Su Amazon si è detto di tutto e di
più. Attaccare aziende di questo genere, spesso, procura molti
nemici ma vi prego (VI PREGO) leggete la notizia che riporta
Repubblica (QUI). Si tratta dell'ennesima inchiesta portata avanti da
una televisione pubblica tedesca. Io non aggiungo altro perché nulla
c'è da aggiungere.
Riporto solo una parte dell'articolo:
“Sono pagati malissimo, nove euro al lordo dei contributi, e
lavorano soprattutto nel turno di notte. Alloggiano in sette per
camerata in vecchi alberghi sciistici decaduti o chiusi fuori
stagione, sono sorvegliati da spietati vigilantes spesso appartenenti
o vicini all'ultradestra neonazista.
Non sono gruppi dell'ultrasinistra, né Anonymous o i no global, ad aver denunciato lo scandalo: la scoperta dei disperati di Amazon la dobbiamo a una squadra di investigative reporters della Ard, la prima rete tv pubblica tedesca che, sorta nel dopoguerra con l'aiuto di 'istruttori' britannici e americani, ha l'abitudine di puntare tutto sulle inchieste scomode, da cane da guardia di democrazia e diritti umani. Almeno cinquemila persone, ha detto la Ard nel suo reportage appena andato in onda in mezza serata, prime time, sono impiegate da Amazon nei suoi centri di smistamento e spedizione, specie in Assia, lo Stato centrale dove sorge la metropoli finanziaria Francoforte. A casa erano insegnanti, o neolaureati, ma la disoccupazione di massa nell'Europa del sud e nei Balcani rende inutile ogni qualifica. Sono ingaggiati da Amazon con email vaghe che promettono una buona paga e un contratto sicuro con il gigante stesso.
I disperati di Amazon arrivano a spese proprie in Germania e sono accolti dai vigilantes e da persone di agenzie di collocamento private senza scrupoli. La tratta dei disperati avviene soprattutto prima di Natale, quando volano ovviamente le ordinazioni ad Amazon in tutto il mondo. Da Amazon i disperati apprendono che la paga è minore, l'orario di lavoro più lungo del previsto. E quasi sempre nello stressante turno di notte. Vengono alloggiati, racconta ancora la tv pubblica tedesca, in camerate dove appunto dormono in gruppo, chi su brande chi su vecchi divani sfondati. Alloggi e toilettes sporchi e pericolanti, cibo di pessima qualità, e devono anche pagarselo da soli con parte del misero guadagno. E spesso i vigilantes sadici si divertono a minacciarli e impaurirli per dissuaderli da ogni protesta.
In ogni momento i vigilantes hanno diritto di entrare per perquisirli e accusarli di furto al minimo sospetto. Vengono portati al centro smistamento, distante spesso decine e decine di chilometri dai dormitori-lager, con autobus stracolmi su cui spesso devono viaggiare anche in piedi. Se a causa del traffico o del maltempo l'autobus arriva tardi, il ritardo viene loro decurtato dalla misera paga. Alcuni di loro, riconosciuti perché si sono fatti intervistare, hanno ricevuto subito la lettera di licenziamento. “
Non sono gruppi dell'ultrasinistra, né Anonymous o i no global, ad aver denunciato lo scandalo: la scoperta dei disperati di Amazon la dobbiamo a una squadra di investigative reporters della Ard, la prima rete tv pubblica tedesca che, sorta nel dopoguerra con l'aiuto di 'istruttori' britannici e americani, ha l'abitudine di puntare tutto sulle inchieste scomode, da cane da guardia di democrazia e diritti umani. Almeno cinquemila persone, ha detto la Ard nel suo reportage appena andato in onda in mezza serata, prime time, sono impiegate da Amazon nei suoi centri di smistamento e spedizione, specie in Assia, lo Stato centrale dove sorge la metropoli finanziaria Francoforte. A casa erano insegnanti, o neolaureati, ma la disoccupazione di massa nell'Europa del sud e nei Balcani rende inutile ogni qualifica. Sono ingaggiati da Amazon con email vaghe che promettono una buona paga e un contratto sicuro con il gigante stesso.
