Come vi avevo annunciato c'è una sorpresa natalizia per tutt* voi. Un brevissimo racconto inedito sui non morti che ci assomigliano molto di più di quel che pensiamo...
Buone feste e buona lettura.
Marino
All'improvviso comparvero i morti.
Non erano come quelli descritti in letteratura e neppure nei film, di quelli che camminavano lenti o veloci, a seconda dell'interpretazione. Non cercavano di fare del male ai viventi, non si nutrivano di cervello. Non si nutrivano affatto a dire il vero. Non morivano se gli sparavi alla testa. In effetti era un'idea malsana, come si può uccidere chi è già morto? Semplicemente non si può. Comparvero, una notte come tante, sporchi di terra con le carni in putrefazione, terrorizzando l'intera popolazione di viventi. Intervenne l'esercito, qualcuno urlò alla fine del mondo, altri tirarono in ballo la religione. Ma i morti non portavano sventure o maledizioni, sembrava ignorassero persino il fatto di non essere più vivi. Cercarono di abbatterli senza riuscirci, i morti non portavano rancore nei confronti di chi metteva in corpo loro pallottole o contro chi faceva esperimenti per capire la causa di quelle anomalie. Erano quasi buffi da guardare, così scoordinati e silenziosi, con lo sguardo perso nel nulla. Il tanfo, però, dovuto all'inevitabile putrefazione delle loro carni, rendeva difficile restare loro accanto. Spesso si muovevano in gruppo, affollavano le strade, indossavano l'abito che altri avevano scelto per loro. Nessuno avrebbe mai immaginato che, prima o poi, sarebbero tornati. Inizialmente i viventi più romantici andarono in cerca dei loro cari che un tempo erano scomparsi e poi, d'improvviso, riapparsi. Ma non c'era memoria in quegli involucri marcescenti, non c'era battito o sangue. Tutto era fermo nei loro corpi e anche loro, a ben pensarci, erano fermi. Fermi al momento precedente la morte, fermi alla vita che non avevano mai accettato di abbandonare. Rimanevamo, per i primi tempi, noi vivi, chiusi in casa, terrorizzati da quel mondo che avevamo sepolto e che avevamo cercato di dimenticare. Persino dopo che le autorità ci avevano assicurato che questi ex vivi non erano pericolosi, cercavamo di restare lontani. Li osservavamo dalle nostre case, lamentandoci del tanfo, chiedendo alla polizia di allontanarli dalle nostre proprietà, di rinchiuderli in qualche centro, di costruire muri alti attorno ai cimiteri così che nessuno di loro potesse uscire. Ma ogni ostacolo era stato superato, non sapevamo come ma questi corpi morti riuscivano a trovare il modo di arrivare sino a noi. Forse era abitudine, forse solo il desiderio di calore. O forse erano le luci e i suoni, qualcosa che sembrava ancora fare effetto sul loro mondo buio e silenzioso.
La paura lasciò il posto al disgusto e poi, una volta esauritosi anche quello, una volta fatta l'abitudine al tanfo, i morti divennero come invisibili.
Lentamente, chetate le isterie collettive, appurato che i morti non erano venuti per farci del male, che non erano una punizione divina o il frutto di qualche esperimento, i viventi cominciarono a non interessarsi più ai morti e nessuno ci fece più caso.
I morti andavano in televisione, ai reality, facevano soldi grazie ad ospitate in discoteche, andavano ai supermercati, in libreria, nei centri commerciali.
Giorno dopo giorno i morti si mescolarono ai vivi finché, alla fine, non si riuscì più a distinguere gli uni dagli altri.
Marino Buzzi
Bella l'idea finale. Bravo ;)
RispondiEliminaTi consiglio il filmShaun Of The Dead che parla di un argomento molto simile. In Italia è stato chiamato L'alba dei morti dementi , infatti non l'ha visto praticamente nessuno.
RispondiEliminaAh, a proposito: tanti auguri!
Fantascienza o realtà?!?!? Spero tu abbia passato un buon Natale, senza morti viventi...
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