venerdì 31 gennaio 2014

E mo come te lo spiego?



“Scusa puoi raccontarmi, in breve, di cosa parla questo libro? Dovrei fare una tesina…”
“…”
“Dai solo una cosa breve.”
“…”
Il libro: Così parlò Zarathustra, Friedrich Nietzsche

giovedì 30 gennaio 2014

Autori

“Ciao avete questo libro (titolo)?”
“No non lo abbiamo.”
“Ah... e posso chiederti perché non lo avete?”
“Si tratta di una casa editrice senza distribuzione.”
“Ma non è possibile!”
“Ti assicuro che è così.”
“Guarda il libro l'ho scritto io e quindi so che è distribuito!”
“Sai dirmi anche da chi è distribuito?”
“Ma dalla casa editrice!”
“Certo e la casa editrice non si appoggia a nessun distributore, noi non abbiamo contatti con la casa editrice e non teniamo conti vendita.”
“Sì però se le librerie si mettono a boicottare il libro...”
Basta inserire il nome della casa editrice per cui hai pubblicato su Google, tesoro, per renderti conto che non si tratta proprio di una casa editrice limpidissima...

mercoledì 29 gennaio 2014

O tutto o niente



“Sto cercando qualcosa che spieghi tutta la storia, qualcosa di non enorme e in un solo volume e che costi poco.”
“Guardi potrei avere dei libri scolastici usati ma sono in più volumi.”
“No, cercavo qualcosa di più schematico.”
“Le faccio vedere la Garzantina di storia, sono fatte molto bene.”
“Costa troppo.”
“Purtroppo sul genere ho solo libri in stile Garzantina…”
“C’è lo sconto del 25%?”
“Al momento no.”
“Ma su quei libri c’è scritto sconto 25%”
Indica una parete con libri in promozione
“Sì su quei libri c’è lo sconto, sulla garzantina no… aspetti però, forse ho un testo a metà prezzo che fa al caso suo.”
Gli porto il libro, volume unico, prezzo accettabile e lui:
“Ah sì, sì… bé magari passo un altro giorno…”
Della serie:  in  qualche modo dovrò pur riempire le mie giornate…

martedì 28 gennaio 2014

Editori coraggiosi

Vorrei sottolineare il coraggio (e la fantasia) di certi editori:
Il libro di Sara J. Maas in originale: Throne of Glass (pure lei una gran fantasia a dirla tutta...) in italiano diventa: Il trono di ghiaccio. E già qui... però qualcuno deve aver pensato: come possiamo evitare ogni tipo di rischio? Facile! Scriviamo sulla fascetta:
Il fantasy epico delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.
La competizione di Hunger Games.
L'adrenalina di Assassin's creed.
Un fenomeno del selfpublishing americano finalmente in Italia”.
Della serie: se era della stessa casa editrice lo paragonavamo pure a Harry Potter...




lunedì 27 gennaio 2014

27 gennaio. Giornata della memoria

Qualche parola sul giorno della memoria.
La memoria va costruita, tutelata, protetta, ricordata ogni giorno. Attraverso la cultura, attraverso la tradizione orale e scritta, attraverso il passaggio di consegne da una generazione all'altra.
Sappiamo tutte/i che non è così. Gli orrori più sono lontani più sembrano appartenere solo agli altri.
E la storia tende a ripetersi, magari in modi, tempi, luoghi diversi.
Ma tende a ripetersi.
Il giorno della memoria perde di significato se è solo un'occasione istituzionale, qualcosa che si deve fare per etichetta, qualcosa che non si comprende durante tutto l'anno.
Questo non deve accadere.
Lo dobbiamo ai milioni di morti che pesano sulla coscienza della storia.
Lo dobbiamo alle donne, agli uomini, alle bambine e ai bambini. Al popolo ebraico, alle persone omosessuali, alle/ai dissidenti politici, ai Rom e ai Sinti, alle portatrici e ai portatori di handicap, alle/ai testimoni di Geova, alle/agli “asociali”. Lo dobbiamo a qelle persone, a quei numeri, a quei triangoli e a quelle stelle.
Perché la memoria non si spenga mai.
Vorrei proporvi qualche titolo perché per me letteratura è anche ricordo, si tratta di una proposta del tutto parziale. Prediligo libri che non siano morbosi ma che inducano a una riflessione o che portino a conoscenza di avvenimenti poco conosciuti ( come nel libro Il popolo che disse no, ammetto che non conoscevo questa parte della storia).

