mercoledì 27 marzo 2013

Promozioni e viaggi

Domani parto per Londra, vado al matrimonio di una mia carissima amica che si sposa con la sua compagna. Per arrivare a Londra servono, in aereo, un paio di ore ma sembra distante anni luce dal nostro paese. La mia amica mi ha scritto recentemente raccontandomi della sensazione di libertà nel poter esprimere liberamente la propria natura. Certo nessuno vieta di farlo anche in Italia, ci mancherebbe. Eppure ogni volta che mi sono trovato vicino a due persone omosessuali che si sono scambiate gesti d'affetto in pubblico ho sempre trovato qualcuno pronto a rompere le scatole o a guardare male o addirittura ad allontanarsi. Sarò sfortunato io? Non so. Certo è che i “nostri” affetti per il paese Italia non esistono, il sistema non permette di tutelare i nostri amori e i nostri figli (chi li ha). Detto questo, visto che sono comunque felice di rivedere una cara amica e sono felice che abbia trovato la sua strada mi congedo, sino a settimana prossima, con le offerte che potrete trovare in questi giorni in libreria:
Una scelta piuttosto ampia di titoli in sconto al 25% dal catalogo Rizzoli, Skira, Bompiani, Fabbri (finisce il 31 marzo).
Oscar Mondadori in sconto al 25% sino al 31 marzo.
Guanda ,le Fenici, propone oltre 250 libri in sconto al 25% sino al 14 aprile.
Stessa data e stesso sconto anche per Marsilio tascabile.
Doppia offerta, sino al 31 marzo, per Gribaudo: 25% sui libri orto e giardino e 15% su quelli per bambini.
Sino al 28 marzo una selezione di titoli Fanucci al 20%
25% di sconto anche per le guide Top 10 Mondadori sino a fine mese, stesso sconto e stessa data anche per TEA avventura.
Apogeo informatica e managemente al 25% sino a fine mese.
Le collane: Farsi un'idea, Le vie della civiltà e universale Paperbacks de Il Mulino in sconto al 20% sino al 14 aprile.
I libri in edizione Einaudi tascabile di Murakami sono in sconto sino al 18 aprile al 25%.
Guide città Lonely Planet sino all'11 aprile al 20%.
Le promozioni riguardano solo el librerie che aderiscono ovviamente e, entrando in libreria (entrateci) ne troverete di altre (noi abbiamo anche San paolo e Feltrinelli al15%).
Poi non dite che non ci sono gli sconti!!!!!
A prestissimo.




martedì 26 marzo 2013

Storia di....

“Ciao scusa.... della serie The walking dead ce l'hai Storia di Minchione?”
Tesoro di storie di minchioni ne conosco tante ma questa mi manca...

Kirkman Robert
Adlard Charlie
Rathburn Cliff
The walking dead
La storia di Michonne
Curatore Ciccarelli
Salda Press edzioni
3,99 €, 32 p.

lunedì 25 marzo 2013

Furti


Lunedì con qualche riflessione. Negli ultimi tempi sono aumentati, nella libreria in cui lavoro, i furti. Le ragioni “interne” sono dovute principalmente a due fattori: il primo è che siamo meno persone rispetto agli anni precedenti. Il secondo è che ognuno di noi ha “meno” tempo per presidiare le sale dovendo, spesso, occuparsi di cose estranee alla preparazione, alla sistemazione e alla vendita dei libri. Quelli esterni sono molteplici. Se è vero che abbiamo sempre avuto un tasso di furti piuttosto alto (e non solo noi, i dati di alcune librerie di catena sui furti sono allucinanti) abbiamo notato che in questo periodo i libri che scompaiono sono molti di più. Non solo libri, ovviamente, anche dvd e oggettistica varia (dalle penne agli oggetti legati alla tecnologia). Possiamo pure dire che ci sono più furti perché la gente ha meno soldi. Potrei replicare che, non essendo beni di prima necessità (anche se per me lo sono a livello intellettuale rimane sempre il fatto che se non mangi muori, se non guardi un dvd no) ed essendoci meravigliose biblioteche in cui poter prendere  libri e audio video gratis la mancanza di soldi non è proprio una giustificazione. La maggior parte dei furti avviene sui libri universitari. Per ovvi motivi: gli studenti hanno poche risorse, i libri costano tanto ecc… Vero è che buona parte dei professori costringono gli studenti a comprare libri scritti da loro e pubblicati per case editrici che li mettono sul mercato con prezzi folli. Si tratta di un’usanza di questo bel paese, non ci sono leggi che tutelino gli studenti da questo punto di vista.
Non sto dicendo che capisco i furti, non è così. Per noi ogni furto è un passo in più verso la chiusura. Lo dico senza mezzi termini, in un periodo dove i libri non si vendono, in cui per far quadrare i conti si riduce personale e catalogo, dove si cerca di “grattare” via quello che si può pur di risparmiare, un furto diventa un problema serio per noi. Anche perché siamo noi librai che dobbiamo rendere conto, non basta dire che siamo in pochi e che non si riesce a presidiare come si deve. La colpa, se il libro scompare, è nostra.
Non solo.
Come libraio mi sento davvero offeso e preso in giro.Capita spesso che qualcuno ti chiede dei libri, che impieghi del tempo a trovarli perché magari sono finiti fuori posto o in magazzino. Consegni il libro in mano al cliente e il libro... scompare.
Non è solo una questione di tempo perso. C'è che sono stato cortese, che mi sono impegnato, che ho cercato di fare al meglio il mio lavoro. E, con tanta leggerezza, si fregano il frutto del mio lavoro?
Comprendo tutte le difficoltà. Comprendete anche le nostre. Qua già stiamo ballando su una gamba sola. Se poi ci tagliano pure quella...

