Ci sono diversi temi cari a una certa
letteratura Gay: il sesso, l'abbandono, gli amori difficili, il
sesso, la disperazione, l'HIV, il sesso e ancora... il sesso. Non che
ci sia qualcosa di male, al contrario, ma occorre anche avere la
giusta penna per poter narrare, senza scadere nel pornografico, nel
banale o, ancora peggio, nel noioso, temi del genere. Nell'infinito e
vario panorama della letteratura GLBT questi temi, e molti altri
(rapporto con la famiglia, con la società, omogenitorialità,
difficoltà di accettazione ecc...) sono stati ampiamente trattati
attraverso diversi sguardi e diverse sensibilità: dal tragico
all'ironico, dal giallo all'erotico non c'è tema che non abbia
trovato spazio sulle pagine di letteratura omosessuale. Nel libro di
Roberto Paterlini, Cani Randagi, molti di questi temi sono presenti
con l'aggiunta della visione “storica” di un episodio che, da
diversi anni, sta venendo alla luce grazie alla ricerca di alcun*
studios* e giornalist*.
La storia, che come idea non è niente
male, inizia con il ritrovamento di un nastro da parte di una coppia
di ragazzi: Giacomo e Federico. Sul nastro lo zio di Giacomo,
Francesco, giornalista e omosessuale, ha registrato l'intervista a
Luigi de Lorenzi omosessuale catanese che ha conosciuto l'ingiustizia
del confino fascista. Le tre storie, quella di Luigi, quella di
Francesco e del suo compagno che, negli anni ottanta, scopre di avere
l'HIV e quella di Giacomo e Federico si alternano rivelandoci scorci
di vita omosessuale in epoche diverse.
Inutile negarlo, ho trovato il libro
davvero noioso, una scrittura piuttosto autoreferenziale (continue
citazioni a un certo punto davvero fastidiose), i personaggi sono,
con l'esclusione di Luigi, caratterizzati da un infantilismo
cronico. La cosa peggiore, a mio parere, è che il libro non riesce a
emozionare. Non si crea il giusto Pathos, non mi sono sentito
partecipe del dolore e della disperazione dei protagonisti. I singoli
episodi sono asettici, la parte legata alla storia del confino sembra
presa passo, passo dal bel libro “La città e l'isola” (Goretti
Gianfranco, Tommaso Giartosio 275 pagine, 13,50 euro Donzelli) o
dalla Graphic Novel “In Italia sono tutti maschi” (Luca de Santis
, Colaone Sara, 173 pagine, 16 euro, Kappa edizioni). Il rapporto fra
il giornalista e il suo ragazzo insiste in modo quasi ridicolo
(soprattutto nei dialoghi) sulla “libertà” sessuale della
coppia. Mentre la storia dell'ossessione di Giacomo è piatta e
inespressiva.
C'è da dire che il libro ha vinto un
premio prestigioso, il premio La Giara, con una commissione nazionale
di tutto rispetto (Ginevra Bompiani, Pier Luigi Celli, Antonio
Debenedetti, Gian Arturo Ferrari, dacia Maraini, Mario Orfeo e franco
Scaglia) e che ogni lettura, e di conseguenza ogni giudizio, è
sempre estremamente personale. Forse sono io ad essere “saturo”
di letterature di genere.
Roberto Paterlini
Cani randagi
RAI-ERI 303 p 15 €
Mi spiace, ma non riesco a concordare con quanto dici. Ho trovato il libro molto bello, interessante e capace di creare empatia col lettore. Sarà che ognuno di noi quando legge un libro lo fa con spirito diverso, ma non riesco proprio a capire come, tu, possa definirlo noioso.
RispondiEliminaCome ho detto il mio è un giudizio personale. È il bello della lettura è proprio questo suscitare in ogni persona emozioni e pensieri diversi. Solitamente non parlo di libri che non mi piacciono. Questa volta ho fatto uno strappo alla regola.
Elimina"cari a una certa letteratura Gay", forse HIV a parte (che certo non è poco), direi che sono cari alla letteratura di sempre, con prevalenza di quella intimista dilagante da tre decenni...
RispondiEliminaQuanto all'infantilismo cronico, in letteratura come nella vita, è altrettanto pervadente e noioso. E apparentemente inconsapevole.
Comunque la tua lettura è chiara, e grazie dell'informazione, è esattamente il genere di libro e personaggio che mi fa cercare altrove.
ho letto con molta attenzione i tuoi post e non puoi immaginare quanto ti capisco eehehehehe anch'io lavoro in una libreria e di persone che mi chiedono: "Senta non ricordo nè l'autore nè il titolo però la copertina è marroncino..." Mi piace qui. ti seguo e ti aspetto da me.
RispondiEliminaCiao, trovo per caso questa recensione... O, meglio, mi viene segnalata da un amico. Certo non posso dire che mi faccia piacere, ma credo sia utile di tanto in tanto leggere qualcosa di "fuori dal coro"...
RispondiEliminaNon metto in dubbio che altri, oltre a te, abbiano mal digerito il mio libro, ma è la prima voce in questo senso che leggo. Che devo dire? Il lettore ha sempre ragione, e come dici tu ogni lettura e ogni opinione sono soggettive... C'è gente che apprezza film e libri che io considero orribili, e viceversa, ma chi avrà ragione?
Spero non troverai sgradevole se lascio ai tuoi lettori il link al mio blog, dove, se crederanno, potranno trovare altri punti di vista (dal Corriere della Sera con Ermanno Paccagnini a Pride con Francesco Gnerre, passando per Il Mondo espanso dei romanzi Gay - anche se Francesco ha già detto la sua tra i commenti - e molti altri)
http://robertopaterlini.blogspot.it
Chiudo specificando che mi sono documentato su La Città e l’Isola (saggio bellissimo che consiglio a tutti), e l'ho dichiarato in calce al mio libro ringraziando Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti (oltre a Giovanni dall'Orto e Lorenzo Benadusi per i loro lavori che sono stati ugualmente importanti), ma non ho mai letto “In Italia sono tutti maschi”... Tuttavia, me l'hanno consigliato e lo farò al più presto.
Nonostante lo “sgradimento”, ti ringrazio per la lettura,
Roberto Paterlini
Ciao Roberto grazie per il tuo intervento e per aver segnalato il tuo sito. Ovviamente il mio è solo un parere estremamente personale spero di non averti offeso. Buon lavoro.
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