Interrompo il silenzio vacanziero che
tanto vacanziero non è, visto che mi aggiro come un'anima in pena
che non può stare al sole a causa delle maledette tonsille che ho
deciso di condannare a morte dopo settembre, per una riflessione
sulla delusione.
Il tutto nasce da un articolo che
riguarda la Rowling, autrice della fortunata saga di Harry Potter.
Come forse saprete ha pubblicato, sotto pseudonimo, un giallo che non
è andato troppo bene, circa 1500 copie vendute salvo, poi, schizzare
al podio delle vendite una volta rivelato il vero nome dell'autrice.
Credo che questo episodio rappresenti
molto bene lo stato attuale delle cose, ne abbiamo parlato già molte
volte ma ogni tanto è bene rinfrescarci la memoria. Dimenticate per
un attimo la Rowling e pensate alle 1500 copie vendute. In un mercato
come quello attuale 1500 copie per un esordiente non sono poche, non
lo sono nemmeno per un autore/autrice che pubblica da tempo, a dire
il vero. Noi siamo abituati a vedere solo le autrici e gli autori che
vendono migliaia di copie ma per ogni autore di successo ce ne sono
parecchi che di successo non ne hanno. Sono la maggior parte, a
quanto pare, c'è gente che pubblica con case editrici che pubblicano
300 copie del libro, spesso queste copie vengono vendute a parenti e
amici, se arrivi a 1500 copie vendute significa che hai avuto un
minimo di distribuzione e pubblicità. Una nota canzone diceva 1 su
1000 ce la fa. Io direi 1 su 1.000.000. Certo qualcuno arriva alla
fama ma, nella maggioranza dei casi, ti va già bene se: A)
pubblichi, B) riesci a vendere un numero dignitoso di copie, C) hai
qualche recensione/passaggio radio, comparsa tv o giornali, D) se
alla fine della corsa ti vengono pagati i diritti d'autore.
Più conosco questo ambiente più mi
sembra una giungla: ghost writer che scrivono libri per personaggi
famosi, strategie di marketing che decidono cosa e come pubblicare e
molto altro. Temo che il mercato sia sempre meno “naturale” e
sempre più “costruito”. È una mia considerazione, ovviamente.
Un'altra cosa che ho notato è che la maggior parte degli autori e
delle autrici di successo non è disposta a rischiare, se individuano
il filone vincente non si spostano di un millimetro. La
sperimentazione è un lusso che più nessuno può permettersi. Il
vero problema è che se in passato nessuno avesse investito sulle
“incognite” oggi non avremmo alcuni dei grandi della letteratura,
personaggi fuori dal comune che quando scrivevano pensavano al loro
testo e non alla fetta di mercato che li aspettava.
Ah, io ero rimasto che con 1500 copie fosse un successo. Per una piccola casa editrice italiana lo è senz'altro.
RispondiEliminaps Io però un tuo nuovo romanzo continuo ad aspettarlo.
Il tuo discorso non fa una piega, ma ho un unico dubbio sui numeri: dici che da esordiente Galbraith\Rowling ha venduto 1500 copie, ma intendi in totale, sia in UK che in America? Perchè a me come numero pare decisamente basso... certo in Italia con questi numeri probabilmente sarebbe stato un'esordiente di successo, ma all'estero dove il mercato editoriale è molto più "vivo" rispetto all'Italia, non è proprio un numero insignificante?
RispondiEliminaMarino, è "la fetta di mercato che li aspettava" quella che conta oggi, in tutto.
RispondiEliminaSpesso anche nei rapporti interpersonali vale il mercantilismo: cosa mi porta questa conoscenza? Non è un caso il successo dei cosidetti social network...
Triste realtà.
e' tutto maledettamente costruito, certo, ma secondo me se non si è iperegodotati ma solo appassionati di scrittura con un certo numero di riscontri del proprio talento, senza dannarsi l'anima, andare in analisi o altro, vale ancora la pena di tentare.
