Libri.
Nello zaino del buon libraio,
quest'anno, non mancano:
Alan Bennett Una vita come le altre
Cristina de Stefano Belinda e il mostro
Ian McEwan Lenzuola. Primo amore.
Dennis Patrick Zia Mame
Mishima Yukio Confessioni di una
maschera.
Attrezzatura.
Picchetti, una grande mazza,
materassini gonfiabili con pompa annessa, brandina (per il compagno
esigente), fornello da campo, bombola gas, luce da campo, prese e
fili di ogni genere, tavolino, sedie, cucina da campo (piatti,
forchette, coltelli, cucchiai, cucchiani, bicchieri, pentolame
vario), sacchi a pelo, coperte, cuscini, asciugamani piccoli e
grandi, sedie particolari, fatte in legno, che permettono di
stendersi in stile sdraio, cibi vari, una spugna, prodotti
ecocompatibili per pulire le stoviglie, sacchi per la spazzatura,
luce manuale (si ricarica con la manovella), computer portatile per
scrivere i pensieri del libraio, macchina fotografica.
Cartina e Tenda.
Non a caso ho lasciato questi due
essenziali oggetti per ultimi per due motivi.
La cartina serve a quei pochi, e noi
siamo fra loro, che ancora non hanno un navigatore satellitare. Ma
serve anche a dare il via a scenette esilaranti con gentili inviti
reciproci ad andare a quel paese fra guidatore e passeggero che è il
sottoscritto e che ha sulle spalle il peso di leggere la cartina
stradale. E, visto che ogni anno, mi dimentico come si fa devo
ricominciare continuamente da zero con incazzatura del guidatore che
vuole risposte alla velocità della luce. E ho capito che stai
guidando ma almeno dammi il tempo di capire dove siamo e dove stiamo
andando e poi, guarda, sono certo che la strada che stiamo
percorrendo NON esiste sulla cartina quindi dobbiamo per forza essere
finiti ai confini della realtà. Sì, lo so che sono io che ho la
cartina ma se fai i 150 non ho nemmeno il tempo di vederlo il
cartello con le indicazioni e se poi superi un camion dietro l'altro
e le indicazioni rimangono coperte dai Tir io che colpa ne ho?
Comunque, tecnicamente, non ho sbagliato strada. Questa è una
scorciatoia, vedi? Solo che invece di essere corta è lunga e cosa
vuoi che siano 40 km in più? Tanto siamo in vacanza.
Dovete sapere che la mia cartina, alla
fine della vacanza, non solo è piena di sottolineature, punti di
domanda, cerchietti e cuoricini vari, appunti di viaggio tipo: “Chi
guida è stronzo” e amenità di questo tipo ma ha anche, ai lati,
l'impronta delle mie mani strette a pugno da quanto sono teso per
questa cosa di leggere la cartina perché, nel caso non lo aveste
ancora capito, io mi stresso con tutto anche con lo Yoga. Anzi,
soprattutto con lo Yoga. Ma come diavolo si fa a rilassarsi mentre ti
spezzi la schiena per toccarti con la punta del naso le dita del
piede sinistro?