sabato 23 marzo 2013

Simpatia

“Ciao sto cercando il libro: Total flow Management.”
“Temo di non averlo purtroppo, però lo possiamo ordinare.”
“Non ce l'hai?”
“No, ma si può ordinare.”
“Mi serve subito. Che peccato!”
Eh Mannaggement!
Battutona, quanto sono simpatico?

venerdì 22 marzo 2013

Diffida dei librai

Libraio esteriormente
“Buongiorno Signora, no su quel libro non c'è lo sconto. Si ho visto che sulla locandina c'è scritto sconto del 20% ma è per la campagna della casa editrice Il Mulino, quello è un libro della Piemme. Buongiorno, che libro cerca? Non ricorda il titolo, l'autore, la casa editrice? L'argomento? Storia di una bambina che raccoglieva fiori? Facciamo una ricerca non si sa mai... Ha sentito parlare del libro a una trasmissione televisiva? Se ricorda quale posso fare una ricerca su google...
Buongiorno, per i libri di scuola deve andare nell'ultima sala infondo, c'è una collega al banco.
Buongiorno... certo mi dica pure... purtroppo il libro non è disponibile in commercio, è un fuori catalogo. No purtroppo non lo possiamo neppure ordinare. Da Feltrinelli el hanno detto che si può ordinare? Guardi Signore sto guardando sul sito della distribuzione e il libro risulta non disponibile...
Libreria... buongiorno sono Marino... si mi dica pure, no si figuri nessun disturbo...

Libraio interiormente
“No, cioè, cos'è che vuoi? Sì, il titolo? L'autore? La casa editrice? Non ricordi niente? E secondo te come te lo trovo il libro? Mi hai preso per un mago indovino? No, nessuno sconto! Ma che non lo vedi che lo sconto è su un'altra collana? Come? Lo sconto è troppo basso? Prego, prendilo pure, te lo regalo! Libreria... sono Marino! Sì, il libro non è disponibile. Da Feltrinelli le hanno detto che è possibile ordinarlo? E allora provi a farglielo ordinare e poi vediamo se arriva! No ma cos'è la giornata degli smemorati di Collegno? Ce ne fosse uno che si ricorda un titolo. Come dice? Vuole quella barbie che ha visto in vetrina? Quella con il vestito rosa? Che strano, pensavo di essere un libraio! Caffè! Ho decisamente bisogno di un caffè!”

giovedì 21 marzo 2013

L'italiano

“Scusi dov'è l'italiano?”
Mi guardo intorno perplesso.
“Chi scusi?”
“L'italiano!”
Non ho afferreto!
“Ehm... vuole... libri di scrittori italiani?”
“Ma no! Voglio i dizionari!”
Disgrezieto maledetto! Se vuoi un dizionario perché dievolo non dici “dizionario” invece di dire “l'italiano”? Come checchio faccio a capire che “l'italiano” è un dievolo di “dizionario” di iteliano???? Eh? Eh? Eh?
Sei contento adesso che mi hai fatto schettere la reazione Lino Banfi? Eh? Porca puttena!

mercoledì 20 marzo 2013

Esigenze

Signora al primo piano intenta a leggere (a sbafo) il quotidiano:
“Scusi avete acceso l'aria fredda?”
“No signora è il condizionatore ma è programmato a 20°”
“Io gradirei una temperatura un po' più alta!”
Certo signora lo riprogrammo subito dopo averle portato il tè e i pasticcini. La sedia è abbastanza comoda? Le notizie sul quotidiano sono di suo gradimento?
Ma che te credi d'esse in albergo?

