martedì 3 aprile 2012

Le ragioni dell'editoria


C’è tutta l’esperienza dell’uomo d’altri tempi nelle parole di Gianandrea Piccioli intervistato da Simonetta Fiori per Repubblica (in edicola oggi). Un curriculum di tutto rispetto, una conoscenza approfondita del settore libri, un’idea chiarissima di come sia cambiato il mondo dell’editoria. Mi rincuora scoprire che ci sono persone che non hanno perso la testa e che sanno bene che con tutte le stronzate new age che ci propinano oggi nel mondo dell’editoria ( e sto parlando di meccanismi non di libri sulla new age) sprofonderemo nelle sabbie mobili della “nuova” economia.
Riporto solo due passaggi dell’intervista e vi invito a leggere l’articolo che merita davvero. Alla domanda: “Quando l’editoria ha cominciato a cambiare?”, Piccioli risponde: “Quando l’editoriale ha ceduto il passo al commerciale. Prima i libri venivano decisi dal consiglio editoriale, che poi doveva confrontarsi con l’ufficio commerciale… Oggi il rapporto s’è rovesciato. È il commerciale che decide le linee del prodotto…  Il best seller, per esempio, si è trasformato in un genere. Ha perso unicità ed è diventato una collana. Così la qualità si abbassa… “
Altra domanda: “Lei ha lasciato una decina d’anni fa. L’editoria era già mutata?”
“Cominciava allora. Feci a tempo a frequentare i nuovi corsi tenuti dagli strateghi del marketing. Stranissimi e gentili signori spiegavano come doveva essere la mia postura mentre parlavo con i redattori, le spalle inclinate in un certo modo, non ricordo se io seduto e loro in piedi, o loro seduti e io in piedi…”
E questo, signori, è quello che avviene oggi.

3 commenti:

  1. Mai fidarsi di stranissimi e gentili signori... Soprattutto se parlano di posture.

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  2. Noi non sappiamo bene cos'è il pareggio di bilancio e tantomeno il lucro. Sappiamo che ci piace immaginare l'editoria (e lo Stato) come un qualcosa che vada al di sopra di queste volgari necessità.

    Sappiamo anche che un best seller non attira i best reader e confidiamo nel lungo periodo perché, nel lungo periodo, sicuramente, qualcosa di bello dovrà pur accadere.

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  3. Da un lato Gianandrea Piccioli, "uomo d'altri tempi" (avercene!), che fotografa l'attuale situazione dell'editoria con implacabile lucidità; dall'altro, sul "Sole 24 ore", la signorina Giulia Ichino (cog-nomen omen...) che, con sommo sprezzo del ridicolo, sdottoreggia sul radioso futuro dell'editoria, privo, va da sé, di librerie, librai, carta stampata, etc...
    Come paragonare una Madonna di Raffaello con una crosta di Teomondo Scrofalo.

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