martedì 30 aprile 2013

Beatles

Si avvicina un ragazzino:
“Scusa avete un libro con le canzoni dei Beatles?”
No aspetta, forse ho capito male. Mi hai chiesto i Beatles e non Justin Bieber? Ma allora c'è speranza! Allora non tutto è perduto!
Consegno al ragazzino il libro che mi ha chiesto.
Dopo un po' arriva un altro ragazzino:
“Scusi ha un libro con le canzoni dei Beatles?”
“Mmmmm... ma dovete fare un compito per la scuola?”
“No perché?”
“Un altro ragazzo mi ha chiesto un libro identico poco fa.”
Consegno l'ultima copia del libro con i testi delle canzoni dei Beatles al ragazzo.
Non passa molto che si presenta il terzo ragazzino:
“Scusi ha un libro con i testi delle canzoni dei Beatles?”
“Al momento l'ho terminato, mi arriva fra qualche giorno.”
Lui guardando suo padre:
“Ecco! Michele ce l'ha e io invece no!”
Ah ecco, mi sembrava troppo bello!
Nel pomeriggio, altro ragazzino:
“Scusi sto cercando un libro con le canzoni dei Beatles....”
E mo basta con sti Beatles, mo' m'avete scucciato! Tiè piglia un bel libro sui Pooh! Più o meno sono la stessa cosa....

lunedì 29 aprile 2013

Sull'educazione sessuale

Quando Ippocampo, casa editrice che, come ho già detto, stimo molto, ha proposto il manuale di educazione sessuale dal titolo Make love mi sono detto: finalmente. Si tratta di un manuale per le e gli adolescenti in cui si parla di sesso e lo si fa anche grazie a foto realistiche. Ho fatto un monotitolo e messo il libro in vetrina mettendo in evidenza anche gli articoli usciti sui vari quotidiani. Di sesso, in questo paese, non si parla mai in modo sereno e quando lo si fa non è mai da un punto di vista educativo. L'educazione sessuale nelle scuole, a parte pochissime realtà, è vista come qualcosa di sconveniente. In famiglia è ancora un tabù. Io mi ricordo che quando ero ragazzino i miei genitori avevano preso l'enciclopedia “amarsi” per aiutare me, mia sorella e mio fratello a capire che il sesso non deve essere un tabù, che le cose è meglio saperle e conoscerle per evitare malattie e problemi di vario genere. Forse anche per questo sono cresciuto privo di morbosità nei confronti del sesso, quindi vedere sul mercato un libro come Make love mi ha in qualche modo rincuorato.
Con il passare dei giorni però mi sono reso conto del totale disinteresse dei ragazzi e delle ragazze nei confronti del manuale. Non so come stia andando sul mercato, spero bene. Da noi i ragazzi e le ragazze lo sfogliano annoiat* e poi lo posano. I maschietti , in particolare quelli più giovani, preferiscono fare battute idiote su altri libri. Su quelli che sono nel settore Queer per esempio o su libri (brutti anche se Taschen è un'ottima casa editrice) come The big bok of pussy.
Allora ho cominciato a chiedermi se i ragazzi e le ragazze non siano diventat* indifferent* al sesso perché, magari, intorno a loro il sesso è ovunque. La strumentalizzazione dei corpi, in particolare quelli femminili, la troviamo in ogni ambito della società. Facciamo colazione e i corpi sono sulla confezione dello yogurt, in tv, in prima serata, sui giornali. E forse quest* ragazz* pensano di sapere già tutto del sesso. Un tempo ci si confrontava fra amici. Oggi si va sui forum, su Facebook o, ancora peggio, si va su youporn (giusto per citare uno dei tantissimi siti pornografici di moda). Forse i/le nostr* ragazz* pensano che quello sia il sesso e molt* non comprendono invece che il sesso è molto altro. Non che lo si debba fare per forza per amore. Il sesso però dovrebbe essere gioia, gioco, passione. Se abituiamo i/le ragazz* a vivere il sesso come atto meccanico, se lo svuotiamo di ogni significato, avremo una società sempre più anaffettiva.
Perdonatemi la mia non vuole essere un'invettiva moralista. Il fatto è che, forse un po' ingenuamente, mi sono stupito del disinteresse dei giovani verso uno strumento che potrebbe essere utile alla loro formazione. Contemporaneamente ho cominciato a dirmi che forse l'educazione sessuale non basta più. Andrebbe fatta nelle scuole e in famiglia, andrebbe insegnata ai più giovani. Ma forse, oggi, ci sarebbe bisogno di un'educazione sentimentale da affiancare a quella sessuale.
Voi che ne pensate?

