“Libreria... buongiorno sono
Marino....”
“Eh! Il libro di (cognome) è
arrivato o no?”
“Come scusi?”
“Sto libro è arrivato o no?”
“Mi scusi continuo a non capire, lei
ha fatto una prenotazione?”
“E sono due settimane che lo
aspetto!”
“Può dirmi il numero della
prenotazione?”
Il cliente mi dice il numero della
prenotazione e io controllo.
“Mi perdoni ma il libro è arrivato
almeno dieci giorni fa, non ha ricevuto il messaggio sul cellulare?”
“E che c'entra il messaggio adesso,
certo che l'ho ricevuto mi è arrivato la settimana scorsa.”
E quindi che dovrei fare io?
Portarle il libro direttamente a casa?
Maperchéholabruttaabitudinedirisponderealtelefono?
Bisognerebbe fare un aggiornamento professionale dedicato al tema: "Il cliente medio odierno: semplice cafone o imbecille arrogante?" - dato che il tipo di utente che descrivi sembra sempre più diffuso, e che condiziona in negativo non poco il lavoro del libraio e del bibliotecario. La domanda è legittima: ciaraffi di tal specie meritano ancora di 'avere sempre ragione' o non sarebbe lecito invitarli a visitare 'quel famoso paese' di cui parla Alberto Sordi tanto per ricordargli che il mondo non gira attorno ai loro nervetti stizzosi?
RispondiEliminaQueste situazioni surreali capitano spesso nella vita di tutti i giorni e a questo punto ti chiedi, sono loro a essere alieni o sono io quello strano che cerco di comunicare in modo chiaro? Se sono di più loro temo che ci si debba adeguare alla loro forma comunicativa in cui magari i gesti sono più chiari... :-)
RispondiEliminaPS: primo commento di Elena dalla Foresta Nera
A me invece é successo il contrario: mi arriva il messaggio, il giorno dopo passo dalla libreria e chiedo alla ragazza, che va nel retro e comincia a cercare sbuffando sempre di piú, per poi tornare a dirmi che non c'era niente di riconducibile a quel titolo.
RispondiEliminaSaluto e vado al bar di fronte dove trovo il solito ragazzo che stava facendo la pausa, mi vede e mi chiede, gli spiego cos'é successo 10 minuti prima, lo vedo alzare lo sguardo verso il soffitto e mi riporta in libreria dove, con fare sicuro e agile mossa va nel retro e recupera immediatamente il mio libro in primissimo piano sullo stesso tavolino dove la sua collega non era riuscita a trovarlo... evidentemente avevo ordinato un libro parzialmente invisibile o con intervalli extradimensionali... o era meglio che andasse la collega a prendere un caffé... ;)
Bisogna secondo me partire dal presupposto che la gente non ci arriva e trattarli di conseguenza. Queste scene le vedo ormai tutti i giorni nei campi più disparati...
RispondiEliminaProprio pochi giorni fa sono passata in libreria a ritirare un saggio sulla Germania di Weimar che avevo ordinato (3 ore dopo la ricezione del relativo sms, si sappia!), e non so cosa fosse successo al momento di sistemare i prenotati, ma mi sono vista consegnare da una commessa premurosissima un libro di Anais Nin... XD
RispondiEliminaPer fortuna si era trattato solo di un disguido che abbiamo risolto in pochi minuti, ritrovando il mio Weimar avvolto nella bolla di prenotazione dell'altro libro. Ma la mia faccia dev'essere stata parecchio comica, in quel momento! :D
minty
A volte racconti cose talmente surreali che faccio fatica a credere che siano vere (ma al peggio, in effetti, non c'è mai fine..).
RispondiEliminaO.O ahahahahah mi prendi a lavorare con te??? certe cose vorrei gustarmele dal vivo!!!
RispondiEliminaMorbidi.
Secondo me, al di là dell'efficienza dei commessi e della eventuale scarsa chiarezza nella comunicazione, il vero problema risiede nell'evidente maleducazione di questo tipo di cliente: possibile che per il presunto ritardo nell'evasione di un ordine ci si permetta di trattare una persona che lavora con tanta arroganza? In tutti i campi, si assiste alla 'prevalenza del cafone' e purtroppo spesso tipi così vengono considerati 'caratteri forti'.
RispondiEliminaMa perchè sono così isterici?
RispondiEliminaSi, ok, tutto bello, ma alla fine questo che voleva? Te l'ha spiegato? Urlato? Detto?
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