Giorni fa Shirley Finzi Loew (Un mio contatto su Facebook) mi
ha chiesto di poter tradurre una parte del primo capitolo di Un altro best seller e siamo rovinati in
ebraico (qui), ho trovato l’iniziativa davvero simpatica e utile così ho
accettato con entusiasmo. In una e mail
che mi ha inviato successivamente mi ha fatto notare che un suo contatto, leggendo
la traduzione, è rimasta colpita da una frase che per me non aveva nessun
significato: "fare il sapone con la liposuzione della tua vicina".
È davvero interessante notare come una frase che per me era
innocua per un’altra cultura assuma il sapore amaro di un passato tragico. Per
il popolo ebraico, che ha vissuto un’orribile persecuzione per millenni ed in
particolare nel periodo del nazismo, il sapone fatto utilizzando parti umane è
una tragica realtà.
A volte dimentico l’importanza e la forza delle parole.
Eppure per l’Almanacco Guanda (uscita maggio) ho scritto un pezzo sull’importanza
delle parole dal titolo: La parola frocio. Credo che l’intervento del contatto
di Shirley abbia aperto una porta nella mia mente: occorre riacquistare l’importanza
del significato delle parole, del valore delle frasi, del senso della storia. E
occorre comprendere e conoscere le altre culture, sia da un punto di vista
culturale che storico. Devo dire che scoprire che una frase scritta da me senza
nessun pensiero rivolto alla storia della Shoah (Stavo pensando invece al film
Fight Club) ma che ha creato interrogativo nelle lettrici e nei lettori di
origine ebraica mi ha riportato con i piedi per terra. Mi ha fatto capire che c’è
sempre un senso più profondo nel significato delle parole.
stamattina mentre leggevo il tuo commento, che effettivamente avevo subito ricondotto a fight club (le differenze culturali della nostra generazione sono davvero impressionanti) e mai alla storia recente del popolo ebraico, la mia collega che all'alba dei 50 anni non ha mai preso un aereo, mi chiede se per può mettere in valigia il suo spazzolino elettrico. Memore degli insegnamenti del film, le consiglio di togliere le batterie...o portarsene uno normale!
RispondiEliminanon c'entra niente, ma sono rimasta colpita dalla coincidenza.
buona settimana xx
Ogni popolo si porta dietro il proprio bagaglio, che lo fa reagire in modo diverso davanti alle medesime parole.
RispondiEliminaLo stesso vale per le singole persone, del resto. La prima cosa che ho collegato alla tua frase non era affatto un film, bensì la storia di Leonarda Cianciulli, serial killer di casa nostra che, con le 'amiche', ci faceva, appunto, saponi (e, quel che è peggio, dolciumi).
Ognuno ha i propri 'echi' :)
[Con questo messaggio esco dal mondo dei lurker e mi paleso: seguo da un po' il tuo blog, che è diventato un piacevole rito quotidiano, e per il quale ti faccio moltissimi complimenti! ^__^ Avrei anche un account Google da usare qui su .blogspot, ma son troppo pigra per loggarmi, per cui spero basti una firma virtuale 'semplice' :D]
minty
Sono andata anche io subito alla Cianciulli, con la mente.
RispondiEliminaLa distanza culturale da certe tragedie è enorme, mi sono accorta. E non dovrebbe essere così. Le tragedie insensate dovrebbero essere patrimonio intellettuale e doloroso di tutti.
Complimenti per ciò che scrivi. Ti seguo, ormai, giornalmente. Il peso delle parole è ciò che di più concreto possa esistere.
Io penso invece che dal contesto si capisca benissimo se una frase è usata per "ferire" o no e lo si può fare proprio tenendo conto delle differenze culturali.
RispondiEliminaSono sempre diffidente nei confronti di chi si "scandalizza" troppo facilmente...
ilcomizietto
Ciao, non credo che il contatto di Shirley si sia scandalizzato. Solo ha fatto notare le differenze culturali.
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