Henning Ann-Marlene Bremer-Olszewski
Make love. Un manuale d'educazione sessuale
256 p 18 euro
L'Ippocampo

sabato 27 aprile 2013

Lavori futuri 2

Lavori che potrei fare in futuro:
Persona che dice barzellette sull'autobus affollato; Franco tiratore del PD che dice “sì voto Prodi!” e poi vota D'Alema; Persona che sgrida i tuoi figli al posto tuo; Persona che ti affianca per strada e poi ti dice quale persona meravigliosa tu sia; Signore anziano per badante; Persona che fa sesso con tuo marito al posto tuo; Persona che sta fuori dal ristorante e poi dice a voce altra, ogni volta che passa qualcuno, facendo finta di parlare a se stesso: “Come ho mangiato bene in questo ristorante! E ho speso pochissimo!”; Persona che in un pub affollato si avvicina all'attore esordiente e urla: “Ma tu sei.... ehi guardate c'è.... Oh adoro i tuoi film!”; Persona che si fa graffiare dal tuo gatto al posto tuo; Persona che tappa il naso alla tua compagna o al tuo compagno quando inizia a russare; Cercatore di chiavi; Raccogli cacca del tuo cane; Persona che si fa licenziare al posto tuo.

venerdì 26 aprile 2013

Libraio crudele vs Piccola Pimpa!

Al telefono:
“Libreria... buongiorno sono Marino.”
All'altro capo del telefono voce di bimba piccolissima:
“C'è la mia mamma?”

Risposta che avrei voluto dare, voce crudele e risata diabolica:
“Ah ah ah ah ah ah la tua mamma l'abbiamo rapita! Adesso la facciamo ingrassare e poi ce la mangiamo!”

Risposta che ho dato:
“Ah ah ah ah ah ah la tua mamma l'abbiamo rapita! Adesso la facciamo ingrassare e poi ce la mangiamo!”
Non è vero ma mi diverte pensarlo ;)

mercoledì 24 aprile 2013

Forse non mi sono accorto che...

Io alla Libraia femminista:
“Dobbiamo rivedere l'esposizione del tavolo principale di saggistica.”
“Mettiamo un po' di novità?”
“Sì va bene.”
“Cosa spostiamo?”
“Allora vediamo i titoli che ci sono ora: Papa Francesco. Noi come cittadini, noi come popolo (Jaca Book); Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta (Salani); Il cielo e al terra. Il pensiero di papa Francesco sulla famiglia, la fede e la missione della chiesa nel XXI secolo (Mondadori); Papa Frncesco. La vita e le sfide (San Paolo edizioni); Papa Francesco fra religione e politica (Ponte alle grazie); La chiesa ferita. Papa Francesco e le sfide del futuro (Giunti); Jorge Mario Bergoglio. Francesco. (Piemme); Francesco. Un papa alla fine del mondo (EMI); La morale, la fede e la ragione (Imprimatur)...”
“ Ci sono anche i due titoli di Ratzinger...”
La guardo:
“Aspetta vado a vedere cosa c'è scritto nell'insegna fuori... forse siamo diventati una succursale delle Paoline....”

martedì 23 aprile 2013

Pass

Al telefono:
“Libreria... buongiorno sono Marino.”
“Buongiorno, senta per entrare da voi serve il pass?”
“...”
“Allora?”
“Signore siamo una libreria aperta al pubblico, abbiamo una tessera ma non è obbligatorio farla.”
“Ma io intendevo con la macchina!”
Sorriso bastardo (il mio)
“Ehm... vuole entrare in libreria con la macchina?”
“MA NO! Voglio sapere se si può arrivare con la macchina in centro o se serve un pass!”
Che stupido che sono, dalla frase “Buongiorno, senta per entrare da voi serve il pass?” avrei dovuto subito capire che intendeva: “Per raggiungere il centro della città con l'automobile serve un pass”?
Mi perdoni a volte proprio non ci arrivo...

lunedì 22 aprile 2013

Esordire.