Elena Loewenthal
Contro il giorno della memoria
93 p 10 €
ADD Editore


Elie Wiesel
La notte
trad. Vogelmann
112 p 10€
La Giuntina

Il diario di Dawid Sierakowiak.
Curatore Adelson, Sessi
Trad. Guastalla
317 p 12,50 €
Einaudi

Steinbacher Sybille
Auschwitz
Trad Gandini
166 p 8,50 €
Einaudi

Donatella Di Cesare
Se Auschwitz è nulla
125 p 8 €
Il Nuovo melangolo

Bendavid-Val Avrom
I cieli sono vuoti
Trad. Matizen
206 p 18,50 €
Guanda

Hannah Arendt
La banalità del male
Trad. Bernardini
320 p 9,50 €
Feltrinelli

Massimo Consoli
Homocaust
280pp., 20,60 €
Kaos edizioni

Primo Levi
Se questo è un uomo
209 p 10,50 €
Einaudi

Giorgio Giannini
Vittime dimenticate. Lo sterminio dei disabili, 
dei rom, degli omosessuali e dei testimoni di geova.
117 p. 14 €
Nuovi Equilibri

Bo Lidegaard
Il popolo che disse no
Trad. Maugeri
341 p. 28 €
Garzanti




venerdì 24 gennaio 2014

Non si sa mai...

“Libreria.... buongiorno sono Marino.”
“Sì buongiorno ma... voi vendete libri?”
Guardi Signore, non si direbbe ma sì, per il momento vendiamo ancora libri. Fossi in lei però mi affretterei... qua le cose cambiano da un giorno all'altro, domani potrei riscoprirmi fruttivendolo...

giovedì 23 gennaio 2014

Cliente che

Cliente che ti chiede se hai i libri del suo autore preferito e quando gli dici che non lo conosci lui ti guarda tutto indignato e sbotta con: “Come è possibile che lei non conosca questo autore”?
E poi scopri che ha scritto un libro soltanto con un titolo improbabile tipo: Alieni e umani, unico destino...

mercoledì 22 gennaio 2014

Una mattina mi son svegliato

Il libro che propongo oggi mi ha colpito con forza, si tratta di una Graphic novel anche se credo sia davvero difficile etichettare un libro del genere. Scritto dallo storico del fascismo e dell'Italia repubblicana Mimmo Franzinelli e illustrato da Andrea Ventura il libro narra le vicende di cinque persone: Lotte, Primo, Franco, Giorgio e Nuto all'indomani della dichiarazione dell'armistizio di Cassibile firmato con le forze alleate anglo-americane dato dal maresciallo Badoglio dai microfoni dell'Eiar di via Asiago a Roma. Nelle settimane seguenti il caos e la violenza regnarono sovrane. 815.000 soldati italiani vennero catturati dall'esercito tedesco e spediti nei lager, scattò l'operazione achse che consisteva nell'occupazione militare della penisola. In questo libro si narrano storie diverse, storie di lotta, di terrore, di abbandono. È un libro davvero importante che affascina per l'intensità delle storie che narra e la bellezza dell'impatto visivo.

Mimmo Franzinelli Andrea Ventura
Una mattina mi son svegliato
123 p. 16 €
Utet

martedì 21 gennaio 2014

Categorie di ladri

Grazie al recente inventario mi sono divertito a ricostruire i vari profili dei ladri di libri che frequentano la nostra libreria:

Studente: i titoli scomparsi sono tutti testi richiesti a scuola o all'università, non esiste una sola tipologia, maschio o femmina, comunque si tratta di ragazze/i che studiano.

