domenica 1 dicembre 2013

1 Dicembre





Il 1 Dicembre è una data particolarmente importante per me per due motivi. Il primo è che il 1 dicembre 1994 è nata mia  nipote Cecilia che considero un po’ come la figlia che non ho (ancora o mai ancora non so) avuto. Il secondo motivo è che il 1 dicembre è la Giornata  mondiale contro l'AIDS. In questo paese è proibito fare educazione sessuale, il sesso è ovunque ma si fa solo di nascosto, magari ti sbattono in prima serata volgarità di ogni genere ma parlare di sesso in famiglia  o a scuola è assolutamente vietato. Se si parla, nei telefilm per esempio, di tematiche legate all’omosessualità o si viene censurati o intervengono subito le varie associazioni a difesa non si sa bene di cosa  a chiedere la sospensione dei programmi (come è successo con il telefilm spagnolo Fisica o chimica). Nel 2012 le infezioni da Hiv diagnosticate in Europa sono aumentate dell'8%, lo rivelano i dati diffusi dal Centro di controllo e prevenzione europeo (Ecdc. Cit Repubblica), ma, soprattutto nel nostro paese, di HIV non si parla. E se non se ne parla poi si pensa che il virus non ci sia. La condizione delle persone affette da AIDS o delle persone sieropositive è notevolmente migliorata rispetto al passato ma le medicine spesso hanno effetti collaterali da non sottovalutare. Si preferisce avere un “costo sociale”, sia a livello umano che a livello monetario, altissimo piuttosto che fare prevenzione.
Propongo qualche lettura e qualche film. Esistono moltissimi film e libri, cito, per mancanza di tempo, solo quelli che in questo momento ho in mente. Nella speranza che tutte le amiche e gli amici, omosessuali, eterosessuali, bisessuali, trans, che hanno contratto il virus un giorno possano liberarsi, grazie alla medicina, di questa condizione.

Saggi:
Di Chio, Fedi, Greganti, Vivere la sieropositività. I giovani, la comunità, l'AIDS, Liguori edizioni
Vittorio Agnoletto, Carlo Gnetti, AIDS: lo scandalo del vaccino italiano, Feltrinelli
Pieracci Matteo, AIDS. Le storie, i personaggi, i film, Falsopiano
Pigoli Giuseppe, I dardi di Apollo, Utet.

Film:
André Techinè, I testimoni, Rai cinema
Mike Nichols, Angels in America (Serie Tv)
Christopher Ashley, Jeffrey
Jonathan Demme, Philadelphia
Derek Jarman, Blue

Narrativa:
Banana Yoshimoto, Sly, Feltrinelli
Guibert Hervé, Pazzo di Vincent, Playground
Michael Cunningham, Una casa alla fine del mondo, Bompiani
Brett Shapiro, L'intruso, Feltrinelli
Alexandre Bergamini, Sangue dannato, Barbès

8 commenti:

  1. si è ormai da tempo abbassata la guardia sull'AIDS, che non fa più notizia, e con questo atteggiamento le vittime aumentano. Parlare di preservativi è sempre un tabù.
    Ho conosciuto da vicino la realtà di un centro di malati di aids anni fa, stretto la mano a un malato era il 96 e ora non se ne parla più.

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  2. Sul tema consiglio anche un bellissimo fumetto di Frederik Peeters: "Pillole blu". Riporto la descrizione di IBS per chi volesse farsene un'idea: "Attraverso una storia semplice dai temi universali come l'amore e la morte, Peeters si lascia andare al racconto autobiografico con una sincerità disarmante. Aprendosi come un diario, "Pillole blu" ci racconta del suo incontro con Cati, e di come la perda di vista per poi ritrovarla, qualche anno più tardi, madre di un bambino di tre anni da accudire, ex-moglie di un uomo da dimenticare, e sola con una malattia con cui convivere. Cati è sieropositiva. La sua relazione con Frederik è condizionata dal virus, e il contatto tra i loro corpi, il loro tentativo di proteggersi dalle ferite e dalla paura danno una nuova prospettiva all'amore. Mentre l'autore si chiede se è pietà ciò che prova o piuttosto un amore puro e inalterabile, Cati è preda di crisi depressive, del senso di colpa per aver contagiato il figlio, della paura di infettare il compagno, e vittima della compassione che la circonda. Eppure Pillole blu è un racconto fresco e positivo, che ci invita a guardare il quotidiano della malattia sotto una prospettiva nuova."

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  3. UNA CASA ALLA FINE DEL MONDO va letto a prescindere, è un libro straordinario che ricordo sempre con piacere. Sandra

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  4. Non sono affatto d'accordo. Di sesso si parla fin troppo. E' l' educazione all' affetto che manca; ma ha senso parlare di affetto "a lezione scolastica"?

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    1. Di sesso si parla dove e in che modo? io parlo di EDUCAZIONE sessuale.

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    2. Non mi sembra affatto "proibito". Moltissime scuole, dall' asilo alle superiori, la fanno. Il guaio è che troppo spesso si delega al pubblico quello che sarebbe,m a mio parere, di competenza delle famiglie, che hanno troppo spesso abdicato ai loro compiti e doveri, in attesa che "ci pensi qualcun altro".

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  5. In 20 anni le cose sono cambiate tantissimo. In peggio. Siamo sempre stati in un paese bigotto, ma almeno quando avevo 10-15 anni l'AIDS era sulla bocca di tutti, se ne parlava, si discuteva. Io stessa partecipai a incontri sul tema organizzati per le scuole dai consultori (conservo ancora il materiale informativo di allora...). Poi ci fu il can-can intorno al libriccino sul virus disegnato da Silver con i personaggi di Lupo Alberto e distribuito fuori dalle scuole, con anatema e somma tragedia scatenata dall'allora ministro Iervolino. Ne parlammo apertamente in classe, col prof di religione (ovviamente lanciatore di anatemi pure lui), ma pure con la prof di scienze, che aveva il compito di includere un corso di educazione sessuale nella propria materia...
    Ora guardo i 16enni di oggi, so che molti hanno già rapporti completi, e vedo intorno a loro solo un silenzio assordante riguardo l'AIDS (e tutte le altre malattie a trasmissione sessuale). Paradossalmente sono molto più sessualizzati di quanto fossimo noi alla loro età, e diecimila volte più disinformati. Li guardo e provo sincero terrore. E mi chiedo che ca**o sia successo nel frattempo per arrivare a questa totale censura dell'argomento...

    minty

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  6. Sono stata molto stupita che si è fatto tanto clamore per la giornata contro la violenza sulle donne... e ieri nessuno (o quasi) ha ricordato che era la giornata contro l'AIDS. Trovo molto triste che l'attenzione alla salute delle persone diventi una cosa che passa via come tante mode.

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