mercoledì 31 luglio 2013

Sarà colpa del caldo 3

“Sto cercando il libro Se questo è un nonno.”
Io invece sto cercando qualcuno che azzecchi il titolo del povero Primo Levi. Ce ne fosse uno che lo conosce...

Primo Levi
Se questo è un uomo

martedì 30 luglio 2013

Sarà colpa del caldo 2

Buongiorno sto cercando il libro Il barone lampante.”
Ok ma puoi leggerlo solo con gli occhiali da sole.

Italo Calvino
Il barone rampante

lunedì 29 luglio 2013

venerdì 26 luglio 2013

Di geni incompresi e cattivi editori.

Prendete questo pezzo per quello che è: uno sfogo.
Prima però voglio fare una premessa, forse un po' lunga.
Ci sono tante brave autrici e tanti bravi autori che non trovano case editrici disposte a pubblicarli. Vero. Per mille ragioni diverse: perché il testo viene considerato senza mercato, oppure perché non è adatto alla collana editoriale, perché non viene capito, ecc... La lista degli autori e delle autrici rifiutati da case editrici che poi hanno avuto successo con altre è piuttosto lunga. Così come è vero che molte case editrici pubblicano romanzi di autori e autrici che non valgono, dal punto di vista letterario, molto. Anche qui per un milione di motivi: perché scrivono un genere che va, perché hanno alle spalle esperienze televisive, musicali ecc..., perché così va il mondo e se tutte le persone meritevoli venissero premiate e quelle meno meritevoli andassero a fare lavori adatti a loro il mondo sarebbe un bel posto dove vivere. Sappiamo che non è così, in nessun campo. Detto questo, però, c'è da dire che il mercato è pieno di ottime case editrici che pubblicano brave autrici e bravi autori, che molte fanno ricerca, che non è vero che tutto quello che viene pubblicato fa schifo (anche se io sono ipercritico e lo sapete). Così come non è vero che tutte le libraie e i librai indipendenti sono brave/i, preparate/i e quelle/i di catena no. Io da sempre critico i meccanismi legati alla libreria di catena, alle imposizioni, al fatto che siano i vertici, e non le libraie e i librai che lavorano sul campo, a scegliere come e cosa fare. Per esempio, e non smetterò mai di dirlo, trovo questa mania delle classifiche insopportabile e la vendita delle vetrine immorale.
Faccio queste premesse perché non voglio essere accusato di essere una persona saccente. Io sono un libraio di catena, amo il mio lavoro e cerco di farlo al meglio. Mi scontro ogni giorno con mille e più cose che non capisco e che secondo me sono negative per l'immagine delle librerie, la mia e quella di tant* altr* è una voce che rimane inascoltata. Un giorno, ne sono certo, quando il sistema crollerà qualcuno se ne uscirà dicendo le stesse cose che noi librai andiamo dicendo da tempo.
Comunque.
Il mondo della letteratura è complicato, non sono solo un libraio, sono anche uno scrittore e conosco molte persone che lavorano nel campo. Precarie e precari che lavorano in case editrici e/o librerie, scrittrici e scrittori che fanno mille e più lavori per campare, agenti letterari, traduttrici e traduttori e molte altre persone. Non è un mondo dorato, non è un mondo scintillante, è un mondo fatto di storie, di donne (soprattutto di donne) e di uomini che spesso rinunciano a molto pur di portare avanti la propria passione.