Collezionista: impressionante la quantità di libri pregiati che scompaiono. Sono sicuro che il nostro ladro collezionista è qualcuno che viene tutti i giorni, che tiene un profilo basso, probabilmente una persona distinta e gentile, forse ha persino instaurato con noi un rapporto di intimità per distogliere l'attenzione. Fra i bersagli preferiti Adelphi, Bollati Boringhieri, Astrolabio/Ubaldini. Ruba testi di filosofia, psicologia, filosofie orientali. Passa molto tempo in libreria e si documenta prima sui libri che gli interessano.

Storico: ruba solo libri di storia, in particolare quelli relativi alla prima e alla seconda guerra mondiale.

Appassionato d'Arte: si è fregato un sacco di cataloghi: Silvana editrice, Motta, Taschen e molto altro. Predilige i libri illustrati.

Ladri che amano farsi servire: anche i ladri sono diventati esigenti, scorrendo i titoli che mancano nell'inventario mi sono reso conto che si tratta di testi che mi sono stati espressamente richiesti, li ho cercati a parete e li ho messi in mano alla o al cliente.
Del resto anche i ladri evolvono e amano le cose facili.

lunedì 20 gennaio 2014

Vita di M. 38 anni.

Quando ero un ragazzino ero certo che sarei morto a 25 anni, quindi sono piuttosto in ritardo sulla tabella di marcia. La sensazione di essere in “ritardo”, del resto, non mi ha mai abbandonato. In ritardo sulle mie scelte, sul mio modo di essere, sulla mia consapevolezza. Perdonate la nota triste di oggi, compio 38 anni e, nonostante io cerchi di essere sempre ironico, mi risulta difficile farlo nel giorno del mio compleanno. È un difetto che ho preso da mia madre, quello di essere triste in questo giorno, probabilmente l'ho ereditato insieme al caratteraccio e all'intestino irritabile. Lei, mia madre, non lo ammetterebbe mai che invecchiare la rende triste, ma io so che è così, abbiamo gli stessi occhi e lo stesso naso, probabilmente ci assomigliamo più di quel che entrambi siamo disposti ad ammettere.
Il giorno del compleanno, per quel che mi riguarda almeno, è un giorno importante, è il giorno in cui sei nato, un fatto unico e irripetibile. Siamo talmente presi dagli impegni e dalla quotidianità che dimentichiamo, spesso, l'importanza del celebrare questo giorno. Per quel che mi riguarda non ho bisogno di fare grandi cose, è una giornata che dedico a me stesso e ai miei affetti, nulla di più. Spesso, durante il giorno, scelgo di avere qualche ora di solitudine per fare i conti con me stesso e con il mio passato. Inevitabile, direi, tirare un po' di somme di quel che si è ottenuto.
A dire il vero quel che mi preme di più è capire “come” sono arrivato a 38 anni. La mia parte “giovanile” me la sono bruciata lavorando, autocommiserandomi, nascondendomi, avendo paura. Si può dire che abbia veramente cominciato a vivere a 28 anni, periodo di profondi cambiamenti per me ma anche di accettazione. Le cose hanno cominciato ad andare meglio, ho avuto nuove opportunità lavorative, sociali, sentimentali, sono uscito dal bozzolo e ho spiccato il volo riuscendo, tuttavia, a non perdere di vista le persone che amo e che mi accompagnano da moltissimo tempo. Eppure se c'è una cosa che mi manca della giovinezza è il credere in qualcosa, l'opportunità di abbandonarsi alle illusioni e ai sogni. Sei in quel periodo in cui la vita, per quanto sotto alcuni aspetti già crudele, non è ancora riuscita a farti sentire il proprio peso.
