lunedì 30 settembre 2013

Se lo dice lei!

“Libreria... Buongiorno sono Marino.”
“Sì buongiorno, ho mandato una lista di libri via e mail questa mattina e non mi avete ancora risposto.”
“Signora a che ora l'ha mandata?”
“Alle sette.”
“La libreria apre alle nove.”
“Sì ma sono le nove e cinque ormai.”
“Signora i colleghi del settore scolastico guardano le liste mandate via mail quando non hanno gente al banco, ora abbiamo almeno 30 persone.”
“Ma figuriamoci, le scuole sono cominciate, la mattina non avrete nessuno in libreria!”
Ah bella ma che nun hai dormito? Hai mangiato pesante ieri sera? E fatte na camomilla fatte!

venerdì 27 settembre 2013

Genitori ansiosi

Al telefono:
“Libreria.... buongiorno sono Marino.”
“Buongiorno, vorrei sapere se la prenotazione n... è arrivata.”
“Mmmm.... vediamo. No signora il libro è stato prenotato due giorni fa non è ancora arrivato.”
“Eh ma come si fa? Mio figlio ha assolutamente bisogno del libro! La professoressa lo vuole.”
“Ci vorrà ancora qualche giorno signora.”
“Sì ma a mio figlio il libro serve SUBITO se poi lo bocciano perché voi non mi avete procurato il libro in tempo io che faccio?”
Telefonata ricevuta il 16 settembre, primo giorno di scuola.

Se volete leggere il mio racconto, L'altro me, lo trovate sul sito di Vicolo Cannery: QUI

giovedì 26 settembre 2013

Ne ho sentito parlare...

Signore che si avvicina con aria titubante:
“Scusi.... posso farle una domanda?”
“Certo.”
“Esiste un libro che si chiama.... un titolo tipo: Il giro del mondo in 80 giorni? Che hanno fatto anche un film recentemente....”
Uhm... si ne ho sentito parlare una volta.... credo sia scritto da un autore non troppo famoso....


E se mangiate la pasta Barilla (ma anche no) .... leggete QUA!