In questo microcosmo letterario le case editrici ricevono, ogni giorno, centinaia di manoscritti. Forse fra quei manoscritti c'è il prossimo premio Nobel per la letteratura, forse i testi non vengono letti con attenzione o capiti. Ma, santo cielo, permettetemelo, in quel mare di manoscritti molti sono carta straccia.
E parto da me, tanto per cambiare, non perché io sia un narciso (un pochino sì in effetti) ma perché mi piacciono gli esempi concreti.
Uscito dalle superiori ho cominciato a far girare per case editrici un romanzo dal titolo Classe Vb.
Era uno schifo: pieno di errori, noioso, senza un filo logico. Davvero un testo osceno. Ma per me era un capolavoro ovviamente e alla prima risposta negativa mi sono infuriato. E alla seconda anche. E così via. Alla centesima risposta negativa ho cominciato a mandare in giro un altro libro. Maledetto me, uno schifo anche quello. Mi ci sono voluti anni per capire che quello che scrivevo era sterco allo stato puro. Mi sono fermato, ho letto tanto, anche ora continuo a leggere tanto.
Ho pubblicato due libri che sono ben lontani dall'essere dei capolavori. Il primo andrebbe completamente riscritto. Il secondo è divertente, certo, ma nulla di speciale. Sono molte di più le cose che ho scritto e che ho messo nel cassetto perché scrivere fa bene, fa benissimo, è autoanalisi, è esercizio. Io sono convinto che per scrivere bene, o decentemente almeno, occorra leggere tanto.
Mio padre non ha avuto l'opportunità di studiare ma ha una cultura decisamente superiore alla mia che sono laureato. Eppure non si sognerebbe mai di scrivere un libro. Non si tratta solo di talento, si tratta di esercizio, di conoscenza e di molto altro.
Vi prego non mi dite: “Ma hai visto quello che pubblicano oggi?”
La mia risposta è: sì, lo vedo. Così come vedo che ora, un po' come la musica per X Factor, per pubblicare uno debba andare a un reality con il rischio che la spettacolarizzazione dell'evento annulli il senso della letteratura.
Io non so cantare, sono stonato, perché mai dovrei pretendere di cantare allora?
Ho fatto questo giro per arrivare, ancora, al Self Publishing. Mi sento dire: Non c'è niente di male a autopubblicarsi, non è come l'editoria a pagamento. Verissimo, w la libertà e la democrazia. Ma non ditemi: “Ho scelto il self Publishing perché le case editrici tradizionali non hanno capito il mio romanzo o non fanno ricerca o vanno avanti solo i raccomandati”. Diciamo che è più facile. Ho scritto un libro, me lo hanno rifiutato, invece di mettermi in discussione me lo pubblico da solo.
Forse invece sarebbe il caso di fermarsi a riflettere sul quel rifiuto, basta con il paragonarsi sempre a scrittori scadenti che hanno avuto successo. Il successo in campo editoriale è una chimera, perché puntare sempre a quell'1 x 1000 che, magari, neppure merita il successo avuto? Perché non puntare invece a grandi nomi che a loro volta sono stati, magari, rifiutati e che hanno fatto di quei rifiuti tesoro?
Non fraintendetemi non ho nulla contro il self publishing, anche io ne ho fatto ricorso in passato Poi ho capito che si tratta di un servizio furbetto che non mi aiuta a crescere e a capire i miei errori e ho cancellato tutti i miei file. Il problema secondo me è che dovremmo cominciare a porci delle domande: Che cosa ci aspettiamo dalla letteratura? Fama? Successo? Denaro? Cosa accadrà quando tutto sarà ridotto a autogestione? Chi ci salverà da noi stessi?

