G.A.Y
Particolare denominazione che accomuna
migliaia di persone in tutto il mondo e che ha avuto fra i/le
propri/e fila scrittori e scrittrici di incredibile valore. Con il
tempo la denominazione è diventata di origine controllata per
autenticarne la veridicità ed è stata, lentamente, allargata a
persone di ogni estrazione sociale, culturale, religiosa e politica.
Si dice che in origine esistessero due totem. Uno detto della libertà
gaia (o Il grande Gaio) e l'altro detto della repressione infinita (o
Il grande Giovanardi). Per evitare roghi, persecuzioni di ogni tipo,
campi di concentramento, di internamento, cliniche psichiatriche,
torture, prigioni, impiccagioni, confino e lapidazioni (oltre a molte
altre simpatiche usanze tramandate nei secoli con l'appoggio delle
diverse religioni) i G.A.Y si sono dovuti/e nascondere per millenni
ma lo sbrilluccichio delle proprie anime, a un certo punto della
storia, ha cominciato ad essere sempre più visibile sino a quando il
27 giugno 1969 lo sbrilluccichio, la rabbia, la passione, è esplosa
nei Moti di Stonewall dopo l'ennesima violenta irruzione della
polizia nel bar gay in Chrystopher Street che si chiamava proprio
Stonewall Inn. La leggenda narra che Sylvia Rivera, transgender che
divenne un'icona de movimento GLBT, dopo l'ennesima provocazione da
parte di un agente reagì scagliandogli contro una bottiglia (o una
scarpa a seconda delle interpretazioni). Da quel momento le cose sono
lentamente e con fatica cambiate. Oggi noi G.A.Y siamo apparentemente
più liberi anche se le impiccagioni e le lapidazioni, in molte parti
del mondo, continuano e non solo nella parte di mondo considerata non
totalmente “libera”. Potrei citare, per esempio, il caso di
Matthew Shepard giovane gay statunitense torturato nel Wyoming.
Matthew morì cinque giorni dopo a causa delle torture. La sua
famiglia si è battuta per ottenere una legge contro l'omofobia che
porta il nome di Shepard e ha chiesto che ai due assassini del figlio
venisse risparmiata la vita. Al funerale e al processo, in risposta
alla civiltà di questa famiglia, molti predicatori ed estremisti si
sono presentati con cartelli che dicevano: “Dio odia i froci”,
“Matt Shepard marcisce all'inferno”, “L'AIDS uccide i finocchi
morti”. Il pastore Battista Fred Phelps arrivò persino a chiedere
di poter costruire un monumento di marmo e granito sul quale doveva
essere apposta una targa che diceva più o meno così: “MATTHEW
SHEPARD, entrato all'inferno il 12 ottobre 1998, in spregio
all'avviso di Dio: "Non avrai con maschio relazioni come si
hanno con donna: è abominio." Levitico 18:22”.
Anche se molte persone GLBT credono di
aver raggiunto pari diritti e dignità la situazione dei G.A.Y rimane
tristemente insoluta. Anzi negli ultimi anni sembra quasi ci sia
stata un'involuzione che ha riportato in auge stregoni che si
spacciano per psicologi e che si definiscono adepti della psicologia
“riparativa” (ovvero come tornare etero in cinque facili
lezioni). Ogni giorno assistiamo a una carrellata di politici
ignoranti e carichi di odio e pregiudizi e alle prediche
dell'imperatore bizantino che ogni tanto si affaccia dalla sacra
finestra. Visto che per questo libraio G.A.Y la memoria storica della
mia gente è importante e fondamentale per non tornare indietro, il
termine G.A.Y entra a tutti gli effetti nel mio particolarissimo
alfabeto.
Giacomo (Leopardi)
“Ciao sto cercando un libro di
Giacomo ma non mi ricordo il titolo.”
“Giacomo?”
“Ma sì dai, Leopardi!”
Ma che è un tuo amico?
Giacomo (Leopardi)
2 (Il ritorno)
“Scusa hai le
Perette morali?”
Occlusione intestinale? Sindrome da
intestino intellettuale? Hai provato in farmacia?
Giorni
Sempre
sull'attenti, sempre disponibili, sempre pronti a impilare
altovendenti, a mettere in vetrina il best seller di turno, a
chiederci perché mai non abbiamo ancora aperto quell'agriturismo che
tanto aneliamo.
Però siam sempre
lì. Persino in quei Giorni.