martedì 19 marzo 2013

Cloud Atlas

Difficile classificare un libro come Cloud Atlas, per comodità, in libreria, spesso lo si trova nella zona fantascienza anche se, a dire il vero, il libro ha una visione decisamente più ampia rispetto alle classificazioni e ai generi. Si tratta infatti di un libro che usa il metodo delle scatole cinesi, storie che si intrecciano fra loro, dal passato al futuro e viceversa. Salito ai primi posti della classifica grazie al film dei fratelli Lana e Andy Wachowski (i creatori di Matrix) Cloud Atlas è un viaggio all'interno delle vite di alcuni personaggi: Un notaio che, a metà dell'ottocento, compirà il suo viaggio attraverso la consapevolezza che tutti gli uomini sono uguali e che lo schiavismo è un male, il giovane musicista che vive per la sua arte fra le due guerre mondiali, una giornalista che, negli anni della guerra fredda, scopre e denuncia, mettendo a rischio la propria vita, il pericolo del nucleare. Un editore che, negli anni ottanta, vive una strana e inconsueta avventura. La storia di Sonmi clone di un futuro prossimo e inumano in cui i cloni vengono schiavizzati e dove le vite vengono considerate solo in base al livello di consumismo che possono permettersi. Sino ad un futuro/futuro in cui la civiltà è tornata agli albori, dove la tecnologia ha distrutto tutto, in cui gli abitanti pacifici di un villaggio devono fare i conti con un gruppo di assassini e violenti. È la storia che si ripete, all'infinito. Nella prima parte del libro vengono raccontate le storie a metà, sino alla storia del futuro, futuro che viene narrata per intero e poi si ricomincia, al contrario, partendo dal futuro prossimo e arrivando sino alla metà dell'ottocento. Ogni storia è strettamente legata all'altra grazie a qualcosa lasciato dai personaggi della storia precedente: il diario di viaggio del notaio influenza la vita del musicista, la composizione del musicista influenza la vita della giornalista, l'avventura della giornalista, divenuta libro, influenza la vita dell'editore, la vita dell'editore, divenuta film, influenza la vita del clone Sonmi che, a sua volta, diviene un simbolo per gli abitanti dell'apocalisse. La trasposizione cinematografica, anche se convincente e interessante, non riesce a rendere giustizia a questo libro, soprattutto per quanto riguarda la storia di Sonmi troppo simile, nel film, a quella di Matrix. Nel libro la sua vicenda, che è forse la più umana fra tutte, mette ben in evidenza l'inumanità dell'uomo. Cloud Atlas è, in definitiva, un libro intenso e intelligente che parla di libertà, di riscatto e di lotta. Un libro che sottolinea come l'uomo non è nulla senza la libertà e come gli errori della storia si ripetano all'infinito sino, probabilmente, all'annientamento del genere umano.

David Mitchell
Cloud Atlas
597 p. 14,90€
Frassinelli

lunedì 18 marzo 2013

Soddisfatto o rimborsato.

Si avvicina un signore e mi mostra il prezzo di un libro
“Il prezzo è questo?”
“Sì.”
“E non c'è lo sconto?”
“In questo momento, su questo titolo, no.”
“Eh ma costa troppo! E se poi lo compro e non mi piace che faccio?”
Prova anche tu la nostra formula “Soddisfatto o rimborsato”! Ti porti a casa il libro gratis, lo leggi e se ti piace torni a pagarlo. Se non ti piace ti viene offerto un pacchetto che prevede:
  • Il numero di telefono dell'autore o dell'autrice per poterlo/a chiamare e infamare,
  • Una pagina Facebook e una Twitter per poter criticare il libro,
  • Un kit alla Dexter per poter torturare e uccidere il libraio o la libraia che ti ha consigliato quel libro,
  • Un simpatico adesivo con scritto “Questo libro fa schifo” che potrai apporre sui libri dell'autore o dell'autrice esposti in libreria,
  • Un invito a C'è posta per te di Maria De Filippi in cui l'autore o l'autrice si scuserà pubblicamente per aver scritto un brutto libro.
E se non fosse sufficiente puoi scrivere sulle nostre vetrine “In questa libreria si vendono libri con il prezzo troppo alto, senza sconto e sono pure brutti!”

sabato 16 marzo 2013

Scriviamolo strano!


Benvenuti a SuperQuack!
L'Antrolopolgia, meglio conosciuta come: antrolopolopolopolopolopolopololgia è lo studio dell'origine dell'antro: incavatura profonda la cui fitta oscurità incute timore. Meglio conosciuta anche come Dark room. Il terrore che incute questa stanza è reso ancor più chiaro dai versi che le persone fanno quando vi entrano.
All'inizio dell'antro spesso si trovano frasi come: "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate!" o anche: "Attenzione! Timide, astenersi!"

