Mi allontano lentamente dalla porta
scorrevole, fortunatamente la serranda è ancora abbassata,
attraverso i piccoli fori posso vedere gli sguardi assassini di
quelli che, con tutta probabilità, sono i primi infettati. Li
chiamano Clienti. Si ammassano contro la serranda spingendo e
cercando di entrare. Litigano fra loro con voci ancora impastate dal
sonno, dicono cose senza senso del tipo: “Chi è l'ultimo?”
oppure: “Ci sono prima io!” e si guardano in cagnesco pronti a
sbranarsi al primo cenno di risposta. Portano con se valigie cariche
di libri usati che poi useranno come armi contro coloro che stanno
dall'altra parte della barricata, siamo un drappello di uomini e
donne, ormai, asserragliati da giorni in questa libreria che
assomiglia sempre di più a un campo di battaglia. Libri ovunque,
pilette tutte storte, e polvere. Tanta, tantissima polvere. Computer
fumanti accesi 24 su 24, telefoni che squillano in continuazione,
sono altri “Clienti” che vogliono sapere se abbiamo uno, anzi no
due, anzi no l'intera lista di libri per la scuola al telefono.
Ma noi non diamo questo genere di
informazioni al telefono perché il telefono lo ha infettato il
magazziniere con il suo maledetto sudore, il magazziniere lo abbiamo
perso, abbiamo dovuto abbatterlo a forza di fargli inscatolare libri
per la resa. Erano così tanti che alla fine gli sono cadute entrambe
le braccia. Anche la collega Sergente Istruttrice sembra aver
contratto questo strano virus, assomiglia a quello della rabbia,
provoca effetti strani su chi lo ha preso: un continuo appetito, un
desiderio costante di caffè, tic nervosi sotto l'occhio destro,
tremori e contrazioni muscolari, schiuma alla bocca, occhio da
“triglia” dopo la centesima lista di libri scolastici o dopo la
milionesima domanda su come fare per venire a vendere i libri di
scuola.
Torpore alle mani, rottura della
mascella.
La Sergente Istruttrice urla contro
distributori immaginari rei, a suo dire, di non aver consegnato libri
scolastici ordinati settimane fa. Chiede vendetta. Ormai è perduta,
dovremmo abbattere anche lei.
Sento qualcuno che sta aprendo le
porte. È la Collega Bebè a Bordo. Il virus ha preso anche lei, sta
facendo entrare i clienti.
Questo è il mio ultimo messaggio.
È finita.
Mettetevi in salvo voi che potete.
L'inizio delle scuole deve essere tremendo come i saldi di una volta, quando i compratori arrivavano armati e si contendevano un paio di scarpe a forza di rivoltellate!
RispondiEliminaaddio
RispondiEliminaOddio, tra poco sarò Cliente per la prima volta, mio figlio inizia le medie... già mi immagino nel set di Space Invaders :(
RispondiEliminaMeno male che le nuove generazioni non sapranno leggere né scrivere, così questo abominio avrà termine.
RispondiEliminaMi ricorda le code fatte dall'altro lato della barricata. Sì, è una guerra!
RispondiEliminaPUAHAHAHAHAHAHAHA!!! Posso venire a lavorare con voi? XD
RispondiEliminaoh marino, quindi come va ora? col caldo la fila è scemata un po'?
RispondiEliminaciao da nicoletta libraia non scolastica