I disperati di Amazon arrivano a spese proprie in Germania e sono accolti dai vigilantes e da persone di agenzie di collocamento private senza scrupoli. La tratta dei disperati avviene soprattutto prima di Natale, quando volano ovviamente le ordinazioni ad Amazon in tutto il mondo. Da Amazon i disperati apprendono che la paga è minore, l'orario di lavoro più lungo del previsto. E quasi sempre nello stressante turno di notte. Vengono alloggiati, racconta ancora la tv pubblica tedesca, in camerate dove appunto dormono in gruppo, chi su brande chi su vecchi divani sfondati. Alloggi e toilettes sporchi e pericolanti, cibo di pessima qualità, e devono anche pagarselo da soli con parte del misero guadagno. E spesso i vigilantes sadici si divertono a minacciarli e impaurirli per dissuaderli da ogni protesta.
In ogni momento i vigilantes hanno diritto di entrare per perquisirli e accusarli di furto al minimo sospetto. Vengono portati al centro smistamento, distante spesso decine e decine di chilometri dai dormitori-lager, con autobus stracolmi su cui spesso devono viaggiare anche in piedi. Se a causa del traffico o del maltempo l'autobus arriva tardi, il ritardo viene loro decurtato dalla misera paga. Alcuni di loro, riconosciuti perché si sono fatti intervistare, hanno ricevuto subito la lettera di licenziamento. “
Se le cose stanno davvero così non ci
sono scuse, davanti alla mancanza di diritti e alla privazione della
dignità umana, ve lo dico senza problemi, lo sconto può pure andare
a farsi fottere. Crisi o non crisi!
Occorre boicottare Amazon in ogni modo:
gli editori interrompano i contatti con questo gruppo, smettiamo di
comprare libri sul sito sino a quando non renderanno il proprio
operato trasparente.
Questa è l'ennesima prova che non
basta appropriarsi indebitamente della parola “cultura” per
essere persone migliori.
Ho letto l'articolo, e conosco bene come funziona il lavoro in Germania. Sono molto perplesso perché troppe cose non tornano in questo racconto. A meno che la Germania non sia cambiata drasticamente negli ultimi 6-7 anni, non sarebbe possibile fare laggiù (per di più nell'area di Francoforte) ciò che viene descritto.
RispondiEliminaComunque vediamo le evoluzioni: diversamente da noi, la le cose non vengono seppellite. Se è vero il contenuto dell'articolo, presto si sentiranno le evoluzioni.....
Ti dirò che la notizia mi era arrivata già molti giorni fa e non l'avevo postata perché mi sembrava una bufala. Poi però sono venuti fuori tutti i dettagli e la notizia è stata accreditata. Si tratta di un televisione pubblica, la notizia è stata ripresa da tutti i maggiori quotidiani. Forse dobbiamo cominciare a chiederci quale sia il prezzo "umano" del buon prezzo sul mercato. Non è che Amazon può permettersi prezzi imbattibili perché è bella e buona. Se lo fa, in qualche modo, deve rientrare degli utili. Per ora abbiamo un'impresa che in Italia (amazon italia) non paga le tasse (vedi Report) che non rende pubblici gli utili, che ha già affrontato problemi giuridici, se non sbaglio, in Inghilterra e che ora si presenta con questa bella novità dello sfruttamento... direi che di informazioni ne abbiamo...
Per come è cambiata la condizione del lavoro in Germania si può leggere anche questa notizia recente:
Eliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/19/crisi-germania-accusata-di-dumping-sociale-davanti-allunione-europea/535542/
Me ne ha parlato ieri mia sorella, che vive in Germania da anni. Che schifo. Già detestavo Amazon prima, ora mi disgusta proprio. Come si fa a non parlarne?
