lunedì 31 marzo 2014

Il rimorchione



Un uomo sulla quarantina si aggira in libreria, occhi profondi, alto, elegante, gran fisico. Prende un libro e si siede, ogni volta che passo  accanto a lui per sistemare un libro mi guarda. Ovviamente passo spesso. Guarda così insistentemente che comincio a pensare che ci voglia provare. Voglio dire, sono un uomo di sani principi, io! Figuriamoci se ci sto con il primo figaccione che mi capita. Non che me ne capitino spesso, eh? Sì, insomma, non mi farebbe di certo schifo che il figaccione ci provasse.  E mica capita tutti i giorni che in libreria entri uno così che ti manda chiari segnali attraverso sguardi languidi e pieni di passione. Insomma sono già tuo, basta che ti avvicini, che mi prendi fra le tue possenti braccia e… Il tizio si avvicina sul serio. Cacchio e adesso che faccio? Fingo uno svenimento per cadere fra le sue braccia? Meglio l’atteggiamento professionale e distaccato sperando che mi offra un “caffè”?  Faccio lo sciocchino? Battute a doppio senso?
“Ehm ciao scusa…  volevo chiederti, sai quando trovo la tua collega? Quella carina che è spesso qui alla postazione?”
No,  aspetta, mi stai dicendo che non sono IO l’oggetto del tuo desiderio? Che sei venuto in libreria per rimorchiare la mia collega?
Ecco! Il solito porco che solo perché vede una ragazza carina pensa subito di poterci provare e, soprattutto, che lei ci stia! Ma con chi ti credi di provarci? Eh? Eh? Eh? Credi forse che le mie colleghe siano tutte qui pronte a cadere ai tuoi piedi? Maschilista!  Rimorchione senza scrupoli e maschilista!

giovedì 27 marzo 2014

Non è quello che dice lei!



“Scusi sto cercando un libro ma non ricordo né il titolo né  l’autore, ricordo solo che in copertina c’è il muso di una tigre.”
“Potrebbe essere Vita di Pi di Martel Yann?”
“No, no… è la storia un po’ strana di quest uomo che racconta la sua vita dopo che la nave su cui si trova affonda e lui rimane su una scialuppa di salvataggio  con una tigre.”
“Mi perdoni ma è proprio Vita di Pi.”
“Le ho detto che non è il titolo che dice lei. Arrivederci.”
Aspetti, che sciocco, in realtà il libro che sta cercando è… VITA DI PI!

mercoledì 26 marzo 2014

Rendi i libri

Da cantare sulle note della mitica: Stendi i panni!



Rendi i libri
Rendi i libri
Bodom, bodom
Li rende, il libraio li rende
Li rende, il libraio li rende

Chi lo vuole un bel catalogo?
Chi lo vuole un bel catalogo?

Bau bau Fido

E ora con le “I”

Rindi libri, rindi libri
Bidim, bidim
Li rindi, il libriii li rindi
Li rindi, il libriii li rindi

Chi li vili li billi citilighi?
Chi li vili li billi citilighi?

Bi bi Fidi

E adesso con le “a”

Randa labra, randa labra
Badam, badam
La randa al labraaa la randa
La randa al labraaa la randa

Ca la vala la balla catalaga?
Ca la vala la balla catalaga?

Ba ba Fada

E adesso con le “u”

Rundu lubru, rundu lubru
Budum, budum
lu rundu u lubruuu lu rundu
lu rundu u lubruuu lu rundu

Cu lu vulu lu bullu cutulugu?
Cu lu vulu lu bullu cutulugu?

