.
È una demerita sciocchezza, ovviamente, nessun bravo libraio penserebbe mai che un libro di Camus ha lo stesso valore di un libro di Brosio. Il mercato è saturo di scrittori improvvisati che raccontano storie improbabili di conversioni sulla via di Damasco.
Esiste il filone delle storie di vita di ex star della TV, quello dei personaggi “famosi” caduti in disgrazia, quelli che si sono messi a scrivere libri di cucina e, soprattutto, quelli che hanno scoperto il business della fede.
Medjugorje va per la maggiore (si vocifera addirittura di un ex partecipante all’isola dei famosi, artista del niente, che, insieme ad altri personaggi come la Di Lazzaro e, appunto, Brosio, hanno scoperto che la fede fa vendere) ma sono aperti i casting ai luoghi della fede per eventuali conversioni, ai primi posti Lourdes e fra i religiosi più accreditati padre Pio.
Lo so, lo so, sono un libraio senza Dio, ateo e pure sbattezzato, anche un po’ frocio a dirla tutta, chissà che non trovi anche io, un giorno, la strada per la conversione. Magari divento etero e Povia può farci una canzone.
Un’altra intendo.
La frustrazione nel dover, ogni giorno, confrontarsi con autori e autrici che vengono spacciati/e per geni, novelli Capote o Harper Lee de noartri, genera nel libraio una sorta di snobismo culturale per il quale si tende a “rifiutare” il libro troppo sponsorizzato.
Lavorando in saggistica il mio rancore culturale si orienta verso quegli autori che, sfruttando il proprio “successo” televisivo, hanno pensato bene di scrivere un libro senza il quale l’umanità rischierebbe l’estinzione.
Quando la signora (dico signora perché, per il libro di cui sto parlando, la clientela è composta in maggioranza da donne over 45 all’apparenza borghesi) completamente ricoperta da pelliccia (compreso cappello, guanti e scarpe) per vestire la quale, probabilmente, hanno sterminato tutte le marmotte dell’Alaska, mi chiede il libro di Carlo Conti io sento lo stomaco irrigidirsi e cominciare a secernere l’acido gastrico che mi provocherà, prima o poi, un’ulcera di dimensioni stratosferiche.
Il presentatore più lampadato della storia ha un grande ascendente sulle teledipendenti italiane, le signore ci sono affezionate quasi quanto alla Clerici (c’è stata quasi una rivolta popolare nel periodo in cui l’avevano sostituita alla prova del cuoco), Conti è il marito che ogni signora impellicciata d’Italia vorrebbe avere.
Ma santo cielo, lo vedi ogni sera, feste comprese, in TV che bisogno hai di comprare un inutile e assurdo libro come il suo? Vuoi davvero che Carlo Conti sia il tuo ultimo pensiero prima di addormentarti?
Potresti scriverlo tu un libro:
“Noi che… si guarda Carlo conti in TV e non si può fare a meno di comprare il suo libro.”
Di solito, la signora impellicciata, è accompagnata da un’amica che ha preferito sterminare i visoni alle marmotte e che esclama guardandomi con aria di complicità:
“Certo che oggi scrivono proprio tutti, eh?”
Certo che scrivono tutti. Perché non dovrebbero farlo se poi c’è qualcuno disposto a comprare i loro libri?
Una delle scene che si ripetono di più è quella del “rimbalzo” da un piano all’altro dei libri che nessuno vuole esporre.
Lo dico per non essere licenziato (non si sa mai) purtroppo, e sottolineo purtroppo, tutti i libri che arrivano in libreria, anche i più inutili e quelli scritti peggio, vengono esposti.
Ma questo non significa che io esponga volentieri alcuni libri. Bisognerebbe avere il coraggio di dire: “No, io questo libro non lo espongo. È un insulto all’intelligenza.” Ma, si sa, nessuno campa d’aria e lo stipendio, anche se ridicolo, fa comodo a tutti.
“Lo prendi tu questo?”
“No, no guarda non ci penso proprio.”
“Ma di che parla?”
“Medjugorje.”
“Sì ma lui è un ex calciatore mandiamolo su in sport….”
Io le mie piccole, piccolissime soddisfazioni me le prendo sempre, però, in modo quasi ingenuo, facendo davvero la parte di quello che non conosce il testo che gli stanno chiedendo (sono un piccolo bastardo, lo so).
Come quella volta che un signore mi ha chiesto il libro dei Cesaroni. Figurati se non so cosa sono i Cesaroni, uno dei grandi modelli televisivi italiani (non ci stupiamo se siamo messi così male).
L’ho guardato dritto negli occhi con uno sguardo da cerbiatto.
“Scusi?”
“Il libro dei Cesaroni.”
“Mi perdoni… cosa sono i Cesaroni?”
Lui mi ha guardato come se fossi un marziano
“È un telefilm che danno in TV.”
“Ah…”
Ho risposto e in quella esclamazione, sibilata con aria di sopportazione, c’era tutta la mia frustrazione di novello libraio.