Oggi quel peso lo sento tutto, colpa anche del mio carattere, sicuramente, non sono un ottimista a priori, non mi piace piangermi addosso ma abbandonarsi alla riflessione implica anche, inevitabilmente, vedere le cose da diverse prospettive. Almeno per me significa questo.
La verità è che nella mia vita non c'è nulla che non vada, anzi, dovrei essere una persona serena e tranquilla. Invece non lo sono. E non lo sono, ovviamente, per colpa mia. Quindi in me vivono due anime, quella che sostiene che sono un ingrato, che ho realizzato tutti i punti principali della mia esistenza, che dovrei essere felice di quello che ho e un'altra anima, bastarda, che sostiene che avrei potuto ottenere quello che ho sbattendomi un quarto di quello che ho fatto, questa parte mi dice che ho buttato via tempo.
E, del resto, chi di noi non lo fa?
Da un po' di tempo a questa parte mi chiedo quanto vale il nostro tempo? Cinque euro? Sei? Dieci? Passiamo la nostra vita a produrre, vendere, acquistare. Abbiamo messo il lavoro al centro della nostra esistenza, cresciamo in una società che ci dice che se non siamo produttivi siamo inutili, ci sentiamo tanto inutili da arrivare a considerare la nostra vita superflua se ci sentiamo tagliati fuori dal sistema. Passi il tuo tempo a prepararti per essere produttivo, a studiare, a cercare di far parte del sistema, a cercare lavoro e, quando lo trovi, se lo trovi, a produrre. Usi il risultati del tuo lavoro per acquistare oggetti, per essere alla moda, per comprare tempo libero. Non siamo liberi, non siamo padroni del nostro tempo. È un sistema così macchinosamente complesso e degenerato che uscirne è quasi impossibile, puoi avere l'illusione di non far parte del sistema ma, in realtà, l'appartenenza sociale non ti abbandona mai. Vivi, semplicemente, nella parte di società che la tua produttività ti consente di avere: ricco, mediamente ricco, mediamente povero, povero, disadattato. Passiamo il nostro tempo a farci la guerra, a discriminarci, a imporre ragioni irragionevoli. E lo so che può sembrare tutta una farneticazione ma è questo continuo pensare che mi rende una persona infelice.
L'unico modo che ho per sopravvivere è l'ironia. È sempre stato così. Avere la consapevolezza, costante, di essere in trappola è un po' come avere la consapevolezza costante che prima o poi morirai.
È angosciante.
Tornando al mio piccolo mondo mi rendo conto dell'insopportabile atteggiamento che ho nei confronti della vita. Ho lavorato (tanto), ho studiato (tanto) ho ottenuto i risultati che mi ero preposto, eppure non sono felice.
Non è facile trovare persone da amare, per esempio, un campo in cui mi sono sempre ritenuto fortunato è quello dell'amicizia. Eppure, anche per l'amore, ho dovuto lavorare su me stesso.
Ho sempre avuto una visione molto romantica del rapporto amoroso, poi quando ti scontri con la realtà ti rendi conto che il romanticismo, come tutto, è solo una fase. Prima o poi subentra la quotidianità, ti devi confrontare con l'altra persona, con i suoi difetti (e lui/lei con i tuoi), arrivano (spesso) i tradimenti e ancora hai (ho) la sensazione di trovarti in trappola e devi fare i conti con la paura, con la solitudine, con la sensazione di aver subito un torto più profondo del semplice tradimento fisico.
Abbandonare l'idea di romanticismo non è stato facile per me, ho dovuto strapparmela di dosso. Gli uomini non sono esseri perfetti, il tradimento fa parte della vita, non è una giustificazione, è che a un certo punto metti sul tavolo le cose belle e le cose brutte e se le cose belle sono più di quelle brutte allora, forse, vale la pena cercare di accettare il fatto che siamo esseri terribilmente imperfetti.