Prendo spunto da un pezzo scritto da Matteo B. Bianchi (La passività dell'esordiente) per poter parlare delle aspettative degli aspiranti scrittori.
Il primo dato, forse il più importante, è che in Italia sono, in percentuale, molte di più le persone che scrivono di quelle che leggono. Il che mette in evidenza un enorme problema perché per scrivere, per scrivere bene, occorre leggere moltissimo. Riallacciandomi al discorso di Bianchi vorrei portare la mia esperienza personale. A quindici anni io scrivevo cose che non interessavano a nessuno. Erano romanzi ambientati all'interno della mia cerchia di amici, scopiazzature di brutti libri che avevo letto, testi pieni di errori e scritti malissimo. Se fossero rimasti esercizi di stile probabilmente mi sarei evitato qualche brutta figura. Invece avevo l'assurda presunzione che fossero dei bei libri ma c'era di più. Non so bene per quale motivo mi ero messo in testa che “scrivere” e, soprattutto, pubblicare, fosse un mio diritto. Quando le case editrici mandavano una lettera per dire che il libro non era idoneo alla pubblicazione (altri tempi quando spedivano ancora le lettere a casa) io, invece di fare autocritica, mi arrabbiavo moltissimo e pensavo che ci fosse un complotto ordito da non so bene chi per evitare di farmi accedere al mondo dorato della scrittura.
Non volevo scrivere, volevo appartenere a un mondo che immaginavo splendido. Volevo valere qualcosa, andare in TV, essere quello fico che pubblicava. E se qualcuno cercava di farmi ragionare io tiravo in ballo qualche scrittore scadente che invece era riuscito a pubblicare e dicevo: perché lui sì e io no?
Fortunatamente i brutti libri che scrivevo non hanno mai incontrato il gusto di nessuno e i continui rifiuti, a un certo punto (ma ci sono voluti anni) mi hanno convinto che forse ero io che sbagliavo qualcosa. Non c'era nessun crudele piano contro di me. Semplicemente scrivevo male.
Così ho cominciato a leggere e ho scoperto autrici e autori che scrivevano davvero. Per anni ho scritto solo racconti che non facevo leggere a nessuno. Erano rielaborazioni, pensieri, esercizi. Non so se ho imparato a scrivere ma una cosa è certa: ho imparato a leggere.
Non esiste un diritto divino alla pubblicazione. Io non so recitare, non so cantare, non sono bravo negli sport. Per quale motivo dovrei sentirmi in diritto di fare una di queste tre cose?
Nessuno pretende, senza essersi allenato duramente, di essere ammesso alle olimpiadi. Allora perché dovrei pretendere una pubblicazione se in realtà non so nulla di letteratura?
So che il mio ragionamento può sembrare assurdo, visti anche i libri che arrivano in libreria, ma vi dico una cosa: il fatto che oggi qualsiasi persona possa pubblicare qualsiasi cosa non è un buon motivo per pensare: “allora lo faccio anche io”! Un aspirante scrittore non dovrebbe guardare alla brutta letteratura. Non fraintendetemi, ci sono ottime scrittrici e ottimi scrittori che non hanno mai avuto successo ma non posso pensare che solo perché la D'Urso pubblica allora posso farlo anche io!
Un altro aspetto riguarda il “perché” si scrive. Scrivere fa bene, per me è come andare dallo psicologo, posso affrontare le mie paure e decido solo in un secondo momento se rendere pubblico uno scritto o tenerlo per me. Non tutto quello che si scrive deve per forza essere letto da qualcun altro. C'è una cosa che vorrei mettere in chiaro: scrivere è sicuramente una gioia ma è anche un lavoro, un esercizio continuo, non è qualcosa di così scontato. Inoltre, forse, dovremmo rivedere le nostre aspettative. Voglio pubblicare perché amo scrivere e ho del talento o voglio pubblicare (qualsiasi cosa) perché voglio diventare ricco e famoso?
Vedete se la scrittura fosse, per la società italiana, un esercizio interessante probabilmente, a questo punto, qualcuno ci avrebbe già costruito intorno un talent show. La verità è che scrivere è molto più complesso. Non ci si può improvvisare scrittori, non basta una bella calligrafia da far vedere in TV per poter esprimere idee e concetti.
Non esiste, ve lo dico con il cuore, non esiste un mondo dorato in cui scrittrici e scrittori vivono solo dei propri frutti letterari. Sono davvero pochissime le persone che riescono a campare di scrittura. Ma sapete in quanti siamo a scrivere? Pensate che basti pubblicare ed è fatta? No, è solo l'inizio. Ovvio che fa piacere. Ma se alle spalle non hai una casa editrice che crede veramente nel tuo lavoro è come non pubblicare. Se non hai una buona distribuzione, se non hai spazio in libreria, se non hai recensioni o passaggi televisivi, se non hai la fortuna di diventare (va tanto di moda adesso) un “evento letterario” del web...
Insomma non voglio scoraggiare nessuno ma rivediamo le nostre aspettative. Se voglio scrivere va benissimo. Se pubblico ancora meglio. E se ho successo, che meraviglia! Ma non va sempre così. A volte semplicemente va male. L'importante è avere consapevolezza, lasciare che il proprio ego prenda qualche schiaffo e, magari, capire che il mercato del libro ormai è al collasso.
A volte basta semplicemente elaborare le delusioni per trasformarle in qualcosa di positivo.

sabato 20 aprile 2013

Farfalle



“Scusa hai il libro Ci vorrebbe una farfalla della Marzano?”
Volevo essere una farfalla.”
“No, no  si chiama Ci vorrebbe una farfalla!”
Senza aggiungere una sola parola vado a scaffale, prendo il libro della Marzano (che si intitola Volevo essere una farfalla) e lo metto in mano al cliente.  Lui mi guarda, guarda il libro, poi me lo restituisce.
“Non è questo!”
Mi dice tutto scocciato prima di andarsene.
Seguimi su: www.maioavoltepropriononcapiscocosahofattodimalenellavita.it

venerdì 19 aprile 2013

Lavori... futuri!