giovedì 25 luglio 2013

La lettura nuoce gravemente alla salute!

Signora con una lista infinita di letture estive per il figlio, mi chiede di mostrarle quello che ho, le procuro venti libri e lei, senza neppure leggere la trama, comincia a scartarli uno dopo l'altro. Il figlio la guarda senza dire niente, lei mi guarda sconsolata:
“Sono tutti troppo lunghi, come si fa a far leggere dei mattoni del genere a dei ragazzi?”
Il “ragazzo” in questione avrà almeno sedici anni e i titoli che la professoressa ha dato non sono classici ma quasi tutti libri di contemporanei, fantasy o cose del genere. Insomma non titoli particolarmente complicati.
Ne individua uno e lo mostra al figlio che per prima cosa guarda il numero delle pagine:
“Ma sono duecento pagine, ho solo due mesi!”
“Dillo alla tua prof che ci tiene tanto a farvi leggere dei libri!”
Ha ragione signora, propongo di denunciare la professoressa per violenza culturale su minore!
Sia mai che suo figlio legga più di una pagina al giorno che è risaputo che la cultura uccide!

mercoledì 24 luglio 2013

Self publishing

Prendo spunto da alcuni post (uno in particolare a dire il vero) dell'amica virtuale Gaia Conventi che scrive in maniera decisamente provocatoria, intelligente e ironica sul suo blog Giramenti (qui). Gaia racconta di un autore autoprodotto che si autocelebra e autopromuove. Non riporterò i dettagli della storia (leggetela su giramenti) ma si tratta di un libro pieno di errori che viene spacciato per una specie di capolavoro.
Faccio una piccola premessa perché, alla fine, è di self publishing che voglio parlare anche se autrici e autori più conosciuti e ferrati in materia di me ne hanno già abbondantemente parlato.
Conoscete il mio pensiero riguardo al mercato editoriale, è un mercato in crisi che raramente riesce a conciliare prodotti di qualità e cultura e che viene, sempre più spesso, meno alla propria missione. Il mercato, negli ultimi anni, ha visto un'involuzione dovuta alla crisi (culturale oltre che economica) e alla mancanza di idee e di coraggio, determinati filoni hanno raggiunto la saturazione (per esempio i vampiri o gli angeli), si è puntato sul marketing più che sui contenuti, sui prezzi più che sulla qualità e così via. Ma non è sufficiente perché il mercato editoriale, a parte qualche sporadico ottimismo, è in crisi nera e sta morendo. Non a caso ( e sempre per la mancanza di quelle idee di cui parlavo) si punta tutto su due elementi che vengono definiti come “il futuro dell'editoria”: l'e book e il self publishing.
L'è book è una realtà che sta crescendo lentamente e che forse, in Italia, non raggiungerà mai i livelli di paesi come l'Inghilterra per un motivo semplicissimo: nel nostro paese si legge poco, pochissimo! E se l'I Phone è attrattivo per tutta una serie di motivi (più o meno condivisibili) l'e book interessa solo le persone che amano leggere (anche se io non posso fare a meno del cartaceo). Il self publishing, invece, è, dal mio punto di vista, l'inizio della fine. Sempre che la fine non sia già arrivata.
Con il self Publishing viene meno il ruolo della casa editrice (che c'è ma non deve più scegliere), viene meno la ricerca, la scelta, lo scarto. Con il self Publishing tu paghi e pubblichi, ti autoproduci e autopromuovi. Probabilmente ti verranno dati dei servizi a pagamento (magari la correzione delle bozze), forse, sempre pagando, ti verrà proposta pubblicità e promozione. Ogni tanto faranno un concorso letterario o tireranno fuori dal cappello un libro da pubblicare con il marchio di una casa editrice famosa, diranno che il libro autopubblicato ha venduto milioni di copie e il gioco sarà fatto.
Tutti potranno pubblicare, non ci sarà nessuno a dire: il tuo libro non è adatto, nessuno a criticare storia o stile o a dirti di lasciare perdere. Provate a scrivere a una casa editrice qualsiasi, chiedete quanti libri ricevono ogni giorno e qual è la qualità dei testi.
Comprendo che oggi il mercato ci stia abituando a una letteratura take away, leggi e dimentica, spacciata per “capolavori” anche grazie a concorsi letterari complici, vetrine di librerie comprate ecc... però almeno, oggi, esiste ancora una scrematura operata da persone che, in teoria, di letteratura dovrebbero saperne.
Accadrà, molto probabilmente, che le case editrici creeranno piattaforme per il self publishing, butteranno tanta carne al fuoco, prometteranno mari e monti, metteranno in scena qualche successo costruito e tutti saranno contenti. Gli “scrittori” non si sentiranno più offesi e l'ego gongolerà (del resto basterà pagare), tutti potranno dire “io ho pubblicato un libro” le case editrici avranno un guadagno sicuro e urleranno al miracolo. Tutti felici. Sino a quando qualcuno non aprirà gli occhi.