Foto di Lorenzo (bastardoooooooo) Solmi.

venerdì 15 marzo 2013

Librai stampatori

“Ciao avete il libro....”
“No, l'ho terminato. Lo puoi ordinare se vuoi.”
“Ma voi i libri li stampate?”
“Come scusa?”
“Il mio professore ha detto che voi i libri li stampate.”
Guarda tesoro non so cosa fumi il tuo professore ma non deve essere roba troppo buona...

giovedì 14 marzo 2013

Ode alla collega Femminista (e infortunata)

O collega Femminista che per far l'ecologista vai all'Ikea in bicicletta e finisci stesa come una bamboletta , chissà se al tuo orecchio è giunta la novella della torta alla cacarella. Tu che fai l'ecologista finisci stesa sulla pista che da macchina privata alla fin vieni abbagliata. E di cinque settimane la tua prognosi all'ospedale, che di scuse, bella mia, ne potevi ancor trovare ma di corsa hai voluto tornare a lavorare. Con quella caviglia azzoppata cinque settimane son volate mentre io in libreria, solo, triste e abbandonato al suicidio ho pensato.
Ora ti aggiri zoppicando e le sedie vai bramando che appena puoi ti posi e la gamba un po' riposi. Ma di corsa devo andare, ho un cliente da servire che di questo tuo (ri)posare non ho fatto un bell'affare! O collega Femminista la tua gamba tutti l'han vista che di rotture e di gonfiore non c'è traccia neppure minore. Ora in versi te lo dico perché son davvero fico: se le gambine un po' non muovi il collega a casa trovi che con forbici e falcetta la rossa chioma non rispetta.

mercoledì 13 marzo 2013

La gatta del libraio

Nella libreria che sogno c'è una gatta nera.
Ogni mattina, nel mio sogno ad occhi aperti, mi vedo uscire di casa e andare al lavoro con la mia gattona. Apro la porta della libreria che sembra vecchia, con lampade sparse in giro, le luci soffuse, le poltrone, i giornali, l'angolo dove si può suonare o bere il caffè, le travi al soffitto, i libri che sanno di libro, una vetrina che sembra quella di un vecchio negozio della Normandia. Io e la mia gatta che esce pigramente dal trasportino, si guarda intorno, sale sulla finestra che dà sul giardino interno, quello che in primavera si colora di fiori e profumi, guarda curiosa gli uccellini e poi trova un posto caldo dove rannicchiarsi e dormire.
Nel caso non l'aveste capito questo post è dedicato alla mia gatta perché non dovrebbe esistere nessun libraio senza un gatto o un cane o un criceto o un uccellino o una lucertola o una porcospino o un pesce rosso o un gufo o un qualsiasi altro animale.
La mia gatta si chiama Ségolène ed è il motivo per cui sono diventato vegetariano (e non l'ho fatto intenzionalmente).
Questo post è dedicato a lei perché:
La mattina mi sveglia alle cinque perché vuole mangiare l'umido. Per svegliarmi prima comincia a leccarmi i capelli, poi salta dalla mia schiena a quella del mio compagno, poi si avvicina furtiva al mio volto e mi annusa e se proprio non mi sveglio comincia a darmi delle zampate in fronte. Prima delicatamente e poi con le unghie e se non mi sveglio, giuro, sbuffa!
Ma io mi sveglio, ovviamente, anche se dentro di me mi dico che non è possibile che questa mi svegli tutte le mattine così presto. Mi trascino dentro le mie pantofole, mezzo addormentato, e le verso l'umido nella sua ciotola. E mica un umido qualunque perché se io sono diventato vegetariano lei si mangia tutte le prelibatezze del mondo. Spesso mangia e poi mi lascia in pace. A volte annusa la pappa, poi mi guarda e se ne va senza mangiare. In quei momenti io, mezzo addormentato, infreddolito ancora incapace di intendere e di volere mi chiedo se la mia gatta, in realtà, non mi stia prendendo in giro.
È dedicato a lei per quel buco che ha fatto nella poltrona a forza di farsi le unghie, perché si mette a dormire sui miei vestiti puliti e appena stirati, perché quando scrivo al computer sale e si stende sulla tastiera e se cerco di mandarla via si lamenta. Perché dopo che ho fatto la doccia lei se ne sta lì, immobile, ad aspettare le coccole. Ma con i piedi però perché altrimenti se ne va. Perché anche se le cambio l'acqua di continuo lei deve bere dal rubinetto. Perché si mette dentro la vasca a leccarsi o a guardare le gocce che cadono e si arrabbia se non riesce a prenderle. Perché improvvisamente si volta e fissa il vuoto o la porta e io penso “è entrato qualcuno in casa!” ma non c'è mai nessuno. Perché mi guarda curiosa quando ballo e poi comincia a correre e saltare, poi si ferma e si addormenta fra i libri. Perché non si lamenta se la chiamo: pulcina, orsetta, patatina, pantera, prociona, citrulla e via dicendo. Perché mi segue da una stanza all'altra. Perché appena le pulisco la vaschetta della sabbia lei la va subito a fare. Perché salta sul divano mentre leggo un libro e si accoccola fra le mie gambe. Per quei suoi occhi gialli che non hanno bisogno di parole e quel suo cuore di gatta che invidio un po'.

