Vi invito a leggere questa interessante
lettera firmata da molte e molti esponenti del mondo dell'editoria
apparsa oggi su Repubblica. Ne riporto il testo aggiungendo solo una
cosa: capisco che agli occhi dei lettori la legge Levi, legge che
viene continuamente aggirata, sia un male. Ma leggete bene la
lettera. Le librerie di catena arrivano ad ottenere il 40/45% di
sconto, le librerie indipendenti molto meno. Questo va a discapito
sia del prezzo originario del libro sia della bibliodiversità.
Perché in libreria trovate pile e pile di libri di Mondadori,
Rizzoli, Newton Compton, Giunti, ecc...? Perché molte di queste
sigle editoriali non sono solo case editrici (vedi Feltrinelli,
Giunti, Messaggerie, Rizzoli, Mondadori) sono anche distributori e
hanno anche le catene librarie. Ci può essere una vera concorrenza
in un mercato del genere? Può esserci una vera pluralità? O, al
contrario, ci sono forti conflitti d'interesse? Inoltre, aggiungo,
possibile che siamo messi così male, possibile che le case editrici
non abbiano altre carte da giocare che insistere sugli sconti? Anche
in questo caso, pare, siamo un'eccezione nel panorama librario
europeo (e forse internazionale). È una lotta contro i mulini a
vento, quando si parla di soldi ognuno di noi guarda il proprio
giardino e basta, ma è anche una lotta di civiltà e libertà. Se
non interveniamo in tempo il mercato del libro crollerà e trascinerà
con sé ogni forma di pensiero critico.
[da
La Repubblica - 8 Ottobre 2012]
Il 2 ottobre scorso, il Presidente dell’Antitrust, Giovanni
Pitruzzella, ha inviato ai Presidenti del Senato, della Camera, del
Consiglio e al Ministro per lo Sviluppo Economico, le sue “Proposte
di riforma concorrenziale ai fini della Legge annuale per il mercato
e la concorrenza per l’anno 2013”, nella quale raccomandava di
“eliminare il tetto agli sconti sui libri che limita la libertà di
concorrenza dei rivenditori finali, senza produrre sostanziali
benefici per i consumatori in termini di servizi offerti o di
ampliamento del numero di libri immessi sul mercato”.
L’enormità
di una simile richiesta è evidente per chiunque conosca l’anomalia
della situazione italiana in campo editoriale. Per gli altri,
richiede una spiegazione.
In Italia, un numero ristretto di gruppi
editoriali possiede l’intera filiera del libro e occupa, perciò,
in posizione dominante, tutti i passaggi: produzione, promozione,
distribuzione e vendita. I quattro gruppi editoriali – Mondadori,
Gems, Rizzoli e Feltrinelli – possiedono molteplici case editrici,
e poi case di distribuzione, catene librarie e società che
distribuiscono i libri in supermercati, discount, autogrill ecc.
(G.D.O.).
In altre parole, i 4 gruppi pubblicano, promuovono,
distribuiscono e vendono i loro libri attraverso società e punti
vendita di loro proprietà, mentre gli editori indipendenti devono
rivolgersi a loro per ogni passaggio, fino ad arrivare in libreria
con un margine di guadagno così ristretto da non potersi permettere
sconti ulteriori o promozioni. A loro volta, le librerie
indipendenti, che ottengono uno sconto sul prezzo di copertina del
30% (le catene librarie ottengono anche il 40/45), non hanno margine
sufficiente per praticare uno sconto ormai fisso del 15%. Di
conseguenza, i 4 gruppi inondano il mercato di libri scontati,
occupano i tavoli e le vetrine delle librerie, gli spazi dei
supermercati e così via, mentre tutta l’altra produzione libraria
è relegata in spazi angusti e nascosti, per lasciare visibilità
alle promozioni.
Negli altri paesi, le funzioni di editore,
distributore e libraio, sono nettamente separate e questo a vantaggio
di un mercato realmente libero.
L’Antitrust è stata costituita
nel 1990 per combattere simili situazioni di oligopolio e garantire
“il rispetto delle regole che vietano gli abusi di posizione
dominante e le concentrazioni in grado di creare o rafforzare
posizioni dominanti dannose per la concorrenza”.
