Partiamo da Dieppe di buon mattino e
torniamo, senza Tour de France, a Fécamp. L'idea iniziale di andare
direttamente a Cap de la Hague svanisce man mano percorriamo la
strada. È quasi tutta costa tranne il pezzo di strada che ci porta
da Fécamp sino a Honfleur. Attraversiamo, devo ammetterlo con un po'
di ansia da parte mia, l'enorme pont de Normandie aperto nel 1995 una
costruzione davvero imponente e bellissima, così alta che a un certo
punto sembra di poter toccare il cielo. Abbiamo qualche problema
dalle parti di Caen per via di una strada che proprio non riusciamo a
trovare e poi imbocchiamo la D 514 che ci permette di attraversare la
costa e di visitare i luoghi dello sbarco alleato in Normandia. Da
Dieppe sino a Deauville incontriamo bandiere Canadesi ovunque che
vanno poi, via, via scomparendo lasciando il posto a quelle inglesi e
americane. Troviamo moltissimi turisti anglosassoni, qualche tedesco,
francesi, americani, olandesi, svedesi e norvegesi ma, a parte noi,
non c'è traccia di turisti italiani. Ripercorriamo i luoghi dello
sbarco visitando le spiagge e i fortini, sulle alture troviamo le
tracce di vecchi appostamenti, qualche carro armato, ruderi
abbandonati in mare. Giungiamo, lentamente, a Omaha Beach e certo che
se volevo tirarmi su di morale non potevo scegliere luogo migliore
del cimitero americano dei caduti durante lo sbarco. Una distesa
immensa di croci bianche su un promontorio che si affaccia su Omaha
Beach, per gli americani di religione ebraica hanno fatto lapidi a
forma di stella. C'è ancora chi va alla ricerca della tomba di
qualche parente, di un nonno, forse, e lascia fiori e bandiere
americane. Penso che questi corpi non sono mai più tornati in
patria, che per chi è rimasto in America, ad aspettare figli,
mariti, fratelli o padri che non sono più tornati, non è stata data
neppure la consolazione di un corpo. Solo una bandiera,
probabilmente, mentre in quella follia che si chiama guerra le vite
di migliaia di persone sono svanite in un attimo. E poi penso alla
follia, una vita sola e passiamo il tempo a farci la guerra. E poi
penso che sono più depresso di quando sono partito e forse la
prossima volta è meglio che vado a Disneyworld!
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