martedì 24 settembre 2013

Contestazione e contestatori

Ieri sono stato, per la prima volta in vita mia, contestato da un gruppo di ragazzine/i incavolate/i. La contestazione, ovviamente, non era rivolta a Marino Buzzi persona ma a Marino Buzzi libraio, noto tiranno, capitalista convinto, affamatore del popolo e chi più ne ha più ne metta.
Una ventina di ragazzine/i si sono avvicinate/i con uno striscione, un megafono, nastro adesivo, un cartello che rappresentava la maschera di V for Vendetta e un giornalista. Si sono messi davanti alla porta della libreria e hanno fatto cinque minuti di propaganda contro il marchio per cui lavoro. La direttrice si è avvicinata per parlare ma loro non hanno ascoltato, così mi sono avvicinato anche io per ascoltare le loro ragioni e ribattere ma non hanno ascoltato neppure me. Sia chiaro, non ce l'ho coi ragazzini e le ragazzine in questione, il ragionamento che portavano avanti, dal loro punto di vista, non fa una piega.
Peccato che il loro punto di vista non coincidesse con la realtà.
Ci hanno detto che noi gonfiamo i prezzi dei libri e che deteniamo il monopolio dei libri di scuola.
Noi non deteniamo nessun monopolio, non lo dico per amore dell'azienda per cui lavoro, lo dico per amore della verità. Non siamo neppure il primo gruppi in Italia, a dire il vero, anche se il ragazzo con cui ho parlato era convinto di sì. I prezzi dei libri sono, a volte, vergognosamente alti. Lo dico sia da libraio che da cittadino comune. Il fatto che molte adozioni cambino ogni due/tre anni è altrettanto vergognoso. Sono quindi dalla loro parte nell'indignazione. Ma noi NON gonfiamo i prezzi dei libri, al contrario noi marginiamo pochissimo (potete non credermi ma è così) sui libri di scuola nuovi. Noi vendiamo anche i libri usati. Li acquistiamo direttamente dai clienti, li paghiamo dal 20 al 30% del prezzo di copertina e li rivendiamo con il 40% di sconto. Ora mi rendo conto che se ho speso 37 euro per un libro ricevere un 30% mi sembrerà un furto ma c'è da considerare che nel guadagno io ci devo mettere i collaboratori che paghiamo durante il periodo della scolastica, gli straordinari che dobbiamo fare per fare in modo di dare il miglior servizio possibile, i libri sono da riprezzare e da sistemare ecc... Non dico questo per giustificarmi, lo dico perché mi piace la chiarezza e i monologhi con il megafono senza ascoltare le ragioni degli altri non mi interessano. I prezzi dei libri non li decidiamo noi perfidi librai, ci vengono imposti da chi il libro lo produce. Mi rendo conto che a sedici anni avere voglia di cambiare il mondo e protestare sia normale ma vorrei anche che si scegliessero meglio i propri obiettivi. Per questo ho urlato ai ragazzetti di leggere di più. Vedete, e mi rivolgo proprio a questi ragazzi che, ne sono certo, con le migliori intenzioni hanno fatto la loro piccola rivoluzione e si saranno sentiti appagati per questo, io vi trovo un po' banali. Perdonatemi. Da una parte o dall'altra, che voi vi vestiate da rivoluzionari di sinistra anni 70 o che portiate i pantaloni sotto il sedere o che vi rifacciate le sopracciglia. Perdonatemi, davvero, non voglio offendere nessuno. Ma di rivoluzionario nei vostri gesti ci vedo ben poco. Occorre avere coraggio nelle cose, occorre, soprattutto, tanta cultura e tanta intelligenza. A fianco al nostro negozio c'è quello di una nota marca di articoli tecnologici. Non ho mai visto fare un flash mob contro un cellulare che costa quasi 1000 euro o contro quelli che dormono sul marciapiedi per entrare per primi a comprare il nuovo prodotto tecnologico. È vero che la cultura è di tutti, sono il primo a dire che i libri di scuola hanno prezzi alti. Ma allora organizzatevi, fate i vostri mercatini di scambio, istituite delle pagine facebook per il commercio dell'usato. Alla fine, oggi, cosa avete ottenuto? Che siete venuti davanti alla nostra libreria, avete attaccato una maschera di cartone (ragazzi che noia, davvero, basta con questo V for Vendetta. Fra le altre cose prima del film il fumetto lo conoscevano solo gli appassionati, adesso tutti con sta cavolo di maschera! Fatevi un simbolo vostro, che appartenga solo a voi!), avete inveito contro di me che faccio 11-20 da giovedì scorso (domenica compresa) e la direttrice che fa molte più ore di me, non avete voluto ascoltare le nostre spiegazioni, vi siete fatti fotografare per un articolo che probabilmente uscirà su qualche giornale locale. Cosa cambierà ora nelle vostre vite? Avete risolto il problema?
No, ragazzi.
La rivoluzione, la trasgressione, non è farsi un tatuaggio o un piercing (fateveli! Io li adoro, ho due tatuaggi) o urlare in un megafono.
Leggete Foucault, Bakunin e Kropotkin , leggete Marx, Gramsci, John Stuart Mill, la Nussbaum, Vandana Shiva, leggete Levi e Calvino e Pirandello, leggete Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, leggete Ginsberg e Burroughs. Non accontentatevi di far finta di essere rivoluzionari. Siatelo sul serio. Per tutto il resto ne riparliamo fra vent'anni.

lunedì 23 settembre 2013

Un motivo ci sarà.

Al settore scuola porto dei libri usati (su esplicita richiesta della cliente) in visione. La cliente ne apre un paio e poi mi chiama tutta indignata:
"Senta ma questi libri sono sottolineati!"
"Sì, signora sono libri usati...."
"E quindi? Le pare che anche se sono usati dovete proporre libri sottolineati?"
"Signora i libri usati costano meno proprio perché sono... usati. Se dovessimo acquistare dai clienti solo i libri in ottimo stato non esisterebbe un mercato dell'usato. Se vuole dei libri senza sottolineature li può comprare nuovi..."
"Ah è così, eh? Alla fine chi ci rimette è sempre il cliente!"
Sì è così ok? è così perchè a noi crudeli librai voi clienti ci state proprio antipatici! E il libro usato che sta sfogliando, quando me lo hanno venduto, era in ottime condizioni ma siccome volevo farle un dispetto ho preso un evidenziatore e ho cominciato a sottolinearlo tutto! Ecco! (Segue risata crudele).


Oggi vi propongo anche la mia lettera aperta Ivan Scalfarotto: QUI

venerdì 20 settembre 2013

Tipo....