La Legge Levi
per parte sua, è stata promulgata nel settembre 2011, dopo una
durissima e lunga battaglia, per “contribuire allo sviluppo del
settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla
promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura,
alla tutela del pluralismo dell’informazione”. Sebbene si ispiri
a leggi analoghe che vigono in Francia, Germania e Spagna (per citare
i paesi più vicini), che aboliscono o riducono drasticamente lo
sconto, la legge Levi consente uno sconto librario del 15% e un tetto
del 25% alle promozioni editoriali, per undici mesi all’anno,
dicembre escluso.
In un altro paese, l’Antitrust avrebbe
sostenuto la Legge Levi, che pone un freno all’oligopolio dei
gruppi editoriali.
Colpisce che la ‘raccomandazione’
dell’Antitrust avvenga solo 7 giorni dopo la verifica discussa alla
Camera il 25 settembre, in presenza della Commissione Cultura, Centro
per il Libro, del sottosegretario di Stato Peluffo, del Ministro
Ornaghi e di editori e librai coi loro rappresentanti. In questa sede
si manifestavano essenzialmente due posizioni: da una parte librai ed
editori indipendenti sostenevano che la Legge Levi avesse contenuto
la recessione del mercato librario (assai più forte in altri settori
dell’intrattenimento e dello spettacolo) e contribuito a un
abbassamento del prezzo dei libri – dall’altra, i 4 gruppi, con
qualche sfumatura, chiedevano in sostanza di vanificare la Legge
Levi, abolendo lo sconto alle promozioni editoriali, il limite di
durata e l’esclusione del mese di dicembre, e auspicando un mercato
selvaggio e oligarchico, in cui la Legge si riducesse a mero
strumento per difendere i loro libri dalla concorrenza di Amazon.
E
con chi si schiera l’Antitrust?
Editori e librai indipendenti chiedono che questa raccomandazione
venga ritirata dalle proposte del Presidente Petruzzella, che
l’Antitrust faccia onore ai suoi obiettivi, battendosi contro e non
a favore degli abusi di potere, e che la Legge Levi venga sostenuta e
messa in grado di servire i suoi scopi.
Ginevra Bompiani (nottetempo), Giuseppe Russo (Neri Pozza),
Antonio Sellerio (Sellerio), Luca e Mattia Formenton (Il saggiatore),
Carmine Donzelli (Donzelli editore), Daniela Di Sora (Voland), Emilia
Lodigiani e Pietro Biancardi (Iperborea), Marco Cassini e Daniele Di
Gennaro (minimum fax), Gaspare Bona (Instar libri e Blu edizioni),
Lorenzo e Rodolfo Ribaldi (la Nuova frontiera), Agnese Manni (Manni
editore), Sandro D’Alessandro (et al.), Monica Randi (Astoria),
Roberto Keller (Keller editore), Ada Carpi e Andrea Palombi
(Nutrimenti), Isabella Ferretti e Tommaso Cenci (66thand2nd),
Emanuela Zandonai (Zandonai edizioni), Yuri Garrett (Caissa Italia),
Massimiliano Franzoni (Mattioli 1885), Andrea Malabaila (Las Vegas
Edizioni), Fabrizio Felici (Felici Editore), Giuliana Fante (Edizioni
Corsare), Salvatore Cannavò (Edizioni Alegre), Giuseppe Maria
Morganti (Aiep Editore), Ugo Magno (Mesogea), Danilo Manzoni, (Leone
editore), Marco Nardini (edizioni La Linea), Cecilia Palombelli
(Viella), Walter Martiny (edizioni del Capricorno), Francesca Chiappa
(Hacca – Nuova giuridica), Rocco Pinto (libreria torre di Abele),
Silvia Nono (Emons Audiolibri), Giulio Milani (Transeuropa), Sergio
Iperique (Ananke Edizioni), Rosaria Pulzi (Edizioni Lapis), Edgar
Colonnese (Colonnese editore), Leonardo Pelo (No reply), Angelo Leone
(Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri), Mauro di Leo (Atmosphere
Libri), Antonio Bagnoli (Pendragon), Ugo di Monaco (Edizioni
Spartaco), Francesco Camastra (Bibliofabbrica.com), Gian Luca Tugnoli
(Libreria Ulisse), Andrea Soave (Libreria Edys).
Potete sottoscrivere la lettera
qui