RispondiEliminaQualcosa sui problemi delle condizioni di lavoro nei magazzini Amazon era già venuta fuori mesi fa, se non sbaglio. Ma questa è pazzesca °_°
RispondiEliminaSe penso a tutti quelli che "compro su Amazon perché ha il servizio migliore, offre più sconti e tutela il consumatore sempre!" (sì, certo, tanto il risparmio è da un'altra parte...) - e non comprano solo libri, non dimentichiamocelo!
Che nausea!
minty
Il link al reportage è: http://www.ardmediathek.de/das-erste/reportage-dokumentation/ausgeliefert-leiharbeiter-bei-amazon?documentId=13402260
RispondiEliminaPerò è in lingua tedesca.
Ho visto il servizio su Rai 1 e sono rimasto allibito.
RispondiEliminaNella mia ingenuità ho perfino pensato di telefonare al servizio clienti Italia per sapere com'è la situazione da noi.
Certo che se è vero, Amazon mai più.
Comunque, non è necessariamente vero che Amazon fa i prezzi più vantaggiosi tra gli e-store di libri.
Pensa che volevo proprio chiederti se conoscevi la notizia e cosa ne pensassi. In Germania la condizione lavorativa sta cambiando in peggio negli ultimi anni e molto. Si va dall'obbligo di accettare qualsiasi condizione di lavoro se si è disoccupati all'imposizione di part time che figurano nelle statistiche come "nuovi posti di lavoro", ma che non garantiscono la sopravvivenza. Non è che Merkel e i conservatori impongano certe politiche solo all'Italia, eh.
RispondiEliminaQuesta vicenda di fabbrica pakistana ci tocca di più perché si parla di libri.
Ma è tutto il sistema produttivo a essere in gioco. Quando compriamo i vestiti crediamo forse che sia molto diverso? O i telefonini? O i televisori?
Per premettere alla massa dei cittadini occidentali, strozzati da politiche che coniugano a diversi livelli l'abbassamento dei salari e i tagli dei servizi pubblici, (deviando così una massa di denaro enorme nelle rendite e nei profitti privati), di continuare comunque a spendere e comprare, garantendo i consumi e i guadagni che essi portano ai venditori, la soluzione è quella di comprimere i costi il più possibile. E dietro tanta gagliarda efficienza ci sono situazioni come queste. Inutile nascondersi dietro a un dito. Oltrettutto politica miope, perché crea schiere di poveri disperati che ancora meno potranno permettersi di consumare. Però politica apprezzata dalle aziende perché permette profitti ottimi sul breve periodo.
Per questo è assolutamente folle pensare di affidare la gestione dell'economia al mercato, perché il mercato vede si e no a tre mesi, quando i manager riscuotono i premi di produttività..
Se non si decide di toccare i margini di profitto con una politica economica diversa, situazioni come queste sono destinate fatalmente ad aumentare, non a restare l'eccezione.
Ricordiamocene, quando andremo a votare.
concordo con te (ma non è una novità). Hai tutte le ragioni del mondo in questa analisi, a mio avviso.
EliminaMa non è solo una questione di quarter e di incentivi legati ad esso. La questione è molto più ampia, come hai suggerito. Che il mercato sia autoregolante è un assunto apodittico, che sta dimostrando ogni giorno che è falso. Infatti il mercato autoregolante sta divorando se stesso distruggendosi dall'interno (cosa sono altrimenti le crisi finanziarie che sono state all'origine di questa ondata recessiva, se non la dimostrazione che il mercato NON E' autoregolante, non contiene in sé gli anticorpi per reagire alle manovre speculative costruite utilizzando le sue stesse regole?), dimostrando che l'economia non ha senso se non è asservita alla società, e non viceversa come il pensiero neoliberista - iniziato con la deregulation reganiana e via via sviluppatosi negli ultimi 35 anni - sostiene.
Ahimé è così. Il problema è che oltre alle politiche certi mantra hanno addormentato le coscienze... condizionato l'immaginario, contorto la mentalità.
EliminaE' come rivivere l'epoca degli Indici ecclesiastici, in un certo senso.
Beh di sicuro Amazon ha reagito bene....
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/tecnologia/2013/02/18/news/amazon_licenzia_la_sicurezza_hensel_tolleranza_zero_per_simpatie_neonaziste-52904354/
Non mi pare facciano una gran figura.