“Ciao ma voi avete, tipo, i libri usati di scuola?”
“Sì, li abbiamo.”
“E tipo li acquistate anche?”
“Certo.”
“E, tipo, se porto i miei libri di scuola, tipo, posso venderli?”
“Sì.”
“Ok ma, tipo, avete anche i diari?”
“Certo.”
“E, tipo, dove guardo?”
“Sono al settore scolastico, sulla parete di sinistra dove c'è la cartoleria.”
“Ma, tipo, devo fare la fila oppure posso guardare a parete e, tipo, prenderli io?”
“Puoi tranquillamente vedere il diario che ti piace di più.”
“Ok, grazie.”
Ma, tipo, di niente!

giovedì 19 settembre 2013

Non ho tempo da perdere!

Signora che si avvicina alla mia postazione e, con fare estremamente maleducato e il tono di voce alto, comincia:
“Ma tutta quella gente in fila è per la scolastica?”
“Sì, Signora.”
“Io non ho proprio tempo da perdere, mi guardi se ci sono questi libri!”
E mi mette in mano una lista di libri scolastici.
“Signora se vuole può lasciare, con un acconto, la lista al settore scuola. I colleghi la richiameranno appena l'avranno controllata.”
“Io non lascio nessun acconto, mi guardi se ha questi libri!”
“Signora non funziona così, c'è una fila da rispettare e i libri di scuola non sono consultabili a computer.”
“Io lavoro, sa? Non ho mica tempo da perdere!”
E se ne va (dopo avermi strappato la lista dei libri di scuola dalle mani).
Ora, giusto qualche considerazione. La prima è che le persone non si aggrediscono, per nessun motiv. La seconda è che se non hai tempo da perdere puoi far venire tuo/a figlio/a che sicuramente ha più tempo di te. La terza in realtà è una domanda: dal momento che ci tieni tanto a farmi sapere che tu lavori e non hai tempo da perdere... secondo te io che ci faccio qui? Non sto lavorando forse? Dovrei, non si sa bene in base a quale tuo diritto divino, passare davanti a tutta la gente che sta aspettando, diligentemente in fila, il proprio turno solo perché tu non vuoi aspettare?
Voglio emigrare su Marte!

mercoledì 18 settembre 2013

Cose che funzionano così

Pare sia normale entrare in un negozio di scarpe, comprarne un paio, poi andare in una libreria, sedersi sul divanetto, togliersi le scarpe vecchie e indossare quelle nuove abbandonando le scarpe vecchie dietro una piletta di libri.
Pare proprio funzioni così...

martedì 17 settembre 2013

Frasi sibilline

Succede a: La collega Memoria di Ferro

“Ciao sto cercando dei libri di scuola.”
“Sì, li cerchi usati o nuovi?”
“Preferibilmente usati.”
“Quindi se non ci sono usati te li porto nuovi?”
“No, se non ci sono usati non li voglio.”
Ok.... spiegami quel “preferibilmente”...

venerdì 13 settembre 2013

Er Batman

Sala piena di gente, persone sedute ovunque (sui libri, sulle spondine dopo aver spostato i libri che nel frattempo sono finiti sul pavimento, per terra, sulle seggioline del settore bambini, in alcuni casi rompendole) in attesa del proprio turno. Serviamo dei ragazzi, mancano alcuni libri, decidono di ordinarli. Per ordinare i libri chiediamo i dati: nome, cognome e numero di telefono per poter contattare il cliente.
Collega: “Nome e cognome.”
Cliente “Puoi scrivere Batman?”
Tesoro Batman non è più disponibile, puoi scegliere fra Robin, La cosa, Lanterna verde o Wonder Woman. Ora, prima che prenda il fucile che tengo sotto il banco hai dieci secondi per darti alla fuga.
Nove.
Otto.
Sette.
Sei...

giovedì 12 settembre 2013

Cose che si sentono su noi librai

“Il nostro non è un lavoro vero”
“Noi leggiamo tutto il giorno.”
“Fa tutto il computer.”
“Abbiamo letto tutti (ma proprio TUTTI) i libri presenti in libreria.”
“Siamo anche esperti informatici (“Ma come? Vendete i lettori e book e non sapete aggiustarli?”)
“Conosciamo tutti (ma proprio TUTTI), gli autori viventi e non, anche quelli che pubblicano solo sui propri blog.”
“Siamo saccenti.”
“Visto che siamo librai di catena non siamo veri librai.”
“I librai sono tutti maleducati.”
“Stiamo al fresco tutto il giorno grazie all'aria condizionata e “con il vostro lavoro di certo non sudate!”
Questa è parzialmente vera, il fresco c'è... infatti, certi mal di gola...

martedì 10 settembre 2013

I silenzi degli scrittori.