Bu bu Fudu

Ed ora con con le “O”

Rondo lobro, rondo lobro
Bodom, bodom
Lo rondo ol lobrooo lo rondo
Lo rondo ol lobrooo lo rondo

Co lo volo lo bollo cotologo?
Co lo volo lo bollo cotologo?
Bo bo Fodo

Ed infile con le “E”
Rende lebre, rende lebre
Bedem, bedem
Le rende e lebreee le rende
Le rende e lebreee le rende

Ce le vele le belle ceteleghe?
Ce le vele le belle ceteleghe?
Be be Fede

martedì 25 marzo 2014

Glee



Cliente: “Ciao sto cercando qualcosa su Glee.”
Io: “Glee il telefilm?”
Cliente: “Sì credo di sì, è un regalo per mia nipote. Non ne so molto di più, so solo che lei è impazzita”
Io alzando le braccia al cielo con voce emozionata : “Ci credo Glee è bellissimo!”
Seguono sguardo perplesso della cliente, ulteriore sbracciamento da parte mia con altri elogi a Glee, passo di danza improvvisato,  fuga della cliente.

lunedì 24 marzo 2014

Rivedere il mercato



Entrando in libreria, questa mattina, mi sono chiesto quali sono le case editrici  maggiormente presenti in piletta ( Libri presenti in più copie sui banchi o sulle “sponde” dei mobili). Ho preso in considerazione solo la narrativa generale e quella per i ragazzi e le ragazze. Per la saggistica occorre fare un discorso a parte visto che è presente una varietà di case editrici maggiore.
Il maggior numero di libri esposti in più copie riguarda:
Adelphi, Beat, Bompiani, Corbaccio, Einaudi, E/O, Feltrinelli, Garzanti, Giunti, Guanda, Longanesi, Marsilio, Mondadori, Neri pozza, Newton Compton, Nord, Ponte alle Grazie, , Rizzoli, Sellerio,  Sperling  & Kupfer, Tea.
In minor quantità (due o tre pilette):  Elliot e Fazi.
Nel settore considerato Young  adult  massiccia presenza di: Fazi, Giunti,  Mondadori, Newton Compton, Nord, Rizzoli, Sperling & kupfer, Tea.
Ripeto non ho tenuto in considerazione moltissimi settori. Per esempio Fantascienza vede una massiccia presenza di Fanucci. Psicologia: Astrolabio, Bollati Boringhieri, Feltrinelli, ecc…
Per ogni settore va fatto un discorso a parte. Mi sono concentrato sulla narrativa perché, di solito, è il primo settore che si incontra in libreria.  Vorrei dire che la “classifica” che ho mostrato vale solo per la libreria in cui lavoro ma basta entrare in una qualsiasi libreria di catena per rendersi conto che non è così.
Potrei fare diverse considerazioni. La prima, la più evidente, è che il mercato è dominato da alcune sigle editoriali. La seconda è che c’è sempre meno spazio per le case editrici minori e quindi per la bibliodiversità. Inutile negarlo,  in libreria si tengono solo i libri che vendono e, a parte rarissimi casi, a vendere sono i marchi conosciuti e, in alcuni casi, nemmeno quelli. Poi c’è tutto un discorso a parte, anche leggendo i nuovi dati di mercato, su cosa significhi “vendere” in Italia. Alcune case editrici stampano poche centinaia di copie per ogni singolo libro, vendere mille copie per uno sconosciuto è già un buon traguardo, arrivare a cinquemila è un successo. Diffidate di chi spara cifre come 500.000 copie vendute. Accade, certo, ma spesso è solo inutile marketing.
Altra considerazione viene dalla visibilità data alle autrici e agli autori di piccole o medie case editrici che è vicino allo zero. Paradossalmente pubblicare è diventato lo scoglio minore (il che è tutto un dire) perché poi arriva la distribuzione (spesso scarsissima), la promozione (spesso inesistente), la presenza in libreria (se il vostro libro arriva in una copia sola si perderà nella bolgia infernale dei “senza visibilità” ). Esistono, ovviamente e per fortuna, delle eccezioni, nel nostro settore non ci sono regole prestabilite e il mercato è in continua evoluzione (anche se l’andamento è più simile a un crollo). Ciò che funziona oggi potrebbe non funzionare domani. A rimanere, spesso, sono i danni creati da alcune scelte editoriali e di marketing ma non è detto che le case editrici che li hanno creati poi sopravvivano al mercato. In definitiva nessuno è al sicuro.
So che qualcuno mi dirà: per questo ho scelto il self publishing, e la dea delle Dee  mi scampi dall’intavolare una discussione sul pro e il contro Self. Dal mio punto di vista le cose non migliorano: nessuno controllerà la reale qualità del vostro testo, nessuno vi farà editing, nessuno vi farà promozione. Anzi questa spetterà a voi e in un mare di Self Publishing chi vi prenderà in considerazione?
Bene dopo tutto questo disfattismo mi chiedo: quali soluzioni esistono?
La prima, dal mio punto di vista la più importante, è liberare le librerie dalla schiavitù del marketing e degli “accordi commerciali”, ricostruire l’indipendenza (sempre che sia mai esistita) delle librerie, ridare dignità al lavoro delle libraie e dei librai, rivedere le politiche di vendita spazi e vetrine, costruire librerie più piccole con una maggior bibliodiversità, ridurre il numero delle pubblicazioni, rallentare i tempi, liberarci dall’ossessione della “novità”, smetterla di considerare “vecchio” un libro con più di quattro mesi di vita, fare in modo (e qui si torna alla necessità di limitare le pubblicazioni)  che un libro rimanga sullo scaffale più di un mese e che non vada in resa dopo due mesi. Diversificare la proposta culturale, fare squadra con altre attività culturali (iniziative con biblioteche, teatri, mostre, cinema, ecc…).
Le librerie così come sono oggi moriranno. Il marketing ha distrutto il concetto di cultura, occorre rivedere, per sopravvivere, le politiche editoriali e libraie.

