Ultimo post dedicato a Parigi per
parlarvi di una libreria (poteva mancare sul blog di un libraio?)
vicino a Notre Dame e al quartiere latino. La libreria, che mi aveva
consigliato Phoebe proprio qui sul blog, si chiama Shakespeare and Company ed è un piccolo mondo a parte nella caotica e bellissima
Parigi. Fuori qualche sedia in ferro battuto e un tavolino, libri
usati e nuovi, i best seller ci sono ma non hanno punti di
visibilità, c'è una divisione per argomento e all'interno
dell'argomento per autore. La cosa che salta all'occhio, in questa
libreria, sono proprio i libri. Qualcuno potrebbe pensare che è
un'affermazione sciocca la mia ma non è così. Entrando in questo
spazio culturale ho avuto la sensazione di entrare in una libreria
vera, vi assicuro che è una sensazione che non avevo da moltissimo
tempo. I libri sono posizionati in ogni angolo della libreria,
saranno più o meno 100 m di libreria e dentro ci sono almeno cinque
librai, ragazzi e ragazze giovani e preparati. Al piano di sopra un
ragazzo suonava divinamente il piano e c'erano persone estasiate che
ascoltavano sedute su un divanetto, un altro divanetto, a destra
della scala al piano superiore, era occupato da ragazzi che leggevano
fumetti. Una sala era occupata da un gruppetto di ragazze sedute
su divanetti antichi a parlare di libri.
È una piccola realtà nel cuore di
Parigi, ma è anche una realtà incredibilmente significativa. La
gente entra perché la libreria è un luogo magico, senza tempo,
dominata dalla cultura. E la gente che entra qualche libro lo compra
sempre.
Ora mi chiedo: da quanto tempo i
manager delle catene librarie non entrano in una libreria del genere?
Io ho immediatamente cominciato a fantasticare su una catena libraria
di questo tipo in cui l'incasso si fa non per il marketing o per
massificazione di prodotti che con il libro non c'entrano niente, ma
proprio, udite udite, con i libri e la cultura. È un'idea
irrealizzabile? Voi non entrereste in una grande libreria tutta in
legno con libri ovunque, vecchi e nuovi, senza giochetti di
marketing, senza specchietti per le allodole? Una libreria che dia la
possibilità di connettersi gratuitamente a internet e, allo stesso
tempo, metta a disposizione angoli per poter creare? O ascoltare
musica dal vivo? Jazz o classica? Pianoforte, violino, gruppi? Uno
spazio in cui i ragazzi e le ragazze si sentano liber* di entrare e
sedersi sul pavimento? Non possiamo cercare di essere innovativi
senza perdere, per forza, la nostra identità?
Sì! Penso che tu potresti riuscirci! Anche io sono stata in quella libreria ed è esattamente come la descrivi in questo post. Non ci pensavo da tempo, ma le emozioni che descrivi sono uguali a quelle che avevo provato io. Ho letto tutto il reportage.
RispondiEliminaUn abbraccio alle Madame 8solidarietà tra mamme eh!), che sono fantastiche, in versione "stravolta-chic" da viaggio a Parigi ;D!
Sarebbe stupendo se un sogno del genere potesse realizzarsi! Anche tu hai comprato qualcosa? :-)
RispondiEliminaAltro che entrare in una libreria così... io ci passerei tutto il giorno e mi porterei una brandina per dormirci anche!
RispondiEliminaStupenda...io, in una libreria così ci passerei le giornate!!!
RispondiEliminaLo sapevo che ti sarebbe piaciuta!!!!!!!!!
RispondiElimina:):):)
Che meraviglia...ma al giorno d'oggi è una realtà così rara purtroppo...
RispondiEliminaMi ha ricordato una libreria di Trastevere :)
RispondiElimina@Mammola: Ho visitato questa libreria un po' d'anni fa, e ricordo di avervi trovato al piano di sopra, in mezzo agli scaffali sdraiato su un divanetto, un ragazzo che dormiva con un libro in grembo. Mai visione mi parlò cosi tanto delle seduzioni di una libreria...
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