In questi giorni, lo ammetto, a causa dell'intenso lavoro dovuto alla vendita di libri scolastici, sono un po' fuori dal mondo. Non leggo abbastanza, non mi tengo informato, leggo pochissimo i quotidiani. Entro in libreria alle 11:00 (quindi, essendo pendolare, esco di casa alle nove), arrivo al lavoro, scendo nel girone infernale e risalgo alle venti (quindi torno a casa per le 21:30 di solito). Quando ho un momento libero vegeto davanti al computer cercando di rifarmi delle notizie perdute. Così sono un po' fuori dalla querelle scoppiata su Erri De Luca, scrittore che si può amare o meno per le sue doti letterarie ma che ha il merito di dire ciò che pensa. Sia ben chiaro il mio non è un giudizio sulle affermazioni di De Luca ( QUI ). Lui ha espresso la sua opinione. Io sono sempre stato contro ogni forma di violenza ma trovo molto ipocrita vederla solo da una parte della barricata. Trovo violento l'atto di boicottare? Sì. Allo stesso modo in cui trovo violento il non ascoltare un popolo che chiede di essere ascoltato, l'andare avanti a testa bassa infischiandosene del delitto ambientale che si sta commettendo, guardare solo agli interessi, ai soldi, agli accordi fra i potenti. Certo i progetti danno lavoro. Anche l'Ilva è simbolo di lavoro ma è anche simbolo di morte e inquinamento. Non mi bastano più le scuse che si utilizzano di solito: il progresso, il lavoro, il denaro. Non quando di mezzo ci sono futuro, salute e ambiente. Allora va detto a gran voce: ci sono frange violente in tutte le lotte. Ma altrettanto violento è un certo atteggiamento dello stato. Questo è il mio pensiero e vi autorizzo a boicottare i miei libri, tanto ne ho scritti solo due e non hanno neppure venduto tantissimo.
Volevo fare un discorso equilibrato e invece mi è partito l'embolo.
Comunque parlo di De Luca per arrivare, in realtà, a un'altra persona che stimo molto: Loredana Lipperini.
Loredana si è detta “sconcertata dal silenzio di tanti miei colleghi su questa vicenda. Erri De Luca è accusato di un reato di opinione. Dovremmo solidarizzare con lui" (Cit. Affaritaliani).
Prendo quindi spunto da questa frase per una riflessione sui “silenzi” degli intellettuali.
Datemi pure dello sciocco idealista ma ritengo l'essere uno scrittore o una scrittrice di successo non un privilegio (molte/i intellettuali hanno lavorato una vita per avere riconoscimenti e “notorietà”) ma un'opportunità. Chi scrive, come chi canta o chi recita o chi dipinge o chi danza, dovrebbe sentire un peso maggiore rispetto al resto della popolazione. E con peso intendo la necessità di apportare una crescita culturale al paese. Parlo, ora, di scrittrici e di scrittori perché mi è più semplice limitare gli esempi a questa categoria.
Ho l'impressione che moltissime scrittrici e moltissimi scrittori, invece di partecipare attivamente alla vita sociale, politica, culturale del paese, si rinchiudano in una specie di bolla dorata da cui guardare il mondo da un'adeguata distanza. I nomi “incisivi” non mancano. Abbiamo perso, di recente, alcune delle menti più lucide del panorama culturale italiano: Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Don Gallo, Franca Rame solo per citarne alcune/i, persone che non avevano paura di mettersi in gioco e di fare “politica”. Oggi, ad onor del vero, esiste un filone di intellettuali piuttosto giovani che si mettono in gioco: Roberto Saviano, Christian Raimo, Michela Murgia, Loredana Lipperini, i Wu Ming (sempre per fare qualche esempio, chiedo scusa a tutt* coloro che non ho citato, sono molte/i). Ma esiste, ed è a mio avviso decisamente più consistente, un filone che si potrebbe definire: “Chi se fa l'affari sua, torna sano a casa sua”!
Spiace notare come, soprattutto fra i più giovani, magari coloro che hanno avuto grosso risalto mediatico e molto successo negli ultimi anni, il disinteresse verso ciò che accade a livello politico e sociale sia così forte. Credo non si tratti di “ignoranza”, temo invece che ci sia dietro molta paura di perdere vendite. Il problema principale del fare letteratura oggi è che non si scrive per “dire qualcosa” o per “avere l'opportunità di dire qualcosa oltre il libro” ma solo ed esclusivamente per arrivare. Una volta che sei arrivato devi fare molta attenzione a non inimicarti editori, clienti, critici. Avere delle opinioni politiche, prendere posizioni in merito a questioni annose come il femminicidio, l'omofobia, la politica, le ingiustizie, la Tav e molto altro è proibito se non vuoi scontentare qualcuno, se non vuoi smettere di essere lo scrittore più venduto del momento. Non importa ciò che scrivi, si può essere scrittori “leggeri” e avere opinioni importanti. Invece noto che è il silenzio l'unica voce che molti scrittori e molte scrittrici fanno sentire davanti a temi, a volte, controversi. È un peccato perché penso che chi ha l'opportunità di parlare a tanta gente dovrebbe sentire il peso “morale” di dire qualcosa di importante, di aiutare la società ad evolvere o, semplicemente, di prendere una posizione invece di continuare a galleggiare sperando che i riflettori non illuminino qualcun altro.