venerdì 21 marzo 2014

Libri della settimana

Negli ultimi tempi sto leggendo diversi libri sull'argomento omosessualità e mondo islamico. I libri che ho trovato, alcuni saggi e alcuni romanzi, non mi hanno soddisfatto al 100% ma credo sia utile proporli perché trattano l'argomento da diversi punti di vista: religioso, culturale, letterario. L'idea che mi sono fatto è che l'omosessualità, nel mondo arabo, non venga riconosciuta come tale e venga, in molti casi e nonostante sia presente anche nella letteratura “classica” rinnegata e condannata (cosa che accade in tutte le società con una forte impronta religiosa) ma, paradossalmente e per tutta una serie di motivi, sia molto praticata. Probabilmente il motivo principale è dato dal rapporto con il mondo femminile. Si tratta di società estremamente maschili in cui vi è una separazione netta fra uomo e donna e dove gli uomini, spesso, passano moltissimo tempo fra loro. Ma è soprattutto, credo, un fatto culturale. Anche le persone omosessuali o dichiaratamente tali non hanno una concezione di omosessualità in chiave occidentale. Moltissime sono le persone che si sposano e vivono la propria vita di nascosto ma non mancano coloro che hanno il coraggio di dirsi. Stiamo parlando, in ogni caso, di una materia estremamente complessa e non mi sono abbastanza documentato per avere un'idea completa. Leggo nella speranza di comprendere meglio il mondo che ci sta accanto.
Il libri che propongo questa settimana sono:

Jlanda Guardi e Anna Vanzan, Che genere di Islam, Ediesse edizioni, 12 €, 210 p.



Brian Whitaker, L'amore che non si può dire, traduzione Daniela Viezzer, 258 p. 16€


All'interno di entrambi i libri sono citati romanzi in cui ci sono personaggi GLBT. Uno di questi è Palazzo Yacoubian di Al-Aswani 'Ala, traduzione Longhi, 215 p. 7,50€ libro di cui si è parlato moltissimo ma che non ho amato particolarmente.


giovedì 20 marzo 2014

Adotta un libraio!