Senza girarci attorno, però, devo dire che la parte che mi fa più male è quella legata alla letteratura. Oggi mi rendo conto che ho investito troppo su un sogno, che mi sono, in qualche modo, limitato a sopravvivere in nome della scrittura. Puntare tutto sui sogni ha due aspetti negativi. Il primo è che, ovviamente, non c'è nessuna certezza che il sogno si realizzerà. Il secondo aspetto negativo è che, quando ti rendi conto di aver puntato troppo su un cavallo perdente, rimangono le amarezze, le delusioni e corri il rischio di diventare una persona arida.
Cosa che io non voglio fare perché mi rendo conto che la vita è troppo breve per continuare a credere che il mio sogno valga così tanto.
Si tratta, fra le altre cose, di un sogno che ho realizzato.
Non posso smettere di scrivere e non voglio farlo solo per me stesso. È questa la grande fregatura. Il problema è che oggi devo confrontarmi con un mercato in caduta libera. Proponi un libro e ti dicono che è troppo triste per i lettori, che ci vuole qualcosa di allegro, che devi essere spendibile, telegenico, che devi assecondare il mercato. Ti propongono finali alternativi, storie commerciali, prendono il tuo lavoro e lo trasformano. Ti trasformano. Se dici di no, in qualche modo, sei fuori. Se ti va bene ti propongono di fare il ghostwriter. Poi, certo, ci sono anche molti casi fortunati ma, facendo parte io dell'infinita schiera dei “mai nati” (letterariamente parlando) non li prendo in considerazione.
Ho pubblicato il primo libro e non sono stato felice. Poi è arrivato il secondo e non mi ha reso felice. Ogni volta che guardo il mio percorso professionale mi dico che ho fatto tante cose. Ma non è mai abbastanza.
Ho già parlato di mio zio Leo. Aveva un talento incredibile, il suo campo era quello delle arti visive: quadri, istallazioni, sculture. Persona colta e amante della cultura a 360°: cinema, teatro, musica, letteratura e molto altro. Era una persona inquieta. Intellettualmente inquieta e questa inquietudine lo aveva reso schiavo tanto che per sfuggirne era caduto in dipendenze ben più gravi. Dipendenze che lo hanno portato alla morte.
Zio Leo per me è stato un esempio, allo stesso modo, da seguire e da evitare. Anche io provo quella costante inquietudine che cerco di esprimere attraverso la letteratura. Fortunatamente il mio corpo non ha mai sopportato gli eccessi, mi sono, probabilmente, salvato dalle dipendenze proprio grazie alla mia scarsa resistenza al dolore.
La verità è che ho davvero paura di aver investito troppo sul mio sogno. E forse non sono all'altezza delle mie aspettative, o forse non ho abbastanza fortuna, o forse tendo a demoralizzarmi troppo. Non importa. L'importante è che mi sono reso conto che non ne vale la pensa quindi o trovo un modo “diverso” di vivere la scrittura o lascio perdere e , anche se questa cosa mi rende terribilmente infelice, penso che alla fine ne varrà la pena.
Quando passi tutta la vita a lottare per qualcosa ottenendo sempre poco è giusto mettersi in discussione. E voglio rivedere anche il mio concetto di “lotta” perché, come sapete, è tutta la vita che lotto anche per altri motivi, primo fra tutti il mio diritto ad esistere, ad amare, ad avere dei diritti.
Quindi, amiche e amici, virtuali o reali, perdonate questo lungo post pieno di autocommiserazione. Del resto lo avevo anticipato che compiere gli anni non mi fa bene.
Marino