lunedì 9 settembre 2013

Sulle recensioni e la mancanza di coraggio.

Ho pensato a lungo se scrivere questo pezzo, quando si trattano certi argomenti, di solito, si scatenano le ire di molti. Però credo sia anche giusto fare qualche riflessione sugli strumenti della letteratura. Uno di questi strumenti è, a mio parere, la critica letteraria. Ci sono cose che non sopporto: c'è lo snobismo intellettuale, ci sono quelli che devono stroncare a ogni costo per sembrare fichi o quelli che, diciamocelo, sono sadici e provano gioia nell'affossare un testo. O per meglio dire: c'erano, perché, vi chiedo, recentemente quante recensioni negative avete letto? E dire che di materiale in giro ce n'è parecchio, eppure, solitamente, i libri “evento” non li critica più nessuno. È il mercato, bellezza ed è più facile adeguarsi che contrastarlo. Poi, una mattina (mi son svegliato) e ho scoperto Pippo Russo. Io di Pippo ho letto solo alcune recensioni, una delle più famose è quella al premio Bancarella Anna Premoli (diventata virale sul web) al suo libro “Ti prego, lasciati odiare” (L'Unità, 3 agosto 2013 QUI ). Pippo mi ha colpito per due cose: la prima è che la recensione è una recensione vera, si capisce che ha letto il libro dalla prima all'ultima pagina. La seconda è che è una recensione obiettiva perché il libro è davvero brutto, ha vinto un premio famoso, e nessuno ha detto una sola parola. A parte Pippo che con lucidità e coraggio ha scritto la sua recensione. Allora mi chiedo: quanto incide il potere delle grandi case editrici sulle recensioni? Quanto sono liberi i recensori? Non ci sarà, in generale, una mancanza di coraggio e una sudditanza verso i best seller? Non fa piacere a nessuno leggere le stroncature, a me, almeno, non fa piacere. E se reputo le stroncature ingiuste mi arrabbio un sacco. Però, Santo Cielo, è mai possibile che nessuno faccia notare la decadenza di una certa editoria? Possibile che davanti all'assegnazione di un premio come il Bancarella a un libro così scadente nessuno si sia fatto delle domande e abbia avanzato delle obiezioni? Siamo davvero il paese dei critici che pensano che Faletti sia il più grande scrittore vivente?

venerdì 6 settembre 2013

Spoiler

Chiacchiere fra due ragazze in fila al settore scolastico:
“Che libro stai leggendo per la scuola?”
“L'Agnese va a morire.”
“Scusa ma che gusto c'è a leggere un libro che sai già come va a finire?”
Io le darei il premio Nobel, giuro.

martedì 3 settembre 2013

I delitti del Mulino Bianco

“Scusa hai Dei delitti e del pane?”
Ah il famoso libro scritto dall'uomo del Mulino... lo sapevo che non ci si poteva fidare di Banderas...

lunedì 2 settembre 2013

Strane richieste

Si avvicina un ragazzo con una rivista in mano, mi guarda con uno sguardo che vuol dire: Ok, sono consapevole che ti sto per chiedere una cosa senza senso ma non posso fare a meno di chiedertela.
“Scusa....”
“Sì?”
“Ehm... diciamo che in questa rivista c'è un articolo che mi interessa....”
“Sì?”
“Me la devo comprare tutta? Voglio dire.... non ci sono altri mezzi?”
“...”
“La devo comprare eh?”
No tesoro, io ora mi giro dall'altra parte e tu puoi tranquillamente strappare l'articolo che ti interessa, io faccio sempre così con i libri. Prendo solo i capitoli che mi piacciono...