martedì 13 novembre 2012

Strategie di carta

In questi giorni si parla molto del “contratto” che Mondadori vuole stipulare con i librai. L'idea, che qualcuno probabilmente, anche nel circuito librario, troverà geniale, è molto semplice. Oggi i libri Mondadori (tranne alcune eccezioni) vengono pagati al momento della prenotazione (anche se noi li paghiamo sempre dopo 90 o 120 giorni) e, al momento delle rese, vengono fatti gli accrediti degli invenduti. Oggi Mondadori cambia strategia e dice ai librai che pagheranno solo al momento della resa. Detta così sembra una cosa positiva. In realtà, visto l'andamento del mercato e l'enorme quantità di invenduti, non solo Mondadori, accadrà che i vertici spingeranno per fare meno rese possibili sul prodotto. E anche questa può sembrare una cosa positiva. Il problema vero, come ho già più volte detto, è che ogni settimana le librerie vengono letteralmente invase da nuovi libri. Se il libro rimane, oggi, sullo scaffale 2 mesi non è per via dei librai bastardi che odiano un certo editore. È un problema legato all'enorme quantità di libri che arrivano. La proposta Mondadori, quindi, senza agire sul problema iniziale (la quantità di prodotto) è semplicemente uno specchietto per le allodole che rimanda il problema senza risolverlo. Credete che i libri che non renderemo per non pagare rimarranno esposti sugli scaffali? Assolutamente no, andranno in magazzino a riempire scaffali e a ingolfare tutta la catena. Soprattutto la strategia Mondadori mette in evidenza la decadenza di un mercato che non ha più carte da giocare. A noi librai si chiedono “sforzi” in tempo di crisi, negli ultimi tempi abbiamo visto il nostro ruolo trasformarsi in quello di Promoter, pubblicitario, procacciatore di clienti (per non parlare dell'organizzazione eventi e degli aggiornamenti internet), insomma, non è una lamentela, ma il nostro ruolo riguarda sempre meno i libri. E anche gli spazi in libreria a dire il vero. Ora è il momento dei prodotti che vengono definiti “No Book” che danno maggiori margini di guadagno. Si va dalle chiavette USB ai prodotti alimentari, dal Mouse alle cover per i cellulari.
Insomma sembra, ma è una mia idea, che il mondo dell'editoria voglia accelerare la disfatta del libro carteceo. Del resto un futuro con solo e book (prodotto che ormai si cerca di spingere in ogni modo) conviene a moltissimi visto che gli editori, come abbiamo già detto, sono anche distributori e proprietari di catene librarie. Volete mettere il guadagno ottenuto grazie a un semplice click? Sapete cosa significa? Nessun costo per il mantenimento delle librerie, per la distribuzione, per i librai. Costi ridotti al minimo. Insomma ci dicono che è il futuro e in un certo senso è vero. Però è un futuro che si sta accelerando per ovvi motivi. Nel frattempo, per guadagnare un po' di tempo, si ricorre a trucchi come quelli messi in campo da Mondadori.
È inutile negarlo, il segno meno è davanti alla maggior parte degli editori e delle catene librarie, ho forti dubbi anche su quegli editori che dicono di aver guadagnato ma questo è un problema mio. Dalla crisi non si esce con trucchetti da prestigiatori. I lettori forti (ma adesso si deve anche fare la distinzione fra lettori forti e lettori colti a quanto pare) sono sempre meno e moltissimi comprano on line. Le case editrici, invece di puntare sulla qualità, puntano sul marketing trattando gli acquirenti come pecore al pascolo. Così è un fiorire di fascette e passaggi in TV ma di questa cosa abbiamo già discusso sino alla nausea.
Io l'ho già detto e lo ripeto, secondo me si esce dalla crisi mettendo in campo una “decrescita” libraria. Bisogna pubblicare di meno e meglio, occorre cambiare, lentamente, le abitudini delle lettrici e dei lettori che si nutrono di letteratura d'intrattenimento ( e non c'è nulla di male). Occorre portare avanti politiche legate alla cultura, incentivare i mezzi per far innamorare dei libri i bambini e i ragazzi. Il modello della grande libreria di catena pare sia alla frutta. Allora cerchiamo altri modelli. Librerie più piccole, che mantengano una certa centralità, con librai e libraie preparati/e e disponibili.
Temo però che dietro allo sfacelo del mondo del libro esista anche una volontà di “mutare” il libro in un prodotto meno costoso.
E allora, cara Mondadori e cari/e tutti/e, tanto vale mettere in mare delle armate se poi sono navi di carta.

