venerdì 23 novembre 2012

Labirintiti (anche dell'anima)

Care e cari,
non troverete post in questi giorni per due motivi. Il primo è fisico, mi è venuta la labirinite e non sto in piedi. Il secondo è che, anche se è sciocco, mi sento in lutto. Trovate tutto nel pezzo che ho scritto per l'altro blog (potete leggerlo qui ). Perdonatemi è un post triste ma per me scrivere è l'unico modo di buttar fori ciò che ho dentro. Spero deciderete di leggerlo. Se sto meglio ci rileggiamo lunedì.
Baci e buon week end.
Marino Buzzi

6 commenti:

  1. ho commentato di là - non sapevo che avessi un altro blog - ma lo faccio anche di qua per dirti grazie e abbracciarti due volte.
    E buona guarigione, dalla labirintite, dal resto temo sia + difficile hai ragione è un lutto, non una malattia.

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  2. Si l'ho letto, ed ho la gola stretta. Scusa se è questa l'occasione, dopo tanto che ti leggo, per lasciare il primo post, ma... ti abbraccio

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  3. Accidenti la labirintite è sgradevolissima, lo so per esperienza. Molti auguri!

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  4. P.S.: concordo con la tua valutazione sull'altro post. E sinceramente credo che tu abbia fatto benissimo a urlare. Magari avrai evitato che quel cretino facesse venire voglia a qualcun altro di morire. Magari lo avrai fatto pensare. Comunque bravo.

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  5. Torna presto in forze, Marino. Buona guarigione. Il pezzo scritto sull'altro blog è splendido.

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  6. Marino, un abbraccio forte.
    Ho letto dillà. In piccolo, fortunatamente a tempo molto determinato (gli anni delle medie soltanto), anche io ho provato sulla pelle cosa vuol dire essere lo zimbello dei 'bulli' della classe. Tre anni bui, brutti brutti. E neri. Ed è vero che certe cose restano dentro per sempre. E così ogni parola offensiva, ogni presa in giro, rivolta a chiunque, ha oggi il potere di farmi scattare come una belva assassina.

    Quello che è peggio è che i 'bulli', spesso, sono talmente incapaci di empatia verso gli altri da non avere idea del disastro che combinano. Tanto che quando ti reincontrano, dopo 20 anni, hanno pure il coraggio di farti le feste, come a una cara rimpatriata (per fortuna è successo non più di un paio di volte, da allora). Incapacità emotiva, proprio...
    Sai cosa? Io sono felice. Felicissima. Perché crescendo mi sono scoperta profondamente diversa. E più forte di loro. E con la capacità di considerarli meno di formiche. Anche se le cicatrici restano.

    Guarisci, mi raccomando :)

    minty

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