martedì 12 marzo 2013

Le cose cambiano

2006
Regola della libreria (quando ho cominciato a lavorare in libreria questa era la legge).
“Esiste un catalogo, libri che, anche se non vendono, devono essere presenti in libreria. Esiste una differenziazione in generi e stili, ci sono i classici e ci sono i contemporanei. Non posso rendere un libro di un autore che ha fatto la storia della letteratura, anche se non lo vendo, quel libro e quell'autore danno il senso al progetto librario, permettono di costruire un'identità, di mettere in evidenza la serietà della libreria. Quel libro, anche se non vende, mi farà vendere altri libri. Bisogna conoscere il prodotto libro, occorre leggere, avere una buona manualità, il cliente va seguito, servito, consigliato. Le librerie senza librai sono destinate a chiudere. Occorre avere un buon catalogo, gli scaffali non devono essere vuoti. Un cliente che entra in libreria deve trovare esposti dei bei libri. Un libro non si rende prima dei sei mesi.”

2013
“Occorre mettere tutti i libri in ordine per autore, il cliente deve essere in grado di servirsi da solo. Occorre ridurre lo spazio espositivo, serve maggior spazio per la cartoleria. Avete fatto la resa? Il monte merci è troppo alto. Questo libro quando è arrivato? Il mese scorso? Due mesi fa? Rendere, rendere! Gli scaffali sono troppo pieni, serve un'esposizione più ariosa. Questo libro perché non lo rendi? Catalogo? Ma vende? No? E allora che lo tieni a fare?”

Thats all folks

lunedì 11 marzo 2013

Incontri, mamme, papà e riflessioni.