Marino Buzzi
È una demerita sciocchezza, ovviamente, nessun bravo libraio penserebbe mai che un libro di Camus ha lo stesso valore di un libro di Brosio. Il mercato è saturo di scrittori improvvisati che raccontano storie improbabili di conversioni sulla via di Damasco.
Esiste il filone delle storie di vita di ex star della TV, quello dei personaggi “famosi” caduti in disgrazia, quelli che si sono messi a scrivere libri di cucina e, soprattutto, quelli che hanno scoperto il business della fede.
Medjugorje va per la maggiore (si vocifera addirittura di un ex partecipante all’isola dei famosi, artista del niente, che, insieme ad altri personaggi come la Di Lazzaro e, appunto, Brosio, hanno scoperto che la fede fa vendere) ma sono aperti i casting ai luoghi della fede per eventuali conversioni, ai primi posti Lourdes e fra i religiosi più accreditati padre Pio.
Lo so, lo so, sono un libraio senza Dio, ateo e pure sbattezzato, anche un po’ frocio a dirla tutta, chissà che non trovi anche io, un giorno, la strada per la conversione. Magari divento etero e Povia può farci una canzone.
Un’altra intendo.
La frustrazione nel dover, ogni giorno, confrontarsi con autori e autrici che vengono spacciati/e per geni, novelli Capote o Harper Lee de noartri, genera nel libraio una sorta di snobismo culturale per il quale si tende a “rifiutare” il libro troppo sponsorizzato.
Lavorando in saggistica il mio rancore culturale si orienta verso quegli autori che, sfruttando il proprio “successo” televisivo, hanno pensato bene di scrivere un libro senza il quale l’umanità rischierebbe l’estinzione.
Quando la signora (dico signora perché, per il libro di cui sto parlando, la clientela è composta in maggioranza da donne over 45 all’apparenza borghesi) completamente ricoperta da pelliccia (compreso cappello, guanti e scarpe) per vestire la quale, probabilmente, hanno sterminato tutte le marmotte dell’Alaska, mi chiede il libro di Carlo Conti io sento lo stomaco irrigidirsi e cominciare a secernere l’acido gastrico che mi provocherà, prima o poi, un’ulcera di dimensioni stratosferiche.
Il presentatore più lampadato della storia ha un grande ascendente sulle teledipendenti italiane, le signore ci sono affezionate quasi quanto alla Clerici (c’è stata quasi una rivolta popolare nel periodo in cui l’avevano sostituita alla prova del cuoco), Conti è il marito che ogni signora impellicciata d’Italia vorrebbe avere.
Ma santo cielo, lo vedi ogni sera, feste comprese, in TV che bisogno hai di comprare un inutile e assurdo libro come il suo? Vuoi davvero che Carlo Conti sia il tuo ultimo pensiero prima di addormentarti?
Potresti scriverlo tu un libro:
“Noi che… si guarda Carlo conti in TV e non si può fare a meno di comprare il suo libro.”
Di solito, la signora impellicciata, è accompagnata da un’amica che ha preferito sterminare i visoni alle marmotte e che esclama guardandomi con aria di complicità:
“Certo che oggi scrivono proprio tutti, eh?”
Certo che scrivono tutti. Perché non dovrebbero farlo se poi c’è qualcuno disposto a comprare i loro libri?
Una delle scene che si ripetono di più è quella del “rimbalzo” da un piano all’altro dei libri che nessuno vuole esporre.
Lo dico per non essere licenziato (non si sa mai) purtroppo, e sottolineo purtroppo, tutti i libri che arrivano in libreria, anche i più inutili e quelli scritti peggio, vengono esposti.
Ma questo non significa che io esponga volentieri alcuni libri. Bisognerebbe avere il coraggio di dire: “No, io questo libro non lo espongo. È un insulto all’intelligenza.” Ma, si sa, nessuno campa d’aria e lo stipendio, anche se ridicolo, fa comodo a tutti.
“Lo prendi tu questo?”
“No, no guarda non ci penso proprio.”
“Ma di che parla?”
“Medjugorje.”
“Sì ma lui è un ex calciatore mandiamolo su in sport….”
Io le mie piccole, piccolissime soddisfazioni me le prendo sempre, però, in modo quasi ingenuo, facendo davvero la parte di quello che non conosce il testo che gli stanno chiedendo (sono un piccolo bastardo, lo so).
Come quella volta che un signore mi ha chiesto il libro dei Cesaroni. Figurati se non so cosa sono i Cesaroni, uno dei grandi modelli televisivi italiani (non ci stupiamo se siamo messi così male).
L’ho guardato dritto negli occhi con uno sguardo da cerbiatto.
“Scusi?”
“Il libro dei Cesaroni.”
“Mi perdoni… cosa sono i Cesaroni?”
Lui mi ha guardato come se fossi un marziano
“È un telefilm che danno in TV.”
“Ah…”
Ho risposto e in quella esclamazione, sibilata con aria di sopportazione, c’era tutta la mia frustrazione di novello libraio.
Marino Buzzi
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