Lavori che potrei fare in futuro:
Spazzacamino; Stuntman in film pornografici; Luisa, che arriva presto, finisce presto e non pulisce mai il water; Controfigura di Edward mani di forbice mentre interpreta un film pornografico; Cuoco in ristorante vegetariano; Contadino; Scalda panchina al parco per i vecchietti o per le badanti che vogliono trovare, anche in pieno inverno, la propria panchina bella calda; Scrittore di battute per masterchef (facile, basta scrivere parolacce); Spazzolagatti; Manichino per crash test; Aperitivo per vampiri; Creatore di centrifugati fantasiosi; Personal shopper; Ottimizzatore di spese altrui; Persona che piange a: matrimoni, cresime, comunioni, funerali; Alice nel paese delle meraviglie (Versione V.M.18 anni); Personal trainer per persona stitica (Dai! Spingi! Io credo in te! So che puoi farcela!); Persona che si lamenta in fila alla posta (vuoi non averne una?); Persona che partecipa al posto tuo ai provini per i reality (così non perdi tempo); Persona che al supermercato ti dice: “No, signore, non compri quella marca che costa troppo ed è cattiva! Prenda questa che costa meno!”; Persona che si prende la colpa quando qualcuno fa una puzzetta in una stanza affollata; Persona che guarda le stelle al posto tuo; Persona che fa morire le piante di tua suocera (mi basta uno sguardo); Persona che ruba le ricette di tua suocera e le sostituisce con ricette inventate che non hanno alcun senso; Persona che rimane immobile davanti alla libreria e si chiede il perché di tanta cecità.

giovedì 18 aprile 2013

Simpatia!

Succede a: La collega Memoria di Ferro
Cliente: “Scusa è disponibile questo libro?”
CMDF: “Purtroppo l’ho terminato, è possibile ordinarlo.”
Cliente: “Arriva in un giorno e mezzo?  Poi devo partire.”
CMDF: “Mmmmm no, i tempi sono un po’ stretti.”
Cliente: “Ma come voi di …. non fate materializzare le cose? Non avete i piccioni viaggiatori che vi portano i libri?”
Non prendertela se non mi rotolo dalle risate, credimi sei davvero molto divertente, tu non lo puoi vedere ma sto ridendo dentro!
Smithers, libera i cani!

mercoledì 17 aprile 2013

Il distruttore

Visti i tempi  è meglio pensare a crearsi nuove figure professionali.
Io ho deciso che mi specializzerò nella distruzione. In particolare nella distruzione delle librerie.
Ho già pensato anche allo spot!
“Libraia! Libraio! I tuoi capi ti chiedono di rendere i libri del catalogo ma tu proprio non ce la fai perché ogni libro messo in resa è per te un pugno nello stomaco? Fa niente, a librà! Vengo io!
Il distruttore di librerie! Nun voi rende a Simone Weil? Wittgenstein nun se schioda dallo scaffale? Foucault pendola de qua e de la? (Scusate questa non potevo non metterla). Nessun problema! C'è: Il distruttore di librerie.
Il distruttore arriva presto, finisce presto e a volte pulisce pure il water! Il distruttore rende, licenzia, distrugge, sminuzza, nun je frega niente de a cultura! Tiè Murakami! Prendi questo McEwan! Fatte da parte Philip Roth! Vai a giocare con Gerald Stephen King!
Il distruttore di librerie costa poco ed è disponibile in diversi colori di capelli! Possibile richiedere anche il formato mobbing e quello “scaccia librai”.
Con un minimo di preavviso il distruttore distrugge anche i vostri sogni e le feste di compleanno dei vostri figli! Stronca anche tu le illusioni letterarie dei giovani, chiama il distruttore di librerie!”
Potrei anche proporre un corso di laurea in distruttologia! Chissà forse un giorno potrei divntare ministro dell'economia!

martedì 16 aprile 2013

Galileo!