Qualche considerazione sulla presentazione che Loredana Lipperini ha tenuto a Bologna sabato 9 marzo per il suo nuovo libro (che non ho ancora letto, sarà la mia prossima lettura dopo Cloud Atlas che si sta dimostrando più interessante del previsto e che mi sta dando alcuni spunti di riflessione importanti) Di mamme ce n'è più d'una (Feltrinelli, 314 p., 15 euro). Innanzitutto il luogo scelto da Loredana: una libreria. Può sembrare sciocco e banale, dove vuoi che si svolga una presentazione di libri se non in una libreria? Ho però la sensazione, ogni volta che entro in una libreria indipendente di quelle in cui si respira passione e letteratura, che la libreria in cui lavoro sia qualcosa di molto diverso. E non solo la mia ovviamente, anche le altre librerie di catena. Sarà che ho cominciato a pensare che non occorra, per forza, avere milioni di libri da esporre, che non serva, necessariamente, avere le ultime novità in decine e decine di copie, che forse gli spazi sono troppo grandi e le pareti troppo bianche e asettiche e l'ambiente troppo luminoso persino. E mi dico che, forse, una libreria di catena è meno adatta a un lettore forte e appassionato e forse è più adatta a un lettore di passaggio o che ha molta fretta o che è disinteressato all'aria libraria. Forse noi esistiamo per permettere al consumatore di poter consumare. Punto. E non fraintendetemi, non ne faccio la solita questione da snob. È che quando entro in una libreria di catena non ho la sensazione di sentirmi a casa, non penso di voler passare in quel luogo ore a spulciare libri. Mi capita invece quando entro in librerie come quella scelta da Loredana, Modo Infoshop (via Mascarella 24 Bologna), piccola, accogliente, con i libri sino al soffitto, le travi in legno, una saletta con due poltrone che mi ha ricordato una sala della libreria Shakespeare and Company a Parigi. È uno di quei luoghi che ti tolgono l'ansia del tempo che passa, che ti restituiscono un'idea precisa di cosa dovrebbe essere la letteratura. Certo non avranno mai un catalogo come quello che potrete trovare in una libreria di catena o sui siti on line. Però, non so come dirvelo, queste librerie che resistono sono davvero un'altra cosa.
La presentazione.
Non posso, non avendolo ancora letto, parlare nello specifico del libro ma posso però fare una sintesi di quello che è accaduto in due ore e mezza di presentazione: gente attenta, interessata, che ha partecipato con passione al dibattito. È stata anche, fra le altre cose, un'occasione, anche per me, di conoscere persone che frequentano il blog di Loredana Lipperini e, alcune, anche Cronache dalla libreria. Al centro della discussione la figura della madre o, per meglio dire, delle madri. Ma non solo: generi, pubblicità, stereotipi, culture, modi diversi di vivere la maternità, ruoli sociali, educazione. Ciò che ne è uscito è un quadro decisamente più complesso di quel che mi aspettavo per mille e più ragioni che Loredana affronta nel libro. Si è parlato anche delle contrapposizioni interne ai vari movimenti, anche a quelli femministi. Del disinteresse dimostrato, e parlo per esempio del referendum sulla procreazione assistita che non ha raggiunto, se non sbaglio nel 2005, il quorum, da parte della maggior parte delle persone “non sterili” nei confronti delle persone con problemi di sterilità. La sconfitta del referendum, contro cui la chiesa cattolica fece enorme pubblicità, ha messo in evidenza l'importanza di rivedere la legge sui referendum ma anche il fatto che un problema, se non ci tocca da vicino, non è un “nostro” problema. Avrei voluto intervenire su questo argomento (non l'ho fatto perché ormai si era fatto tardi) perché se nei confronti delle coppie sterili si è dimostrato disinteresse nei confronti delle coppie omosessuali che desiderano avere un figlio (o che l'hanno già) si dimostra, spesso, addirittura contrarietà e rabbia. Si utilizzano due mezzi, solitamente. Si afferma che una coppia o una persona omosessuale che vuole un figlio è “egoista” e si sfrutta la figura del bambino per affermare che vengono lesi i suoi diritti.
Ora, perdonatemi ma questo post va oltre la letteratura, vorrei sapere quale coppia eterosessuale è mai stata accusata di essere egoista perché desidera un bambino. Se un uomo e una donna decidono di avere un figlio è una cosa “bellissima” se una/un single o una/un omosessuale desiderano o decidono di avere un figlio sono degli egoisti. Perché? Credo che nessun si sentirebbe in diritto di andare dalla peggiore coppia eterosessuale del mondo che ha deciso di avere un figlio per dargli dell'egoista. Ci sono casi di famiglie devastate (e devastanti) che hanno comunque prole e nessuno direbbe mai loro che sono degli egoisti (certo poi si interviene in altri modi). Dico questo perché, alla fine, sono certo che non esista un modello giusto e uno sbagliato di famiglia. Così come sono certo che non occorra necessariamente una figura paterna e una materna per crescere un figlio o una figlia.
Un figlio non è un diritto e non è un obbligo. Eppure, ancora oggi, se una donna a una certa età non è ancora sposata e non ha prole viene vista come una “stramba”. Ho amiche che si sentono spesso chiedere da conoscenti e parenti come mai non si siano ancora sposate e non abbiano ancora avuto figli. Questa cultura ci è talmente entrata dentro che a volte ci fa persino sentire in colpa.
Il retaggio culturale non si cancella in pochi anni, occorre un lavoro lungo e lungimirante, snervante anche per far passare alcuni concetti.
Quando dico che mi piacerebbe avere una figlia mi sento spesso rispondere che penso solo a me stesso, che i bambini di coppie omosessuali vengono discriminati, che si sentono dei diversi, che avranno dei problemi. Scusate ma di chi è la colpa? Mia che desidero un figlio o di coloro che pensano che io non abbia diritto, per il semplice fatto di essere omosessuale, alla paternità? Le coppie glbt con figli esistono già, le loro esistenze sono identiche a quelle di tutte le altre famiglie, se i loro figli vengono discriminati è forse per colpa loro? Guardate, l'assenza di leggi a favore delle persone GLBT si ripercuote, per forza di cose, anche sui loro figli e sulle loro figlie. In una coppia omosessuale con prole la genitrice o il genitore legittima/o è solo quella/o biologica/o. L'altra/o, per la legge, non ha diritti. Immaginate cosa accadrebbe se il genitore o la genitrice biologico/a venisse a mancare.
E ancora, tornando alle donne ma anche alla paternità, il nostro è un paese che fonda la propria “storia” sulla propaganda famigliare. Perché dico propaganda? Perché le famiglie esistono solo nel periodo della campagna elettorale e vengono prese in considerazione solo quelle “classiche” (meglio se consacrate in chiesa). Le varie forme famigliari non vengono minimamente prese in considerazione. Si dice che si fanno pochi figli e, allo stesso tempo, non si tutelano le donne, non si tutela il loro lavoro, si riduce sempre di più il budget alle persone, ormai siamo arrivati al livello in cui se chiedi un congedo parentale in questo paese vieni visto come anti aziendale. Forse chi ci governa non lo sa: fare un figlio costa.
Se lavori con contratti precari è ovvio che non puoi permetterti un figlio. Non puoi perché non hai l'opportunità economica e non puoi perché, spesso, se aspetti un figlio l'azienda non ti rinnova il contratto.
I temi trattati sono stati davvero tantissimi e credo che il libro di Loredana meriti una lettura approfondita.
Per concludere posso dire che il desiderio di paternità per una coppia gay è decisamente più difficile da realizzare. Anche in questo caso occorrono molti soldi. Non solo. Per me che sono contrario alle madri surrogate (e non per una questione “morale”, una donna che si presta a essere portatrice ne ha tutto il diritto sia per le coppie eterosessuali sia per le coppie omosessuali. Solo che, personalmente, e lo ribadisco è un mio problema, non riesco a percepire il corpo come una ncubatrice) il problema è doppio. Vorrei poter adottare ma ogni volta che si discute di omogenitorialità ci sono reazioni isteriche. Per prima cosa mi viene detto che ci sono tante coppie eterosessuali che vorrebbero adottare e non ci riescono quindi perché un figlio dovrebbero darlo a un omosessuale? Intanto, probabilmente, non abbiamo la concezione reale di quale sia la situazione delle bambine e dei bambini senza genitori(e del loro numero purtroppo). Poi, probabilmente, bisognerebbe rivedere le leggi sull'adozione, magari capire bene anche il discorso legato a quelli che un tempo venivano chiamati orfanotrofi (e che oggi sono strutture “altre”). Infine, per chiudere, bisognerebbe far capire a chi ancora non l'ha capito che non esistono relazioni di seria A e relazioni di serie B. Anche se è chiaro, per come vanno le cose, che oggi questa classificazione esiste eccome.