Ogni mattina un libraio si sveglia e sa che dovrà essere più veloce delle fantastiche idee imposte dai capi.
Il libraio è solo e impaurito nella giungla di carta che lo circonda, affronta clienti feroci di ogni genere, espone libri di una noia mortale, resiste alle pile di altovendenti.
Ma non basta, amiche e amici, il libraio è ora considerata una razza in via d'estinzione.
Mercato on line, e book, prodotti no book, crisi economica e molto altro hanno portato alla quasi estinzione di questo essere mitologico.
Il libraio oggi è minacciato da pericoli più gravi: globalizzazione, pessime scelte editoriali, una popolazione che non legge, cassa integrazione, contratti di solidarietà, cecità di un mercato spietato che con la cultura non ha niente a che vedere.
Non lasciate che il libraio si estingua!
Adottate un libraio a distanza.
Basta entrare in una libreria ogni tanto e acquistare un libro. Potete anche donare un milione di euro per la causa libraia (spiccioli proprio).
E ricordate, amiche/amici: Un libraio è per sempre!
(E dopo il lavoro è disponibile per spazzare, stirare, fare le lavatrici e quando avete mal di testa, amiche, farà anche l'amore con i vostri mariti al posto vostro!)

mercoledì 19 marzo 2014

Librerie

Entro in una grande libreria, una di quelle più radicate sul territorio italiano, bella struttura, mobili curati, poltroncine, tavoli, foto ai muri, ben illuminata. Comincio a guardarmi in giro. Cerco il settore dei classici (perdonatemi ma è la prima cosa che faccio perché una libreria si riconosce dal catalogo e i classici, anche se non va più di moda il mio pensiero, dovrebbero essere l'impianto base di una libreria). I classici italiani e stranieri non hanno un settore a parte, la cosa non mi sconvolge, è nella nuova mentalità manageriale di tutte le librerie di catena purtroppo. Trovi Manzoni vicino a Moccia. Cerco allora il settore dei classici greci e latini. Uno scaffale striminzito, una settantina di libri in tutto. Accanto hanno sistemato il settore umorismo. La libreria è povera di libri. Però c'è il bar. Ci sono molti libri a una copia girati di faccia, non c'è spazio espositivo per le pilette, solo due tavoli all'entrata con impilati i best seller del momento. Vado al settore saggistica ma prima passo nell'enorme settore ragazzi. Dovete sapere che i guru del mondo del libro hanno deciso che i settori trainanti sono cucina e bambini/ragazzi. Abbondano i libri su peppa pig e violetta. I classici della letteratura per ragazzi sono quasi assenti, moltissimi i prodotti no book (cartoleria, giochi, ecc...). Le promozioni dei libri sono in una parete, anche in questo caso moltissimi libri a una copia girati di faccia. Due librai per tutta la libreria (su due piani, è domenica, c'è il carnevale in piazza).
Mi indigno. Poi penso alla situazione e sospiro. In libreria dovremmo avere solo il venduto dell'ultimo mese, quello che non vende va reso, il catalogo, anche se a parole si dice il contrario, non vale più nulla. Per decidere quanti librai servono nella gestione del locale si fanno strani calcoli che riguardano la grandezza del locale e gli incassi, senza guardare a cosa avviene sulla piazza e se le cose vanno male è colpa tua che non sai gestire le cose.
Poi penso alle chiacchiere sui libri, sulla cultura, sui best seller.
Esco dalla libreria con una consapevolezza in più.
Abbiamo meno tempo di quel che pensavo.

martedì 18 marzo 2014

Interviste

Oggi vi propongo la mia intervista ad Alessandro Forlani a Radio Rai GR Parlamento. La trovate QUI 
Intorno al minuto 38 ma vi suggerisco di ascoltare tutta l'intervista, molto interessante.

lunedì 17 marzo 2014

Bimbi impressionabili



Mi volto, un bimbo mi guarda e poi si mette a urlare e corre da suo papà.
Ah bello… ma che me s’è sbavato er  trucco?


Qualche riflessione sul genere, sull'omofobia e sull'incultura dell'odio, oggi, QUI