martedì 23 luglio 2013

Teodoro lo sporcaccione

Al telefono:
“Pronto libreria...., buongiorno sono Marino.”
“Si... eh.... cercavo un libro....”
Ma dai?
“Sì, che libro sta cercando?”
“Eh...uhm... un libro scolastico...”
“Sì... mi dice il titolo?”
“Ehm... La cricca di Teodoro...”
Ma sto sporcaccione de Teodoro ma sai quante volte gli ho detto de lavarsi che poi a gente mormora, gli ho pure regalato na' saponetta, ma che te manca l'acqua n'casa? Che nun hai pagato e bollette? Sto criccone nun se lava mai nun se lava!


Cricco di Teodoro
Varie Versioni
Edizioni Zanichelli

lunedì 22 luglio 2013

Donne... nude!

Un signore straniero entra in libreria e mi chiede una grammatica italiana... gli rispondo che non trattiamo questo tipo di testi, che siamo la libreria delle donne e vendiamo solo libri scritti da donne.
Lui mi fa: "Ah, bene, allora vorrei un libro di donne.... nude!"
Chiaramente, in una libreria delle donne, il signore ha rischiato il linciaggio!

Grazie per questa chicca a Valentina Giura e alla Libreria delle Donne di Bologna

mercoledì 17 luglio 2013

Un giorno, il buio.

Se avete tempo e voglia c'è un mio racconto (non troppo originale a dire il vero), sul sito di Vicolo Cannery. Lo trovate QUI

lunedì 15 luglio 2013

Di delusioni e di successi

Interrompo il silenzio vacanziero che tanto vacanziero non è, visto che mi aggiro come un'anima in pena che non può stare al sole a causa delle maledette tonsille che ho deciso di condannare a morte dopo settembre, per una riflessione sulla delusione.
Il tutto nasce da un articolo che riguarda la Rowling, autrice della fortunata saga di Harry Potter. Come forse saprete ha pubblicato, sotto pseudonimo, un giallo che non è andato troppo bene, circa 1500 copie vendute salvo, poi, schizzare al podio delle vendite una volta rivelato il vero nome dell'autrice.
Credo che questo episodio rappresenti molto bene lo stato attuale delle cose, ne abbiamo parlato già molte volte ma ogni tanto è bene rinfrescarci la memoria. Dimenticate per un attimo la Rowling e pensate alle 1500 copie vendute. In un mercato come quello attuale 1500 copie per un esordiente non sono poche, non lo sono nemmeno per un autore/autrice che pubblica da tempo, a dire il vero. Noi siamo abituati a vedere solo le autrici e gli autori che vendono migliaia di copie ma per ogni autore di successo ce ne sono parecchi che di successo non ne hanno. Sono la maggior parte, a quanto pare, c'è gente che pubblica con case editrici che pubblicano 300 copie del libro, spesso queste copie vengono vendute a parenti e amici, se arrivi a 1500 copie vendute significa che hai avuto un minimo di distribuzione e pubblicità. Una nota canzone diceva 1 su 1000 ce la fa. Io direi 1 su 1.000.000. Certo qualcuno arriva alla fama ma, nella maggioranza dei casi, ti va già bene se: A) pubblichi, B) riesci a vendere un numero dignitoso di copie, C) hai qualche recensione/passaggio radio, comparsa tv o giornali, D) se alla fine della corsa ti vengono pagati i diritti d'autore.
Più conosco questo ambiente più mi sembra una giungla: ghost writer che scrivono libri per personaggi famosi, strategie di marketing che decidono cosa e come pubblicare e molto altro. Temo che il mercato sia sempre meno “naturale” e sempre più “costruito”. È una mia considerazione, ovviamente. Un'altra cosa che ho notato è che la maggior parte degli autori e delle autrici di successo non è disposta a rischiare, se individuano il filone vincente non si spostano di un millimetro. La sperimentazione è un lusso che più nessuno può permettersi. Il vero problema è che se in passato nessuno avesse investito sulle “incognite” oggi non avremmo alcuni dei grandi della letteratura, personaggi fuori dal comune che quando scrivevano pensavano al loro testo e non alla fetta di mercato che li aspettava.