Sabato, splendido sole fuori, librai sull'orlo di una crisi di nervi dentro:
Direttrice: “Da Feltrinelli hanno fatto una proposta su Galileo!”
Collega Femminista: “Galileo?”
Direttrice: “Sì, sul processo che è iniziato il 12 aprile 1633. Facciamo una locandina per l'anniversario e mettiamo i libri di Galileo di faccia!”
Collega Femminista rivolta a me: “Dobbiamo fare una locandina su Galileo.”
Io: “Per cosa?”
Lei: “Per l'anniversario dell'inizio del processo.”
Io: “Bene possiamo scrivere:

12 aprile 1633 inizia il processo a Galileo Galilei.
12 aprile 2013 processo finito!
I tempi della giustizia italiana.”

Collega Femminista e perfido libraio in preda a risate da “Non ne posso più di stare qui dentro!”
Potremmo aggiungere anche un P.S nella locandina:

P.S.
Eletti dieci saggi per la soluzione finale.
Pare che abbiano concluso che la chiesa ha ragione: il sole gira intorno alla terra!

lunedì 15 aprile 2013

Librerie. Analisi di un disastro.

In questi mesi, trascorsi a cercare di capire cosa accadrà del mercato del libro, noi “osservatori” interni alle librerie abbiamo visto cambiare nuovamente il panorama librario.
Nuove librerie hanno chiuso, ci sono stati nuovi ricorsi alla cassa integrazione e ai contratti di solidarietà, altre librerie chiuderanno (nell'ambiente si parla di chiusure consistenti), molte professionalità del mondo del libro sono andate perdute.
Parto dall'analisi interna e ne parlo, ovviamente, per quel che ho potuto vedere ma anche grazie al confronto con altre libraie e altri librai di catena.
Il monte merci interno alla libreria è calato. Eravamo arrivati a un punto di saturazione, accordi commerciali devastanti con alcune case editrici avevano portato in libreria troppi titoli in quantità assurde. Le cose stanno cambiando, si ordinano meno novità ma, paradossalmente, quelle delle case editrici potenti sono ancora troppe mentre il minor numero di “prenotato” va a incidere soprattutto sul budget delle case editrici piccole e medie. Ancora una volta, insomma, alla bibliodiversità si preferisce l'accordo commerciale. Normale, direte voi. Ma gli accordi commerciali fatti in questo modo ci hanno portato vicini al baratro. Si è intaccato il monte merci, dicevamo, arrivano meno novità (ma non credo si stia pubblicando meno e meglio), i prezzi dei libri si sono stabilizzati e, in alcuni casi, sono stati proposti prodotti a prezzi bassissimi che hanno, in qualche modo, minato un mercato già disastroso.
Le strategie delle grosse case editrici, al di là di prodotti ad “esaurimento” cioè quei prodotti che magari si fanno per essere venduti nel giro di sei mesi senza prevedere ristampe e che quindi incidono in modo “temporaneo” sul mercato, si basano, ancora una volta, su due fattori: marketing e sconti.
Entrare in una libreria, oggi, significa venire aggrediti dagli sconti. Non mi parlate della legge Levi, per favore, perché viene aggirata continuamente e chi frequenta le librerie lo sa. Se on line trovate, sulle grandi distribuzioni, il 15% fisso, le grandi case editrici giocano al ribasso. La legge Levi prevede che sconti superiori al 15% si possano fare solo in alcune condizioni e per un periodo di tempo limitato. Allora si mette in sconto prima una collana, dopo un mese se ne mette in sconto un'altra, poi solo alcuni titoli di quella collana, poi si abbassa lo sconto al 15% per riportarlo al 25% dopo qualche tempo. Ovviamente, anche in questo caso, raramente le case editrici piccole e medie riescono ad adeguarsi. Un esempio? Entrando in libreria oggi troverete (promozioni valide per le librerie che aderiscono):
25% di sconto su Guanda Le Fenici, Marsilio Tascabili, I libri di Murakami, scelta di titoli Giunti, demetra e De vecchi su sport e fitness, Passigli (scelta di titoli), Dieta Dukan, i “migliori” romanzi tascabili del gruppo Mondadori, i romanzi di Montalbano (Sellerio), Skira architettura e design, Istrici Salani. Al 20% di sconto: Laterza, Mondadori Informatica, Il Mulino (collane Universale paperbacks, farsi un'idea e Le vie della civiltà), Il Saggiatore e Editoriale Scienza.