RispondiEliminaQualche nome italiano partito con una casa editrice piccola ma di valore, e arrivato al successo? Uno su tutti Fabio Genovesi, e poi anche Morozzi, io conosco di persona Loredana Limone, non sai quanta polvere ha mangiato poi a 50 anni ha pubblicato con Guanda, grazie ad una ottima agente che ha creduto in lei, senza chiedere soldi prima, ma solo una percentuale sul contratto. E' storia nota, non rivelo nulla di che, ma sono notizie fondate.
Si avevo letto e mi aveva fatto tristezza tutta la cosa...Se alla fine il libro "non era piaciuto"...Anche se 1500 copie per uno scrittore "normale" non sono poche per lei sono pochissime!!
RispondiEliminaLa sperimentazione è un lusso che più nessuno può permettersi. Il vero problema è che se in passato nessuno avesse investito sulle “incognite” oggi non avremmo alcuni dei grandi della letteratura, personaggi fuori dal comune che quando scrivevano pensavano al loro testo e non alla fetta di mercato che li aspettava.
RispondiEliminaIn poche righe hai riassunto i motivi per cui l'editoria di oggi in moltissimi casi non è più un'alleata della Letteratura (con la L maiuscola).
minty
Quale differenza può esistere tra un uomo che scrive grandi romanzi e li pubblica, e un altro che li scrive e non li pubblica? Che c'entra la pubblicazione dei romanzi con la grandezza loro? E il denaro averlo o non averlo, che c'entra con il carattere dell'uomo?
RispondiEliminaBisogna avere una inverosimile forza accumulata in sé. Anni e anni occorrono, secoli alle volte, per diventare uno scrittore.
E scrivo per la semplice ragione che non ho nulla di più civile o decente da fare.
Io credo soltanto che vi è l'uomo. Il resto è trucco, artifizio.
In questi racconti cerco di metter fuori l'uomo ch'io sono. E il più che posso della terra mia.
William Saroyan, Che ve ne sembra dell'America?
Milano, Mondadori,1940 Trad. Elio Vittorini
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RispondiEliminaChiedo scusa, ho scritto e cancellato per errore.
RispondiEliminaRipeto in breve:
La riflessione è giusta, ma è ovvio che il lettore è portato a comprare il libro successivo di un autore che ha apprezzato.
A volte ti capita una ciofeca come Inferno (che mollo ogni due pagine per quanto è noioso), altre invece sono sempre delle conferme, come Camilleri, che non mi delude mai.
Quando il lettore deve scegliere tra un autore che conosce e un perfetto esordiente sconosciuto e consigliato da nessuno che fa? E' ovvio .....
Tutto vero e tutto giusto. In un mondo di favole non fa una grinza.
RispondiEliminaSolo che bisogna anche mettere il pane sulla tavola, e "la fetta di mercato che li aspettava" può essere la differenza tra il farlo ed il non farlo.
Sono JK Rowling! Volevo soltanto confidarvi in gran segreto che ho pubblicato almeno una ventina di romanzi 'dormienti' sotto pseudonimo che non vendono ma mi gratificano in quanto VERA scrittrice ... scopriteli tutti! ... ma non ditelo in giro, eh?!
RispondiEliminaD'altronde se il best sellers dell'anno scorso era 50 sfumature...c'è un bell'appiattimento non credi? Io non sono una che legge tantissimo, alla fine arriverò a 20 libri in un anno, ma se trovo un'autore che mi piace leggo tutto dalla A alla Z. Comunque non sono ancora riuscita a trovare il tuo libro...uffa!
RispondiEliminaGuarda i miei libri sono del 2011 e quindi già vecchissimi per il mercato. La vedo dura, anci mi stupisce non siano già fuori catalogo.... credo proprio siano da ordinare o su IBS o dal tuo libraio di fiducia.
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