venerdì 5 luglio 2013

Oscurantista

In cassa:
“Scusi mi può oscurare il prezzo?”
Ebbene no, signora! Io sono per la libertà, per la libera informazione, il mondo deve sapere, la gente ha il diritto di conoscere, nella mia persona di libraio cerebralmente poco funzionante io non oscurerò mai, ripeto, mai, alcunché!
Però se vuole il prezzo lo possiamo coprire!


Care e Cari, il vostro libraio bloggaro va in vacanza 2 settimane anche se, temo, me le passerò tutte a casa... Comunque, basta lamentarsi, ci rileggiamo e riscriviamo fra due settimane.
Baci  e buone letture a tutt*

giovedì 4 luglio 2013

Il cercatore (maledetto) di libri a computer!

Al telefono:
“Pronto libreria.... buongiorno, sono Marino.”
“Sì senta io...”
“Sì, mi dica.”
“Ehm.... lei è quello che cerca di libri a computer?”
Tesoro mi hanno chiamato in tanti modi nella mia vita ma “Quello che cerca i libri a computer” mai!

mercoledì 3 luglio 2013

Capitol(i)ando!

Succede a: La collega Femminista.

“Scusa hai il capitolo 2, 4 e 5 dell'Odissea?”
Certo, vuoi anche qualche canto dell'Iliade? Oggi abbiamo la promozione: Prendi 3 capitoli e ne paghi solo 2!

lunedì 1 luglio 2013

Potrebbe finire moooooooolto male!

Si avvicina una signora educata e con degli occhi bellissimi.
“La sua collega mi ha detto che avete una copia di questo libro, vorrei regalarlo a mio nipote.”
“Controllo subito signora.”
Si tratta di un libro per bambini con il cd allegato.
Guardo a parete. Niente. Guardo nella proposta. Niente.
“Vado a vedere in magazzino se ha un istante.”
“Ah ma non si preoccupi, prendo un'altra cosa.”
“Ci metto un attimo.”
“Ma no lasci stare. Mi consigli un altro libro.”
Le consiglio qualche altro libro.
“Ah, questo mi piace. Certo il libro che volevo era molto bello. Sa la sua collega mi ha detto che ne avevate una copia.”
Sorrido e le chiedo di aspettare un attimo.
Vado a vedere in magazzino. Niente. In resa. Niente. In scorta. Niente.
Il libro si è smaterializzato.
“Mi dispiace signora sembra che il libro non ci sia proprio, glielo posso procurare se vuole.”
“Eh ma è per un regalo domani... che peccato, e dire che la sua collega aveva detto che ne avevate una copia.”
“Sì in effetti dovrebbe esserci ma... non si trova.”
“Però a computer ne risulta una copia.”
“Sì ma potrebbe essere un errore di giacenza.”
“Che peccato. Fa lo stesso, ne ho trovato un altro. Però se quello che cercavo ci fosse...”
“Mi spiace ho guardato ovunque non si trova.”
“Eh ma dovrebbe esserci però.”
“Sì ma non s trova.”
“Però la sua...”
Sì lo so, lo so! La mia collega ha detto che ce n'è una copia! Adesso salgo in cassa, le strappo il cuore e poi lo ingoio prima che smetta di pulsare. Poi strappo il cuore anche al computer che sostiene che ne abbiamo una copia in giacenza e ingoio pure quello. Poi torno da lei, signò, e indovini cosa faccio con il suo cuore?!