sabato 9 marzo 2013

Vota Marino, Vota Marino, Vota Marino!

Ciao mi chiamo Marino, ho 37 anni ma ne dimostro venti e nel tempo libero uccido le persone che sostengono il contrario. Mi piace leggerescriverefarelecoccoleallamiagattafissareilvuotoinebetitoeaffacciarmiallafinestracantandoDon'tCryForMeArgentina. Passo le notti insonni perché il mio compagno russa e a volte non sono proprio sicuro di essere io. Vista la mia propensione ad usare la bava di lumaca per la pelle mi propongo come candidato alla supervisione dei prodotti di bellezza e chiedo il ministero per l'attuazione del botulino sulle rughe.

venerdì 8 marzo 2013

Master

“Scusa hai il Master di Baskerville?”
No ma se vuoi conosco un master che sarebbe felice di conoscerti...

Arthur Conan Doyle
Il Mastino dei Baskerville
Diverse edizioni

Robert Stevenson
Il master di Ballantrae
Diverse edizioni

giovedì 7 marzo 2013

un'adorabile bambina

Bambina terribile che urla in libreria:
“Mamma me lo compri il libro, Giorgia ce l'ha!”
“No, non ce l'ha.”
“Invece sì sei una bugggggiarda! Io l'ho visto il libro di Giorgia! Tu non me lo vuoi comprare e Giorgia ce l'ha!”
“Smettila.”
“Ma tu hai detto che Giorgia non ce l'ha. Io ho ragione e tu sei una buggggggiarda! Giorgia ce l'ha il libro! Io no! Giorgia ce l'ha, il libro! Sei una buggggggiarda!”
La signora mi guarda in cerca di comprensione.
“Io ho una gatta!”
Le dico con un sorriso bastardo.

mercoledì 6 marzo 2013

Ho qualcosa da dirle

Al Telefono:
“Libreria … Buongiorno, sono Marino.”
“Buongiorno Marino, si metta comodo per piacere, ho qualcosa da dirle.”
Gli alieni hanno rapito la mia gatta? Sono il prescelto e salverò il mondo? In realtà mio padre è mia madre e mia madre è mio padre? Sono un clone destinato a donare organi al mio vero io? Sto vivendo in una realtà fittizia e con questa telefonata mi sveglierò e scoprirò che nulla di tutto quello che vedo, sento, tocco è reale? Il mondo sta per finire? Sono rimasto, a mia insaputa, coinvolto in un intrigo internazionale di spie?
Deglutisco.
“Ok, sono pronto.”
“Sto cercando un vecchio cd che ascoltavo da bambino, conosco le parole, se facciamo una ricerca in internet riesce a trovarmelo?”
No, aspetti! Vuole dire che gli alieni non hanno rapito la mia gatta, che non sono il prescelto per salvare il mondo, che mio padre è mio padre e mia madre è mia madre, che non sono un clone che deve donare gli organi al suo vero io, che non sto vivendo in una realtà fittizia, che il mondo non sta per finire, che non sono rimasto immischiato in un intrigo internazionale?
No, dico, SCHERZIAMO VERO?
“Mmmm... vediamo.... riesce a canticchiare la canzone?”
L'ha canticchiata sul serio!