Noi librai in quei
giorni quando dobbiamo fare la ruota o stare a cavalcioni tutto il
giorno sulla moto... ma per fortuna che c'è Un regalo da Tiffany
pocket. Un regalo da Tiffany pocket io lo porto sempre con me perché
è il primo libro ripiegato in bustina che ti da protezione,
morbidezza e sicurezza.... Un regalo da Tiffany pocket.... sicuro e
vai...
Giovane Holden
Partiamo dal titolo che in originale è
The
Catcher in the Rye,
titolo evocativo che si rifà a una poesia (che
se non sbaglio è diventata poi una canzone) attribuita
al poeta e
compositore
scozzese (1759-1796) Robert Burns e che il nostro “giovane Holden”,
a un certo punto della storia, per rispondere alla sorella Phoebe che
gli chiede cosa voglia fare da grande, cita a memoria, sempre
se
non erro, storpiando la seconda strofa. Gioco probabilmente
intraducibile in italiano e, tutto sommato, il titolo appioppato nel
bel paese è decisamente meno pretestuoso dell'originale.
Avrete già capito, e so che molti/e di voi non saranno d'accordo,
che ho odiato il giovane Holden. Questo libro viene citato, spesso,
come il libro che ha cambiato la letteratura del novecento. E in
parte sono d'accordo. Infatti da quando si è attribuita una così
grande importanza a un libretto del genere le cose hanno cominciato
ad andare sempre peggio (sono cattivo lo so). Nella mia mente questo
libro appare come l'origine della costruzione dei successi
editoriali. La fama di scrittore solitario, schivo, che viveva come
un recluso senza avere contatti umani con il prossimo che Salinger è
riuscito a costruire attorno alla sua figura ha ispirato leggende
letterarie di ogni genere. Trovo molto più interessante il modo di
vivere di Salinger che la sua opera più importante. Si disse sin
dall'inizio che era un romanzo di formazione e da quel momento il
termine “ romanzo di formazione” è stato usato migliaia di
volte, spesso a sproposito rovinando intere generazioni di aspiranti
scrittori. Il giovane Holden non fa nulla di speciale, è un ragazzo
arrabbiato anche se l'origine della sua rabbia non è ben chiara.
Forse è un ribelle in fasce che non ha il coraggio di andare oltre,
forse è solo un adolescente viziato o forse è il risultato di una
società ipocrita e borghese. E forse Salinger, a un certo punto
della propria esistenza, ha fatto propria quella rabbia e ha
cominciato ad odiare quel libro e quel personaggio che aveva creato.
O forse voleva solo stare in pace per i fatti suoi. Fatto sta che a
me Il giovane Holden ha procurato un eritema letterario con relativa
incazzatura.
Oh... il ritorno del libraio.
RispondiEliminaE del nuovo libro, non dici nulla?
A me Il giovane Holden era piaciuto... Che dite, sarà grave?
RispondiEliminaOddende, son commossa! *_*
RispondiEliminaFinalmente qualcun altro che, come me, ha odiato "Il giovane Holden"! Cominciavo a credere di essere l'unica! A me lo diedero da leggere durante le vacanze, mi pare fossi alle medie (quindi dovevo avere 12-13 anni, circa), e ricordo che passai tutto il tempo a ripetermi che il protagonista era solo un frignoso viziato che si sparava pose da animuccia tormentata... Che davanti alla storia delle anatre mi caddero le braccia: non so i pennuti di Central Park, ma quelli di qui in inverno o emigrano (come insegna l'altro pa**osissimo libro: "Meraviglioso viaggio del piccolo Nils" - Selma Lagerlof, sappi che ti odio ancora!!!), o svernano nei loro ripari (all'interno di un parco pubblico solitamente ai ripari ci pensano i solleciti custodi, peraltro). Non ho mai capito cosa ci fosse da arrovellarcisi tanto, e perché quella frase sia ritenuta una tale pillola filosofica. A me sembrò solo sintomo di una perdita di contatto col reale degna del peggior solipsismo. Ma io son cresciuta in campagna, e la nonna le anatre le cucinava...
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Holden: Odiato forse no, l'ho letto per scelta e non per costrizione, ma mi ha annoiata parecchio.
RispondiEliminaSto ancora ridendo per le perette morali :D:D
Bella la prima voce del post.
Ho adorato il Giovane Holden. : (
RispondiEliminaVolevo dirti che hai scritto un post meraviglioso magari ti mando una mail
baci
E io che pensavo che "L'infinito di Leopardi" fosse "Leopardare"...
RispondiEliminabeh, è legale (oltre che possibile) fraintendere completamente qualunque libro, e questo vale anche per The catcher in the rye
RispondiEliminama se leggete prima le Nine Stories, e per esempio Un giorno ideale per i pesci banana, forse capirete meglio
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