venerdì 17 gennaio 2014

Scemi...

“Buongiorno, sto cercando un libro che dovrebbe chiamarsi Storia degli Scemi di Vandana Shiva...”
Uhm... Storia degli scemi l'ho finito. Potrei avere storia dei cretini se le interessa.

Vandana Shiva
Storia dei semi
107 p. €13
Feltrinelli

mercoledì 15 gennaio 2014

Il libro della settimana

Robert Coles
La vita spirituale dei bambini
360 p 25 €
Castelvecchi

Questa settimana propongo il libro dello psichiatra premio Pulitzer Robert Coles. Affascinante l'idea che i bambini maturino una visione del tutto particolare della spiritualità.
Dal sito di Castelvecchi:
Esiste un’età nella vita di ciascuno in cui fioriscono le prime domande sul destino, sul significato dell’esistenza, sul senso spirituale delle cose. Premiato con il Premio Pulitzer per le sue ricerche sulla vita emotiva del periodo infantile, lo psichiatra Robert Coles conclude con questo volume uno studio di oltre trent’anni che ha saputo raccontare la sorprendente complessità interiore dei bambini, la loro capacità di analizzare in profondità questioni religiose, filosofiche e morali. Il professor Coles ha preso in esame 500 bambini tra gli otto e i dodici anni di differente formazione religiosa (cristiani, ebrei, musulmani, agnostici) e di differente provenienza (Nord e Sud America, Europa, Africa e Medio-Oriente). Ha condotto con ognuno di loro interviste approfondite, scoprendo la loro incredibile abilità penetrativa sui più complessi argomenti. Le loro risposte erano dettagliate, sapevano discuterne, mostravano disinvoltura a parlare di Dio, di etica, di giustizia, e sapevano affrontare con particolare equilibrio gli aspetti critici o contraddittori delle diverse dottrine. Libro di testo in molte università, La vita spirituale dei bambini costituisce uno degli studi che più hanno arricchito e influenzato l’evoluzione della psichiatria infantile.

martedì 14 gennaio 2014

Nuovi settori

“Scusi ha il settore degli One Direction?”
Certo, è accanto al settore Violetta e a quello Peppa Pig....

lunedì 13 gennaio 2014

Cliente che

Cliente che esordisce dicendo: “Sto cercando un libro uscito da pochissimo” e poi viene fuori che è un libro del 1980 ed è pure fuori catalogo.
Ognuno ha la percezione del tempo che vuole. D'accordo?

venerdì 10 gennaio 2014

Il libro della settimana

Visto che nel periodo natalizio non sono riuscito a consigliare tutti i libri che volevo ho deciso di parlare di un libro alla settimana (in maniera non continuativa) per mettere in evidenza i libri che, a mio modesto parere, sono interessanti e meritano di essere acquistati.
Parto con un libro bellissimo. Gli autori, lo scrittore James Agee e il fotografo Walker Evans vennero mandati, nell'estate del 1936, dalla rivista Fortune in Alabama per un reportage sulla «vita quotidiana e l’ambiente di una famiglia media bianca di contadini fittavoli». Erano negli anni della grande depressione e lo scenario che i due uomini si trovarono davanti fu devastante. Decisero di vivere in prima persona la vita degli abitanti del luogo immergendosi nel loro modo di vivere, Walker scattò fotografie che non andavano alla ricerca del sensazionalismo fine a se stesso, donò dignità alle persone e alle loro storie mentre Agee riportò le testimonianze delle donne e degli uomini del luogo senza omettere nulla. Fortune decise di non pubblicare il pezzo, troppo complesso ma anche troppo vero per un'America che non poteva permettersi di dare una visione pessimista di se stessa. Il materiale venne poi raccolto in un libro pubblicato nel 1941. Si tratta di un libro che consegna alla storia gli effetti della crisi economica sulla vita delle persone, un libro che dovrebbe essere un monito e che, anche se appartenente ad un tempo che ormai reputiamo lontano, dovrebbe farci aprire gli occhi sulla nostra situazione attuale.

James Agee Walker Evans
Sia lode ora a uomini di fama
Traduzione Luca Fontana
448 p €35
Il Saggiatore

giovedì 9 gennaio 2014

Cliente che...