Buona cosa direte voi. Certo. Peccato che, nonostante gli conti, il mercato del libro stia andando in pezzi sintomo che se non si trovano e non si promuovono politiche culturali adeguate non usciremo mai da questa crisi. Può sembrare banale, lo so, ma guardate che se siamo arrivati a questi livelli lo dobbiamo principalmente alla cecità di chi (non) ha fatto “cultura” negli ultimi decenni. Sia a livello politico che aziendale. Il paese non ha investito nulla sulle politiche sociali e culturali e le grandi aziende hanno preferito affidarsi al guadagno facile e momentaneo piuttosto che studiare piani di crescita culturale.
La minor quantità di “prenotato” sulle novità ha spinto le case editrici a “offrire” meno anche alle scrittrici e agli scrittori. Sto parlando, per quei fortunati che ogni tanto ne hanno visti, di acconti da parte delle case editrici per i libri da pubblicare. Non è un paese in cui si campa di scrittura, chi è dentro al circuito lo sa, diventa sempre più difficile confrontarsi con l'appiattimento e la globalizzazione del mercato, spesso si è costretti, pur di pubblicare, a dover seguire i “filoni” del momento. Di certo sono ben poche le persone che si arricchiscono con la scrittura e ancora meno sono quelle che riescono ad emergere. Insomma il sogno del grande scrittore famoso rimane, per la maggior parte delle volte, un'illusione. Se poi guardiamo i generi che negli ultimi anni hanno spopolato ci rendiamo conto che la letteratura ha subito un cambiamento enorme e che gli intellettuali di oggi, troppo spesso, preferiscono la frase su Facebook o Twitter a un confronto politico e culturale reale.
Dalle librerie, per tornare sugli scaffali, non scompaiono solo le novità. È sintomatico ormai, la novità in libreria, se non vende, rimane due mesi. Un libro diventa “vecchio” dopo cinque mesi, esce dal mercato, sempre più spesso, nel giro di due anni. Il gioco si è fatto così veloce e schizofrenico che le classifiche cambiano continuamente e sempre più raramente un best seller diventa un long seller.
Come dicevo non solo novità. Non possiamo più permetterci invenduti? Pare di no perché alla fine noi i libri li paghiamo e se un libro non vende per noi è una perdita. Quindi addio al mito del catalogo che deve sempre esserci anche quando non vende. Le librerie si impoveriscono di libri essenziali che, comunque, sono disponibili, ordinandoli, in due giorni lavorativi. Anche se sembra che ormai due giorni siano troppi per tutti. Il consumatore deve consumare SUBITO, fagocitare, arraffare. Quindi se non abbiamo il libro, sempre più spesso, la vendita è persa.
Potrei parlare di coloro che acquistano on line e poi vengono da noi se hanno dei problemi. Si deve decidere. Se acquisti on line è ovvio che poi ti devi confrontare con chi opera on line. Mi è capitato una volta con un volo aereo. Ho lasciato perdere.
Gli spazi che rimangono vuoti in libreria come si riempiono?
Di prodotti che con il libro non c'entrano nulla: coperte, giochi, prodotti tecnologici, cartoleria, ecc... tutte cose che marginano di più. Non solo. Vi avevo già parlato delle vetrine in vendita. Ora si inaugura anche “lo spazio” a pagamento. Esposizioni, pareti, spazi all'interno della libreria “acquistati” dagli editori per esporre i propri prodotti.
Le cose cambiano, ormai, da un giorno all'altro tanto che noi “operatori” del settore sempre più raramente ci stupiamo. L'unica consapevolezza, che sta crescendo in molti di noi, è che questo mercato non ha grosse speranze e che se non si comincia a investire seriamente sulla cultura fra qualche anno le uniche librerie che troverete saranno quelle specializzate o on line.
Con buona pace di chi per anni si è battuto per avere una visione diversa del mondo del libro. La cosa peggiore, alla fine, è che qualcuno avrà buonuscite molto alte e qualcun altro (noi pesci piccoli) si prenderà le colpe del fallimento.

