venerdì 19 agosto 2011

Giardino di cemento

Ma quante ne so?


Interno famigliare senza pietà.
Un uomo irascibile, un capofamiglia che ha perso il proprio ruolo nella società, un giardino che, improvvisamente, l'uomo decide di coprire con il cemento. Un giardino di pietra che esprime benissimo l'aridità dei rapporti famigliari e umani. Dietro il padre una moglie fragile e quattro figli: Julie, la maggiore dei figli, lo spirito ribelle alla scoperta del mondo e dell'amore, Jack un ragazzino foruncoloso che non ama particolarmente lavarsi e che scarica le proprie tensioni masturbandosi, la giovane Sue con i suoi libri e il suo diario segreto e Tom, il più piccolo della famiglia, che forse vuole essere una bambina o forse vuole tornare un bimbetto di pochi anni.
Quando il padre muore, finendo con la faccia a terra su quel giardino di cemento che aveva tanto desiderato, il fragile equilibrio della famiglia va in pezzi. I ragazzi sono lasciati a loro stessi, la madre, sempre più fragile e malata, sembra abbandonarsi al suo destino. Tutto sembra scorrere nella normalità, gli assolati pomeriggi estivi si lasciano vivere con noia e in modi differenti dai quattro ragazzi. Ma la vita vuole trasformare anche le loro esistenze in piccoli giardini di cemento e, mentre i quattro cercano ad ogni modo di restare insieme, i sentimenti si fanno spazio nell'aridità della vita.
Ian McEwan nel suo Giardino di cemento (Einaudi, 170 p, € 9,50) mette in scena il teatro della vita mostrandone tutte le fragilità, con estrema bravura e dolcezza ci dipinge un universo di solitudini in cui i ruoli si rovesciano: sono i figli che accudiscono la madre, che prendono le decisioni, che commettono errori. E la strada verso gli inferi è spianata dagli adulti, estranei al mondo dei quattro ragazzi che, in questo loro microuniverso, fanno della piena libertà, dell'anarchia e dell'amore la propria quotidianità.
Marino Buzzi

2 commenti:

  1. Ok... Va bene... Ma qualcosa di più allegro? Sono in vacanza con i miei 3 figli... Un po' di positività? Guarda che te li porto in libreria mentre mangiano il gelato eh!

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  2. :) Tesoromica sono un lettore medio! Io sono IL libraio! Che nun lo sai che noi librai leggiamo solo cose intellettualose? Mentre ci sei non è che porteresti un gelato pure a me? ;)

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