Mi chiede se ho tre copie di un testo ma visto che ne ho solo due copie non le compra...
Prenderne 2 qui e 1 da un'altra parte... no eh?

mercoledì 8 gennaio 2014

Cosa ti aspetti dal tuo libro?

Parto da una telefonata che ho ricevuto ieri in libreria. Si tratta di uno scrittore che mi chiedeva, con fare piuttosto agitato, come mai il suo libro, pubblicato a dicembre 2013, non si trovava in nessuna libreria. Chiedo la casa editrice, è una di quelle che non ha una distribuzione. Gli spiego le cose come stanno e lui, indignatissimo, mi dice: “Quindi che devo fare per vedere il libro in libreria? Devo picchiare i librai”?
Come mi ha suggerito Luca Fadda su Facebook: “Se fosse così facile, non avremmo più librai e al contrario le strade sarebbero piene di autori armati fino ai denti”.
Prima di iniziare questa prima riflessione del 2014 devo avvertire le gentili e i gentili frequentatrici/ori del blog che mi trovo in un momento di pessimismo cosmico e che quindi non vi lascerò molte speranze.
Detto questo e premesso che:
I casi editoriali esistono, uno su un milione ce la fa, scrivere è la cosa più bella del mondo, seguite sempre i vostri sogni, non arrendetevi mai, non ascoltate i librai acidi e gli scrittori falliti, la casa editrice che vi ha pubblicato è sicuramente la migliore del mondo, il vostro libro vale, voi valete, il self publishing è cosa buona e giusta, magari siete una/o di quelle/i che pubblicano on line e vendono milioni di copie, pensate a un futuro luminoso, diventerete ricchi e famosi, Fabio Fazio vi sta aspettando e molto altro... cominciamo con la discesa negli inferi.
L'ho detto milioni di volte (parlo per le librerie di catena): non sono i librai a fare le cedole novità, noi possiamo ordinare i libri che vogliamo, certo, ma l'impianto iniziale non parte da noi. Il mestiere dell'agente, il gentile signore e la gentile signora che veniva in libreria a fare le “cedole” novità, ormai è estinto. Le decisioni vengono prese a livello centralizzato. Se avete pubblicato per una casa editrice grande e la suddetta casa editrice ha deciso di puntare su di voi perché il vostro romanzo viene considerato adatto al “mercato” state certi che faranno di tutto per farvi dventare un caso editoriale. Se siete fra le centiania di scrittori che pubblicano per una grande casa editrice che non ha puntato molto su di voi le cose potrebbero andare benissimo lo stesso, a volte vanno bene, in moltissimi casi non andranno poi così male, in altrettanti moltissimi casi venderete, se vi va bene, qualche decina di copie.
Se avete pubblicato con una casa editrice medio piccola le difficoltà aumenteranno considerevolmente. Nessuno deve togliervi la soddisfazione nell'aver pubblicato, nessuno sta giudicando il vostro libro ma il mercato è saturo. SATURO. I libri rimangono in libreria 2 mesi ormai, se non partono nelle prime due settimane spesso finiscono in magazzino e stiamo parlando di libri che arrivano in quantità (le fatidiche pilette). I libri che arrivano in 1-2 copie hanno pochissima visibilità, moltissimi libri del catalogo di case editrici medio/piccole non arrivano neppure in libreria. Credetemi non la trovo una cosa positiva, la trovo una cosa ORRIBILE, così viene meno la bibliodiversità, ma dobbiamo prendere atto della situazione e sfido chiunque, editori compresi, a provare il contrario di ciò che sto scrivendo. E, ripeto, magari il vostro libro è splendido, non ne faccio una questione di qualità, e magari il vostro libro vende pure, forse andrà tutto benissimo. Mi vengono in mente due titoli, neppure semplici a dire il vero, L'Età dell'inconscio edito da Raffaello Cortina e Il grande racconto delle stelle edito da Il Mulino, due libri bellissimi che hanno anche venduto. Ma quanto hanno venduto? Il punto è che per alcuni editori (non parlo dei citati) già vendere 2000 o 3000 copie è un enorme successo. Per alcuni vendere 1000 copie è un ottimo risultato. Lo so che entrando in libreria siete abituati a vedere le fascette che sparano cifre altissime ma la realtà editoriale è ben diversa.
Se poi la casa editrice per cui avete pubblicato non ha distribuzione è molto probabile che il vostro libro gli scaffali della libreria non li vedrà mai.
Io sono cinico, lo ammetto. Lo sono diventato lentamente, giorno dopo giorno, imparando a conoscere il mercato editoriale sia come “scrittore” sia come addetto ai lavori.
Quindi se volete accusarmi di cinismo fatelo, ne avete facoltà. Ma non facciamo gli ingenui, non facciamoci cogliere impreparati.
Entrate in una libreria e guardatevi intorno: poco personale, molte librerie hanno puntato sui generi misti, molte pensano di risolvere il problema vendendo fettuccine e cappuccini. Molti editori sono scomparsi, molti altri sono al limite.
Non si vive di scrittura. Se pubblicate con un editore decente (e in Italia pare che si debba già essere felici di questo) siete solo all'inizio del cammino.
Forse dovete prepararvi a: non vedere un solo centesimo per il vostro lavoro, entrare in una libreria e non trovare il vostro libro, non avere un minimo di pubblicità, e molte altre cose poco piacevoli.
Insomma chi non vorrebbe essere il caso editoriale dell'anno? E magari lo sarete, ve lo auguro di cuore.
Ricordatevi però che se le cose andranno male picchiare il libraio non servirà a niente...