sabato 13 aprile 2013

Non sono stato chiaro 2

“Libreria..., buongiorno sono Marino.”
“Sì buongiorno ieri ho chiamato e ho fatto mettere da parte un libro a mio nome della casa editrice saggiatore.”
“Sì.”
“Ho saputo che c'è lo sconto.”
“Sì è in sconto al 20%”
“Sì, senta io verrei settimana prossima a prendere il libro, mi fate lo sconto lo stesso?”
“I libri Saggiatore sono in promozione sino al 30 aprile.”
“Sì... ma me lo fate lo sconto?”
“Signore, come le dicevo lo sconto è valido sino al 30 aprile.”
“Sì... quindi me lo fate la settimana prossima.”
Comincio a pensare di non essere in grado di spiegare le cose alla gente. Voglio dire... la settimana prossima è compresa dalle date che vanno dal 15 al 21 aprile, lo sconto c'è sino al 30 aprile... che cosa, nuovamente, non ti è chiaro?

venerdì 12 aprile 2013

Non sono stato chiaro?

“Sto cercando qualcosa di storia moderna in lingua inglese.”
“Mi spiace non ho saggi in lingua inglese.”
“Mi serve in inglese.”
“Non ho saggi in lingua inglese, solo in lingua italiana.”
“Mi faccia vedere.”
Accompagno a settore la signora.
“Questa è la parete di storia moderna.”
“In inglese?”
“...”
“Quindi?”
“Signora non ho saggi in lingua inglese, mi spiace.”
“E ma allora... le ho detto che mi servono in inglese!”
Cosa... esattamente... non... le...è...chiaro... nella... frase: NON HO SAGGI IN LINGUA INGLESE??????????

giovedì 11 aprile 2013

La giornata del libraio

Ore 5.00: La gatta malefica del libraio comincia a leccargli i capelli per svegliarlo e avere la sua razione di pappa mattutina
Ore 5.15: La gatta malefica del libraio si crede una personal stylist e si impegna a leccare i capelli per creare strani effetti
Ore 5.30: Il libraio finalmente poggia i piedi a terra e si avvia, barcollando, in cucina, riempie la ciotolina della gatta malefica con squisitezze mattutine e torna a letto con un ciuffo alla “Tutti pazzi per Mary”
Ore 7.30: La sveglia del compagno del libraio suona per la prima volta.
Ore 8.00: Il compagno del libraio si defila
Ore 8.10: suona la sveglia del libraio.
Ore 8.11: Il libraio si sveglia, prepara il caffè, prende la propecia, apre le finestre, si mette le lenti a contatto, fa pipì, rifà il letto, si veste, beve il caffè, guarda la posta elettronica, fa le coccole alla gatta malefica, aggiorna il blog.
Ore 9.30: Il libraio esce di casa e in sella al suo prode destriero di ferro si avvia in stazione.
Ore 9.35: Il libraio scopre che i treni partiranno in ritardo (quasi tutti i giorni) o che c'è qualche sciopero di cui non sapeva nulla (tutte le settimane)
Ore 9.56: Il libraio sale su un treno vecchio, maleodorante, spesso pieno di gente e viaggia in piedi.
Ore 10.20: Il libraio scende alla stazione di Bologna e sente già che il tic sotto l'occhio destro sarà attivissimo.
Ore 10.45: Il libraio entra in libreria.
Ore 11.00 Il libraio inizia a lavorare
ore 11.10: Il libraio vorrebbe essere morto
re 14.00: Il libraio va in pausa pranzo e mangia cose portate da casa e preparate la sera precedente
Ore 15.00: Il libraio ricomincia a lavorare
Ore 15.10: Il libraio vorrebbe nuovamente essere morto
Ore 15.50: Il libraio prende l'ennesimo caffè della giornata
Ore 17.40: Il libraio discute con i colleghi e le colleghe sul modo migliore per suicidarsi
Ore 18.24: Il libraio mangia cioccolato fondente (che non ama) gentilmente offerto dal collega Totoro.
Ore 19.00: Al libraio fanno male i piedi
ore 19.55: Il libraio fa l'annuncio di chiusura con un pizzico di cattiveria nella voce
Ore 20.05: Il libraio esce dalla libreria
Ore 20.35: Il libraio pensa di buttarsi sotto al treno
Ore 20.36: Il libraio decide di salire sul treno (maleodorante, sporco ecc...)
Ore 20.37: Il libraio legge durante il viaggio nella speranza di non incontrare i soliti maniaci smanettatori
Ore 21.10: Il libraio arriva in stazione, prende la sua bicicletta e torna a casa da gatta e compagno.
Ah! Ca bella a vita mia! Ma alzo, ma lavo, ma vesto... uè... c'è qualcuno là?


mercoledì 10 aprile 2013

L'eletto!

“Scusi, mi guarda a computer La lingua degli eletti?”
“Mmmm... è il titolo di un libro?”
Sguardo allucinato del cliente:
“Certo che no! È l'argomento che mi interessa.”
Inserisco le parole chiave a computer, nessun risultato.
“Guardi inserendo le parole “lingua eletti” non esce nessun risultato... se mi spiega esattamente di cosa di tratta posso essere di maggior aiuto...”
Sguardo sempre più allucinato del cliente:
“Ma lasci perdere...”
E se ne va borbottando.
Ora, la domanda che mi assilla da giorni è: che diavolo è sta lingua degli eletti?