EliminaHanno licenziato loro, la domanda ora è: con chi li sostituiranno?
Avrei preferito una presa di coscienza, un'ammissione dell'atteggiamento inaccettabile e una nuova strategia dichiarata con trasparenza.
Perdonami ma è troppo facile correre ai ripari. Evidentemente c'è qualcosa che non va proprioa livello di cultura dirigenziale in Amazon...
EliminaQuindi secondo voi cosa dovevano fare, visto che non è una "gran figura" aver licenziato chi si è comportato in quel modo?
RispondiEliminaCome suggerisce Marino, ripensare la strategia del sistema.
EliminaNon voglio fare l'ipocrita: io ho acquistato su Amazon, mi sono anche trovato bene.
Ma se dietro ai loro prezzi convenienti e al servizio immediato c'è questo, lo sfruttamento delle perone, rinuncio, perché non è accettabile.
E lo fa chiunque abbia un minimo di amore per gli altri, perché la persona viene al primo posto.
Innanzitutto vorrei i nomi di chi ha permesso queste cose e poi trasparenza, la garanzia che i dipendenti vengano trattati in maniera dignitosa.
E poi da quanto tempo proseguiva? Da noi come vanno le cose?
Insomma, sono domande che uno si pone. O almeno, io me le pongo.
Anonimo scusami ma è da ingenui credere che Amazon, un colosso che ha cannibalizzato sia le librerie fisiche che le altre librerie on line, fosse all'oscuro della situazione. è ovvio che ora corrono ai ripari ma dietro questa situazione c'è una chiara scelta economica e politica di Amazon.
EliminaVal la pena ricordare che una sorveglianza, o sicurezza che dir si voglia, innanzitutto prende ordini dall'alto, ma soprattutto non decide certo delle paghe, dell'orario di lavoro, dei contratti.
EliminaQueste sono scelte del management e dei padroni di Amazon.
Licenziare i neonazisti è una reazione che suscita inevitabilmente consenso, ma chi li ha resi padroni della situazione? E perché? Chi ha voluto una fabbrica del terrore? E per quali vantaggi?
a Chagall:
RispondiEliminaMe le pongo anch'io. Anchio ho comprato da Amazon. e sarò sempre grato per avermi fatto scoprire un intero mondo di libri. Ma ci sono altre librerie online,ora. E francamente non credo che acquisterò più da Amazon, se non cambierà politica. Licenziare gli sgherri neonazisti era il MINIMO che potevano fare. Andava fatto.Ma se vengono sostituiti con altri sgherri con metodi analoghi? E' la mentalità di sfruttamento del lavoratore che va combattuta, col boicottaggio degli acquisti tanto per cominciare.
Ma scusate cosa pensate facciano le aziende italiane che delocalizzano in paesi più poveri dell'Italia????
RispondiEliminaS.
Appunto, se uno sa che è questo il trattamento, rinuncia ad acquistare, si rivolge altrove.
EliminaMa qui parlavamo della sede tedesca, se non sbaglio. Per questo mi chiedo come stiano le cose da noi.
Ci sono altre libretie on line e fisiche, boicotterò Amazon, non credo neanche per un momento alla storiella che loro non sapevano e hanno licenziato i cattivoni.
RispondiEliminaMA tu, Marino, perchè mi censuri?
Probabilmente il tuo commento precedente è semplicemente finito fra gli spam.
EliminaSuccede, a me era arrivato con la notifica email.
Tesoro non censuro nessuno!!!!!! Guardo nello SPAm forse il messaggio è finito lì.
Elimina
RispondiEliminaI tuoi amici comunisti fanno molto ma molto ma molto ma molto di peggio ... in tutti i settori (e non solo nella cultura) .
Ah ecco ci mancava il commento con "i tuoi amici comunisti" che poi, di solito, è quello che dicono le persone che non hanno argomenti.
