Libro sicuramente non semplice Ospiti
estranei di Verena Stefan, non semplice essenzialmente per
due motivi. Il primo riguarda la complessità della scrittura. Non
fraintendetemi non è un libro cervellotico ed è scritto davvero
molto bene, ma la Stefan gioca con il linguaggio, utilizzando spesso
forme linguistiche che possono apparire come astratte. È comunque
una scrittura fluida che ci accompagna dentro una storia piena di
umanità. Il secondo motivo che mi fa dire che si tratta di un libro
non semplice, da leggere con attenzione, è proprio il tema del
libro, ovvero il “sentirsi estranei” e, a un certo punto,
ospitare, senza volerlo, un corpo estraneo che può essere letale.
Ospite estraneo è il padre, tedesco trasferitosi, dopo la guerra, in
Svizzera. Tollerato ma mai integrato. Ospite estranea è la
protagonista, figlia dell'emigrato ed emigrata a sua volta dalla
Svizzera al Canada, terra benevola che la accoglie, la segue, la
guida. Nonostante una compagna amorevole e amiche sempre disponibili
la protagonista si sente comunque un ospite estranea, per la lingua
che ancora non capisce bene, per le abitudini, per gli spazi che non
ritrova. E poi, improvvisamente, diviene a sua volta terra di
migrazione, nel suo corpo, nel suo seno, comincia a crescere un
cancro, il suo ospite estraneo, quello che potrebbe ucciderla. Inizia
la parte più difficile del libro, la paura, l'alterazione dei sensi,
la chemioterapia, gli odori del corpo, la solitudine e la paura di
non farcela. È un libro carico di umanità quello della Stefan, un
libro da leggere lentamente. La capacità di rendere lo stato delle
cose della scrittrice è totale, la bravura sta proprio nel riuscire
a comunicare lo stato d'animo di smarrimento che impregna ogni pagina
del libro, l'assenza della patria, di un punto di riferimento, di una
cultura o di una lingua, il venir meno delle certezze, l'arrivo del
male e la lotta per sconfiggerlo. Un libro che rispecchia la vita e
forse, per questo, così incredibilmente ben riuscito.
Verena Stefan
Ospiti estranei
traduzione Emanuela Cavallaro
2012, 169 p., brossura
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