martedì 5 marzo 2013

Kobo o non Kobo? (Questo è il dilemma)

Al Telefono:
“Libreria … Buongiorno, sono Marino.”
“Sì buona giornata a lei. Io la chiamo per avere assistenza.”
“Mi dica pure.”
“Mi hanno regalato uno di qui cosi per leggere il libri, un Kobo.”
“Signora il Kobo non è un nostro prodotto, deve telefonare alla Mondadori.”
“Sì lo so che non è un vostro prodotto ma io i libri li compro da voi e ho bisogno di assistenza perché non lo so usare.”
“Come le dicevo signora non è un nostro prodotto e quindi non ne conosciamo neppure il funzionamento... per quanto possa essere simile al nostro lettore sarebbe meglio che lei andasse alla sede Mondadori per farsi spiegare come funziona.”
“Ma io i libri li verrei a comprare da voi!”
“Signora gli e book li scarica direttamente dal computer o sul lettore.”
“Sì ma vede io ho paura, non sapendolo usare, che magari faccio qualcosa di sbagliato e poi pago e voi non mi mandate i libri a casa...”
“...”
“Ha capito vero?”
“Sì signora però... non funziona così. Il lettore che le hanno regalato serve per acquistare direttamente on line i libri in formato elettronico. Nessuno le consegnerà a casa dei libri cartacei.”
“Sì. Ma poi se io pago e non mi consegnate nessun libro oppure non sono in casa come faccio?”
Qualcuno ha un Moment? Un'aspirina? Una pastiglia di cianuro?

lunedì 4 marzo 2013

Harry

Si avvicina una ragazza, sguardo timido, timbro di voce incerto:
“Scusa oggi dovrebbe essere uscito il nuovo libro di Harry.”
“Potter?”
Sguardo incredulo ma sempre dolce:
“No Harry... degli One Direction.”
Io fra un po' divento fan di questi, ve lo dico.
“Ah sì, scusa, il nuovo libro di Ippocampo.”
Il suo sguardo si illumina, la sua amica mi guarda come dire: Non guardare me a me piacciono i Nirvana!
“Lo avete?”
“Mmmm credo non sia ancora arrivato!”
Ora immaginate che il mondo vi stia crollando addosso. Ecco, ora immaginate una ragazzina a cui il libraio bastardo ha appena detto che il libro del suo idolo non è ancora arrivato.
E mi faccio commuovere. Sì, mi faccio commuovere, avete capito bene. Perché alla sua età io adoravo Madonna e quando ascoltavo le sue canzoni potevo viaggiare con la fantasia e alienarmi, per qualche ora, da un mondo che non mi piaceva.
E magari è così anche per lei.
Insomma, diavolo, ha quindici anni!
Sorrido.
“Aspetta vado a vedere se è arrivato qualche pacchetto novità da aprire...”
La sua espressione è di nuovo piena di speranza.
Vado dal magazziniere, gli espongo il problema, lui bestemmia in sardo perché ha un milione di cose da fare e il pacchetto delle novità Ippocampo ancora non lo ha aperto. Afferra minacciosamente un taglierino e si avventa come un serial killer sul pacchetto da aprire. Ed ecco che emerge il visino angelico di Harry.
“Tieni!”
Mi dice in modo brusco allungandomi una copia del libro il malefico magazziniere.
Che insensibile!
Mi avvicino alla ragazzina con il libro in mano e lei è fuori di sé dalla gioia.
Sono un angelo, lo so, non c'è bisogno che mi scriviate quale persona meravigliosa io sia.
Ma, secondo voi, quanto durerà sta cosa degli One Direction perché non so quanto durerà la mia pazienza...

sabato 2 marzo 2013

Corriere

Arriva un corriere che deve consegnare dei colli, il maledetto magazziniere non si trova, si sarà imboscato, come al solito. Salgo le scale e il corriere con un sorriso malizioso:
“Mi aspettavo una bella ragazza!”
“I tempi sono magri bello, accontentati!”
E poi... starai mica dicendo che sono brutta, vero?

venerdì 1 marzo 2013

Ospedale?

Al telefono:
“Libreria... buongiorno sono Marino.”
“Buongiorno devo spostare un appuntamento per le analisi del sangue.”
“Signora siamo una libreria.”
“Ma su internet c'è scritto che siete l'ospedale Rizzoli!”
Signora guardi in questi strani giorni ci sono tante cose di cui non sono più sicuro. Ma una certezza ce l'ho ancora. Non siamo un ospedale. Non ancora almeno.