Elimina
RispondiEliminaDi argomenti ne ho talmente tanti che verrebbe troppo lunga ma sopratutto infinita ... w la Storia (rigorosamente con la S maiuscola) senza filtri e rendiconti personali .
Intanto potresti cominciare con il firmati con nome e cognome e poi ti invito a non tirare in ballo cose che con il pezzo in questione non c entrano nulla.
EliminaPenso di non avere offeso nessuno per dovermi firmare con nome e cognome . Chi si altera così tanto evidentemente c'ha la coda di paglia e quindi cambia argomento. Non rovinare un blog così simpatico con discussioni inutili , sarebbe un peccato.
EliminaPrima cosa io non sono per niente alterato. Secondo il fatto di firmarsi è comunque buona cosa. Terzo sei tu che sei partito con la frase "i tuoi amici comunisti" e visto che non sai niente di me puoi anche evitare. Detto questo la rete è grande. Buon viaggio.
Elimina
EliminaCiao , è stato piacevole.
è stato piacevole anche per noi NON SENTIRTI DIRE NULLA per 4 messaggi. Ciao.
Elimina
EliminaAddio.
Purtroppo il marcio cìè ovunque, ma quando si viene a sapere per certo queste cose ci si resta davvero male. :(
RispondiEliminaMorbidi.
a parecchio tempo di distanza mi intrometto nella discussione (salve!) per chiedere come sia possibile che una vicenda così grave sia stata, a mio avviso, abbastanza ignorata da tg e media in generale. è vero che il caso è scoppiato durante una settimana che tra papa, sanremo (e politiche) non lasciava molto spazio ad altro; ed è vero che è accaduto in Germania (anche se in un mondo globalizzato non ha molto senso fare questo tipo di distinzioni... io ad esempio, ahimé, in passato ho comprato una radio dall'amazon tedesco)... però non è possibile che sia stato dedicato così poco spazio a questa storia: alla fine alcune righe di giornale, e, forse, qualcuno ha fatto un pezzo al tg; su internet non mi pare che se parli molto e su youtube a parte il servizio tedesco (e ora uno in inglese) c'è veramente poco. Ora con il licenziamento dei responsabili credo che Amazon riuscirà perfettamente a limitare i danni di immagine; e quante persone non ne saranno mai a conoscenza??
RispondiEliminanon è credibile che Amazon non ne sapesse niente ed è probabile che questa "politica" la tenga anche in altri paesi.
anzi, a posteriori, direi che sono stata già ingenua a pensare che potessero abbattere i prezzi solo per la struttura "a magazzino", e sì che sono consapevole dell'esistenza dei vari metodi non corretti (per usare un eufemismo) per esternalizzare i costi.
ovviamente non sarà l'unica azienda a operare in questa maniera ma ogni volta che si scopre un caso del genere non si può non avviare un boicottaggio.
quello che mi domando è: come si può pubblicizzare la cosa? secondo te c'è un programma televisivo (o altro) al quale scrivere perché possa dare rilievo alla notizia? Report aveva parlato di Amazon a proposito dell'evasione delle tasse (cosa grave, per carità, ma niente in confronto allo sfruttamento umano), credi sia il caso di scrivere a loro? e poi, ammetto di non conoscere molto bene tutti i vari rami di cui si occupa Amnesty, visto che si parla di diritti e di sfruttamento (e l'argomento dei diritti dei lavoratori, ad esempio dei migranti in passato l'hanno affrontato), perché non ne hanno parlato? Non è il caso di chiedere anche a loro di dare visibilità alla notizia?
p.s. scusa la foga ma il fatto di avere comprato da Amazon mi ha fatto prendere ancora più a cuore questa vicenda!
Avevo sentito e letto alcuni articoli sulle condizioni lavorative inaccettabili dei dipendenti Amazon negli USA, vedere che è così anche qui non mi stupisce affatto. Personalmente, boicotto Amazon da anni e continuerò a farlo, e a stressare amici e conoscenti perchè facciano altrettanto.
RispondiEliminaUna goccia nell'oceano, certo, ma almeno nel leggere questo tipo di cose il disgusto non è peggiorato dal senso di colpa.