Comunque un'altra cosa che mi stressa
di brutto è dover montare la tenda. Quando andiamo in campeggio
guardo sempre con invidia le tende dei nostri vicini. Sono piccole e
maneggevoli, di quelle che togli un elastico le lanci in aria e, come
per magia, ecco che la tenda è pronta. Invece noi no. Noi si deve
andare in giro con una tenda che non è una tenda. È un
transatlantico. Così, quando per esempio dobbiamo chiuderla per
partire o spostarci in un altro campeggio ci impieghiamo ore. I
vicini si svegliano alle 7.30, fanno due mosse dai Macarena e la
tendina è bella che chiusa, alle 7.45 inforcano la via mentre noi,
se ci svegliamo allo stesso orario, alle 10.30 siamo ancora lì che
cerchiamo di piegare il transatlantico. Anche in questo caso, siccome
sono tardo, ogni anno mi dimentico come si monta così finiamo, io e
il mio compagno di viaggio, per dirci paroline gentili per tutto il
tempo anche perché ogni cosa che faccio o tocco non gli va bene e,
quando per protesta, smetto di fare qualsiasi cosa lui mi guarda come
dire: “Perché non stai facendo nulla?”. Mi sembra quasi di esser
tornato bambino quando mio papà mi portava con sé per aiutarlo in
qualche lavoretto e siccome a me non me ne poteva fregare di meno lui
passava tutto il tempo a rimbrottarmi perché quel tubo che mi aveva
detto di tenere dritto, non so bene come, era finito sul pavimento
mentre rincorrevo qualche simpatico animaletto. Così lui si
innervosiva e finiva con il fare i lavori da solo e io rimanevo lì,
immobile ad annoiarmi come non mai, chiedendomi perché mai mio padre
dovesse chiedere il mio aiuto quando era chiaro che non avevo nessuna
intenzione di aiutarlo. Stessa cosa avviene con la tenda. Se volevo
imparare a montare una tenda andavo nei Boy scout che ho anche
qualche conto in sospeso con quei accendifuocosolosenonseigay in
braghette corte.
Comunque montare la tenda è sempre
un'avventura anche se, lo devo ammettere, quando è montata fa la sua
sporca figura.
Lo stile prima di tutto.
Amo la natura ma non rinuncio allo
stile. Così, mentre i nostri vicini indossano per giorni lo stesso
paio di infradito, gli stessi pantaloncini corti e la stessa canotta
io parto con sei valigie che poi diventano tre perché
l'accompagnatore, a mia insaputa, le scarica prima di partire.
Peccato che scarichi proprio quelle con i vestiti che volevo
assolutamente indossare durante la permanenza in campeggio.
Prodotti.
Spazzolino, dentifricio, spray anti
zanzare, deodorante, docciaschiuma e shampoo non testati sugli
animali, meglio se ecocompatibili. Se non lo fate per i vostri
capelli almeno fatelo per i ragni e le altre migliaia di insetti che
si faranno la doccia con (o su di) voi. Lenti a contatto, gel al
miglio e grano dell'erbolario (perché siamo campeggiatori esigenti),
qualche essenza, crema per le mani e per il corpo (per la gioia di
moscerini e zanzare, diventerete il piatto del giorno), forbicine,
pinzette per le sopracciglia (vorrete mica avere dei terribili
peletti, vero? Cosa diranno di voi le mucche che pascolano a fianco
della vostra tenda?), schiuma da barba, lamette, ceretta e,
soprattutto, la cosa che nessun bravo libraio campeggiatore dovrebbe
lasciare a casa.
La crema all'acido Ialuronico!
Bene ora che vi siete tirati a lustro,
impomatati e agghindati come Oscar Wilde potete anche sedervi
all'ombra di un albero a leggere uno dei vostri libri.
Che sia il caso di dire 'NON HO PAROLE?'
RispondiEliminaGoditela...
tu e il tuo compagno alle prese con la cartina e la tenda sembrate me e mio marito... mi hai ricordato di un viaggio di qualche anno fa in macchina! :))
RispondiEliminaBelin che vacanza! Perché non compri il Tom Tom e non vai in albergo così eviti di tornare al lavoro più incazzato di prima?
RispondiEliminaStesso tuo identico rapporto con la cartina! Vissuto sia da navigatore sia da autista. Però vuoi mettere la soddisfazione di perdersi per conto proprio, facendo tutto da soli, anziché perdersi con l'aiuto del Tom Tom o chi per esso?
RispondiEliminaBuone vacanze a voi.
'una grande mazza [...] con pompa annessa': buon divertimento!!! ;)
RispondiEliminaNooo... Non é possibile... Tu sei ME!!!!
RispondiEliminasoppa che roba, mi è sembrato di rileggere Tre uomini in barca e mi fai ridere altrettantoooooo
RispondiEliminaciao da Nicoletta