martedì 7 gennaio 2014

Ho capito benissimo

“Ciao ho fatto una prenotazione di due libri, il primo l'ho già ritirato, è arrivato anche l'altro, devo pagare entrambi...”
“Entrambi?”
“Sì.”
“Guarda mi risulta che il primo lo hai già ritirato.”
“Sì lo devo pagare.”
“Perdonami non capisco... hai portato via il libro senza pagarlo?”
“Sì la tua collega mi ha detto che avrei pagato entrambi alla chiusura della prenotazione.”
“Perdonami ma non è possibile che la mia collega ti abbia detto una cosa del genere. Tutti i libri che escono dalla libreria si pagano e diamo sempre regolare scontrino. Tu hai lasciato un acconto, la collega ti avrà detto che l'acconto ti veniva scalato alla chiusura della prenotazione.”
“No guarda sono sicuro, mi ha detto che potevo portarmelo via senza pagarlo!”
“Scusa ma temo davvero che non vi siate capiti...”
“No, no ho capito benissimo.”
Tesoro, grazie per l'onestà, ma no, non hai capito benissimo!

venerdì 3 gennaio 2014

Sorelle pericolose

“Ciao sto cercando Twilight...”
“Certo, eccolo.”
“Ehm... non ce l'hai con la copertina rigida?”
“No ho solo l'edizione economica...”
“Accidenti, è un bel problema...”
“Cambia solo la copertina...”
“Sì lo so è che mia sorella mi ha prestato l'edizione rilegata e io l'ho persa e se non sostituisco il libro senza che lei si accorga che NON è il suo mi ucciderà!”
Ok posso procurarti un passaporto e delle generalità false, se hai bisogno metto anche a disposizione una scorta...

giovedì 2 gennaio 2014

Priorità

Succede a: La Collega Femminista

Cliente: “Signorina ho fatto un ordine on line prima di Natale ma il libro non è arrivato e io ho perso il mio regalo di Natale. Sarebbe da denuncia!”
CF: “Mi spiace Signora, ha provato a contattare l'assistenza clienti?”
Cliente: “Criticate tanto Amazon ma almeno gli schiavi che ci lavorano sono più efficienti di voi!”
E del resto, davanti all'esigenza di avere un libro in 24 ore, che volete che sia la privazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori?
Felice 2014!