martedì 9 aprile 2013

Cani randagi

Ci sono diversi temi cari a una certa letteratura Gay: il sesso, l'abbandono, gli amori difficili, il sesso, la disperazione, l'HIV, il sesso e ancora... il sesso. Non che ci sia qualcosa di male, al contrario, ma occorre anche avere la giusta penna per poter narrare, senza scadere nel pornografico, nel banale o, ancora peggio, nel noioso, temi del genere. Nell'infinito e vario panorama della letteratura GLBT questi temi, e molti altri (rapporto con la famiglia, con la società, omogenitorialità, difficoltà di accettazione ecc...) sono stati ampiamente trattati attraverso diversi sguardi e diverse sensibilità: dal tragico all'ironico, dal giallo all'erotico non c'è tema che non abbia trovato spazio sulle pagine di letteratura omosessuale. Nel libro di Roberto Paterlini, Cani Randagi, molti di questi temi sono presenti con l'aggiunta della visione “storica” di un episodio che, da diversi anni, sta venendo alla luce grazie alla ricerca di alcun* studios* e giornalist*.
La storia, che come idea non è niente male, inizia con il ritrovamento di un nastro da parte di una coppia di ragazzi: Giacomo e Federico. Sul nastro lo zio di Giacomo, Francesco, giornalista e omosessuale, ha registrato l'intervista a Luigi de Lorenzi omosessuale catanese che ha conosciuto l'ingiustizia del confino fascista. Le tre storie, quella di Luigi, quella di Francesco e del suo compagno che, negli anni ottanta, scopre di avere l'HIV e quella di Giacomo e Federico si alternano rivelandoci scorci di vita omosessuale in epoche diverse.
Inutile negarlo, ho trovato il libro davvero noioso, una scrittura piuttosto autoreferenziale (continue citazioni a un certo punto davvero fastidiose), i personaggi sono, con l'esclusione di Luigi, caratterizzati da un infantilismo cronico. La cosa peggiore, a mio parere, è che il libro non riesce a emozionare. Non si crea il giusto Pathos, non mi sono sentito partecipe del dolore e della disperazione dei protagonisti. I singoli episodi sono asettici, la parte legata alla storia del confino sembra presa passo, passo dal bel libro “La città e l'isola” (Goretti Gianfranco, Tommaso Giartosio 275 pagine, 13,50 euro Donzelli) o dalla Graphic Novel “In Italia sono tutti maschi” (Luca de Santis , Colaone Sara, 173 pagine, 16 euro, Kappa edizioni). Il rapporto fra il giornalista e il suo ragazzo insiste in modo quasi ridicolo (soprattutto nei dialoghi) sulla “libertà” sessuale della coppia. Mentre la storia dell'ossessione di Giacomo è piatta e inespressiva.
C'è da dire che il libro ha vinto un premio prestigioso, il premio La Giara, con una commissione nazionale di tutto rispetto (Ginevra Bompiani, Pier Luigi Celli, Antonio Debenedetti, Gian Arturo Ferrari, dacia Maraini, Mario Orfeo e franco Scaglia) e che ogni lettura, e di conseguenza ogni giudizio, è sempre estremamente personale. Forse sono io ad essere “saturo” di letterature di genere.

Roberto Paterlini
Cani randagi
RAI-ERI 303 p 15 €

lunedì 8 aprile 2013

Mercoledì

“Buongiorno. Mi hanno chiesto di chiedere un libro di economia uscito mercoledì.”
“Il titolo?”
“Eh la persona che mi ha detto di comprare il libro non me lo ha dato.”
“...”
“Mi ha detto che era sufficiente dirle che è uscito mercoledì...”
Ma sì, non è difficile. Mi basta andare al settore “Usciti di mercoledì” e il gioco è fatto! Un gioco da ragazzi!

sabato 6 aprile 2013

Esigenze



“Libreria… buonasera sono…”
“Sì buonasera sono l’agente di… vorremmo proporvi la presentazione del suo nuovo libro.”
“Fantastico, è davvero un piacere.”
“Sì, senta l’autore non chiede denaro ma vuole un alloggio in albergo 4 stelle, la cena vegana e che la libreria si impegni ad acquistare 150 copie del suo libro.”
Certo, possiamo fare altro per lui? Tipo un massaggio shiatsu? Un corso di yoga gratuito? Posso pure venire a stirargli la camicia se ne ha bisogno…

venerdì 5 aprile 2013

Non avete altro?



“Scusi ha qualcosa sulla Cina?”
“Certo, le faccio vedere.”
Propongo al signore libri di storia, di cultura, di economia. In tutto una ventina di libri. Lui senza nemmeno guardarli:
“Ah… non avete altro?”
“…”
“Be’ non avete molto vedo. Grazie lo stesso.”
E se ne va.
Ora, io cerco sempre di mantenere la calma, anche quando quella vena sulla tempia si gonfia e il tic  sotto l’occhio comincia a ballare il tip tap, anche quando le vene degli occhi si rompono inondando il bianco di rosso e mi spuntano due canini che Buffy mi fa un baffo ma quando mi capitano clienti del genere, giuro, potrei abbandonare la mia fede pacifista e trasformarmi in un serial killer!
Cacchio ma almeno GUARDALI sti libri, no?