Oggi alle 15 ne parleremo in diretta a Radio Rai 3 nel programma  Fahrenheit

19 commenti:

  1. "Occorre portare avanti politiche legate alla cultura, incentivare i mezzi per far innamorare dei libri i bambini e i ragazzi."
    Ed ecco un esempio di come si mette in atto questo tuo (sacrosanto) suggerimento:
    mi sono iscritta alla Newsletter locale del progetto "Nati per Leggere", proprio per essere informata su eventuali letture animate per bambini nella mia città e portarci mia figlia appena in grado di seguire un po' (ha un anno adesso). Dopo diverse settimane che mi chiedevo come mai nella newsletter non comparivano MAI iniziative nella mia città, ma solo in tutte le altre e pure nei paesini della provincia ho scoperto il perchè...
    ... la nostra biblioteca comunale ha dovuto far dei tagli al personale, per mancanza di fondi. E a chi non hanno rinnovato il contratto?
    Ma è ovvio: alla bibliotecaria che aveva anche l'incarico di seguire il progetto Nati per Leggere!
    Insomma, c'è del "marcio" un po' a tutti i livelli...

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  2. Perseo, perché non metti nell'elenco delle "reazioni" anche "interessante"? Questo tuo post lo è molto.

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  3. Ci mancherebbe solo che ci sia qualcosa di male nella narrativa d'intrattenimento!
    Raccontare una - bella - storia, non è mai tempo perso.
    Sono d'accordo, specialmente sulla cosa dei bambini.
    Buona giornata.

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  4. Grazie per il tuo post, svela il "marcio" che c'è dietro la facciata "culturale" della libreria.
    Nel piccolo della mia libreria la decrescita è già in atto. Mi sono rifiutato di avere le maree di libri in arrivo e in resa, ho solo rapporti diretti con editori che mi piacciono o compro dal grossista. Mi sono rifiutato di avere tutte le porcherie che ci vogliono far vendere in libreria, qui si vendono libri e carta stampata, basta. E se un libro mi piace lo tengo sei mesi in libreria. Non posso, nè voglio, avere tutte le novità. Non posso, nè voglio, avere tutti i tipi di cliente. Non so se sia, a lungo termine, la scelta vincente. So però che sto facendo questo lavoro, il libraio, nell'unico modo che mi piace.

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  5. Sta accadendo alle librerie quanto già accaduto in passato ai negozi di dischi. Ormai chi compra più la musica su supporto fisico quando si può ottenere comodamente tramite un click? Lo stesso accadrà ai libri, per i grandi lettori diventa importante lo spazio da dedicare ai libri in case che sono sempre più piccole e minimali e quindi l'ebook diventa una necessità, per me il passaggio è avvenuto esattamente così, e anche se devo dire che il fascino di passeggiare in libreria e di farmi scegliere dai libri mi manca, la comodità di fare tutto con un tocco di schermo è impagabile. Probabilmente il futuro sarà delle piccole librerie, con pochi libri ricercati, libri per cui valga la pena sfogliare pagine vere e respirare la polvere mentre si legge, libri che si ha voglia di sentire scorrere tra le dita mentre per la letteratura da intrattenimento il file è sicuramente il formato del futuro.

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    1. Si scrive "comodità" (di toccare uno schermo????) si legge PIGRIZIA MENTALE.
      E poi, vuoi mettere - in campo musicale - con il passaggio dal supporto fisico a quello virtuale (file), siamo letteralmente inondati di "capolavori" destinati a divenire autentici classici...

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    2. Scusami se mi permetto ma non capisco questo accanimento. Anche io possiedo l'e reader e devo dire che lo uso tantissimo, ma proprio per alcuni tipi di letture. Per altre (e faccio l'esempio del bellissimo libro che ci ha consigliato Marino tempo fa, "il grande racconto delle stelle") ho comprato ovviamente il libro in versione cartacea. Ci sono libri che non si possono leggere in e reader. Ma altri si. In più, è più facile sperimentare generi dei quali non si è sicuri di appassionarsi, perché un file non costa mai troppo. L' e reader mi ha permesso di scoprire nuovi autori che non avrei mai letto. E comunque nulla proibisce di comprarsi i libri cghe si amano anche in versione cartacea.

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    3. Pigrizia mentale significa trovare più "comodo" pigiare lo schermo di un aggeggetto di plastica(che fra una decina di anni sarà da gettare nel cassonetto della differenziata), comodamente stravaccati sul divano di casa, piuttosto che alzare il posteriore e recarsi, ad esempio, in una biblioteca pubblica, nella quale è possibile, gratuitamente, sperimentare tutti i generi e gli autori possibili e immaginabili.

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    4. Non sono d'accordo che leggere un ebook sia pigrizia mentale, al limite potrebbe essere pigrizia fisica di non dover uscire a prendere un libro nuovo che sia in biblioteca o in libreria. Per me i libri hanno un valore particolare, da che ho avuto il primo stipendio ho giurato che mai più avrei preso libri a prestito anche perché purtroppo la biblioteca del mio paese ha un catalogo talmente limitato che credo di aver già letto tutto il presente. Ho dovuto però scontrarmi con lo spazio fisico, non so più dove metterli i libri cartacei, e mi sono convertita al digitale e lo trovo eccezionale. Se questa è pigrizia mentale peccato, me ne farò una ragione!

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  6. Probabilmente il futuro sarà delle piccole librerie, con pochi libri ricercati, libri per cui valga la pena sfogliare pagine vere

    Fosse vero! Saprei cosa fare nella vita e forse avrei sia la possibilità di farlo, sia quella di farlo senza rodermi il fegato XD

    minty

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  7. Intervengo pure io. Non voglio assolutamente fare polemica, ma dire che l’uso dell’e-book è sinonimo di pigrizia mentale non mi trova d’accordo.
    L’e-book è effettivamente comodo. Sono una persona ipovedente e per me poter ingrandire il carattere a piacimento è stata una vera grazia. Posso prendere appunti velocemente, saltare da un file all'altro in pochi secondi e ho trovato libri fuori catalogo.
    Attenzione, però, io non suggerisco di pubblicare tutto in digitale. La carta ha un significato diverso. Aggiunge un valore al libro che non deve andare perduto. I libri non possono essere solo dei file. Il volume stampato non deve diventare un bene “per ricchi”.
    Credo l'importante sarebbe ci fosse sempre un po' di coscienza dietro alle scelte dell'editore e del lettore.

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  8. Off-topic: Marino sul Tre?!?
    È stato come il primo Grammy per la Beyonciona.
    Congrats!

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  9. Ci tengo a chiarire che non sono contro l'e book. La tecnologia, nel bene e nel male, non si riesce ad arginare. Non parlerei neppure di pigrizia mentale, leggere è sempre impegnativo, sia in formato cartaceo che in e book. Occorre però trovare una giusta via di mezzo. Io credo che nel mercato del libro l'e book interessi soltanto per i minori costi di gestione.

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    1. Mi son spiegato male. Credo che nei confronti della tecnologia non serva un argine, quanto un forte spirito critico, che ci porti a discernere ciò che rappresenta un reale progresso (culturale in primis) da quelli che, come si suol dire, sono meri "bisogni indotti", creato da qualche genio del marketing per massimizzare il (proprio) profitto.
      E l'accusa di pigrizia mentale non riguardava l'atto della lettura, ma la la scelta del metodo di lettura: considerare "impagabile" la "comodità di fare tutto con un tocco dello schermo" significa, evidentemente, reputare un mero effetto collaterale il fatto che codesta "comodità" implichi, nel lungo periodo, la perdita del posto di lavoro per centinaia di persone impiegate nella "filiera del libro". E il signor Bezos ringrazia...

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    2. Ma che c'entra adesso la quantità di vantaggi di un supporto come l'e-book con i posti di lavoro persi?

      Siamo veramente al luddismo infantile.

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    3. Mi rifaccio a quanto scritto nel post di partenza da "Insomma sembra..." fino a "...per ovvi motivi".
      Oppure alla seguente frase, che io condivido in tutto e per tutto: "Io credo che nel mercato del libro l'e book interessi soltanto per i minori costi di gestione".
      E poi mi verrebbe da chiudere con un detto toscano, ma è meglio lasciar perdere....

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  10. Io ho una domanda: perché le case editrici aprono negozi di libri&nobooks per spingere verso politiche discutibili che, di fatto, presuppongono una prossima chiusura dei loro stessi negozi?
    A che pro?
    Negli ultimi 5 anni hanno aperto sempre più negozi di case editrici.
    Perché?

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  11. Complimenti per il tuo blog. Intelligente e puntuto.
    Credo tu abbia ragione sulle critiche alla strategia Mondadori, e in generale al modello di vendita del libro cartaceo.

    Io sono un discreto lettore, sia su carta che in formato elettronico. Credo che l'offerta del futuro premierà le librerie vere, e non le catene, i librai che ti sanno parlare del libro (il libraio del mio paese, che fa quel mestiere da quando ero ragazzino, quando vai a cercare un libro spesso te lo decanta, e magari ti suggerisce qualcosa che ti può interessare a corredo - e non sbaglia mai!). I supermercati del volume saranno surclassati dall'ebook, e le presentazioni delle case editrici si torneranno a fare alle varie Terrazze Martini, magari riproposte come eventi in streaming sul web.

    Credo che per i veri librai tornerà ad essere una pacchia, e per le case editrici un modo per pubblicare a costi più bassi. Chissà... magari sono solo un sognatore?

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