venerdì 21 marzo 2014

Libri della settimana

Negli ultimi tempi sto leggendo diversi libri sull'argomento omosessualità e mondo islamico. I libri che ho trovato, alcuni saggi e alcuni romanzi, non mi hanno soddisfatto al 100% ma credo sia utile proporli perché trattano l'argomento da diversi punti di vista: religioso, culturale, letterario. L'idea che mi sono fatto è che l'omosessualità, nel mondo arabo, non venga riconosciuta come tale e venga, in molti casi e nonostante sia presente anche nella letteratura “classica” rinnegata e condannata (cosa che accade in tutte le società con una forte impronta religiosa) ma, paradossalmente e per tutta una serie di motivi, sia molto praticata. Probabilmente il motivo principale è dato dal rapporto con il mondo femminile. Si tratta di società estremamente maschili in cui vi è una separazione netta fra uomo e donna e dove gli uomini, spesso, passano moltissimo tempo fra loro. Ma è soprattutto, credo, un fatto culturale. Anche le persone omosessuali o dichiaratamente tali non hanno una concezione di omosessualità in chiave occidentale. Moltissime sono le persone che si sposano e vivono la propria vita di nascosto ma non mancano coloro che hanno il coraggio di dirsi. Stiamo parlando, in ogni caso, di una materia estremamente complessa e non mi sono abbastanza documentato per avere un'idea completa. Leggo nella speranza di comprendere meglio il mondo che ci sta accanto.
Il libri che propongo questa settimana sono:

Jlanda Guardi e Anna Vanzan, Che genere di Islam, Ediesse edizioni, 12 €, 210 p.



Brian Whitaker, L'amore che non si può dire, traduzione Daniela Viezzer, 258 p. 16€


All'interno di entrambi i libri sono citati romanzi in cui ci sono personaggi GLBT. Uno di questi è Palazzo Yacoubian di Al-Aswani 'Ala, traduzione Longhi, 215 p. 7,50€ libro di cui si è parlato moltissimo ma che non ho amato particolarmente.


16 commenti:

  1. Uomo, posso tirarti un orecchio? Anche le donne, da quelle parti "passano moltissimo tempo fra loro" e per le stesse ragioni degli uomini: una società sessuofobica e repressa e come tutte le sue simili profondamente contraddittoria. Guarda che i generi non si riassumono in uno, eh :- P
    Ciò detto, grazie delle segnalazioni.

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  2. Mea culpa! Non era mia intenzione ridurre tutto al genere maschile, nei libri poi sono presenti anche le tematiche lesbiche 8anche se mi sembra in minor parte). Io parlavo dell'omosessualità maschile per questo non ho coinvolto le donne. Scusa.

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  3. sull'argomento è interessante anche Zamel

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  4. A parte l'Arabia Saudita, non c'è una forte separazione tra i generi e tutti gli stereotipi noti qui in Occidente sono abbastanza falsi. Non si vivono l'affettività e la sessualità in maniera fortemente esibita come qui da noi, e quello è un bene. D'altra parte però si sviluppano tabù che portano poi a relazioni segrete più o meno lecite. E comunque una cosa è la religione, altro è la cultura Araba. Sicuramente sono connesse ma distinte.

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  5. @Marino: : - )
    @Balqis De Cesare22 marzo 2014 16:02
    che "sia un bene" è una valutazione estremamente soggettiva. Che non può essere imposta ad altri individui.
    E comunque, a parte quegli incivili degli occidentali, sicuro che proprio nessuna donna del mondo arabo abbia mai scritto che non poter fare nemmeno una carezza al proprio partner e peraltro marito in pubblico non sia estremamente simpatico?
    Inoltre la separazione dei sessi esiste in altri paesi. O viene reintrodotta.
    Infine, nessuno qui aveva pronunciato la parola religione, ma se qualcuno lo fa, avrà i suoi motivi, che gli lasciamo volentieri.

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    1. non mi pare d'aver dato degli incivili agli occidentali. Da occidentale osservo che ci sono usi e costumi che possono essere non del tutto positivi. E comunque non puntavo alla condanna, ma ad evidenziare una lettura positiva, che spesso sfugge, delle tradizioni Arabe ed Islamiche. Ovviamente la mia è una visione soggettiva perchè è mia ma che rispecchia anche quella di molte persone che vivono in quei Paesi, che sono Paesi con storia e tradizioni proprie. Le regole derivano da quella storia e da quella mentalità. Ci sono parecchie donne che non la pensano come me e ce ne sono tante che invece amano quel tipo di società e non sentono quelle regole come oppressione ma le percepiscono in quanto protezione. Poi in pratica nei Paesi di cui stiamo parlando èì concesso molto di più di quanto lei pensì, ma la mentalità rimane un pò arcaica se così la vogliamo definire. Parlavo di religione per pur non avendo letto i libri indicati, conosco gli autori e la linea di pensiero che li anima e ho dato uno sguardo ai titoli. Conosco quei popoli e so che se li si vuole capire non si può prescindere dalla religione. Vede io facevo una semplice precisazione ad integrazione. Lei che mi permetto di azzardare pur non conoscendola, ragiona molto per schemi e stereotipi, mi ha aggredito per nulla. La carezza non esibita, a volte non sempre, aiuta anche ad ascoltare di più i cuori della gente :-)

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    2. Il punto è che quelle - e quelli - che non la pensano così non possono liberamente vivere la loro vita in accordo con i loro pensieri e senza per questo opprimere gli altri. E questo lo scrivono loro, non io. Quanto alle regole, esse sono molto cambiate nel senso da lei auspicato in questi ultimi anni e decenni, altra cosa rimarcata da persone di diversi paesi. La storia non è immobile e gli spazi di autonomia personale nemmeno. Quanto alla prassi evviva se può esser un po' più ragionevole delle leggi. Del resto, si sa benissimo che più si opprime, specie un istinto di natura, più si crea frustrazione e ribellione che sfociano nel comportamento opposto. Mai visto donne più bisognose di attirare l'attenzione degli uomini, in maniera anche compulsiva, di un gruppo di ragazze sotto il velo che ho avuto per vicine. Ma il punto non è trovare delle vie di fuga, ma non doverlo fare nel timore, nell'angoscia e nella vergogna, e anche e soprattutto nell'ipocrisia della "concessione" purché nascosta. Sentendosi colpevole e fuori posto nel proprio mondo. Invece di poter praticare, semplicemente, il proprio diritto a vivere liberamente la propria vita.
      Dover sempre mascherare la realtà con affermazioni vaghe e generiche sulla cultura e la civiltà davanti ai dati di fatto invece di confrontarsi sul punto è del resto abitudine che in questo paese ha radici non nuove.
      Quanto agli stereotipi, per non cadervi, sarebbe sempre meglio avere la saggezza di non azzardare. Del resto cosa aspettarsi da chi si sente turbato per una carezza? Per un gesto che mostra amore gioia e affetto e voglia di vivere? Magari ce ne fossero di più, di carezze sotto i nostri occhi, invece di chi litiga e insulta per un parcheggio. Lo spazio visivo dell'occhio umano è molto vasto. Nessuno obbliga a guardare chi si vergogna d'una manifestazione di tenerezza e di felicità.
      Francamente se andaste a vivere questo tipo di espressione della vostra affettività in paesi che sentite congeniali invece di stigmatizzarla qui, sarebbe meglio per tutti. Tranne naturalmente per chi in quei paesi è obbligato a vivere e ne è oppresso e discriminato.

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    3. A parte il fatto che almeno nei Paesi che conosco io, non c'è nessuna legge che vieti carezze in pubblico e se c'è, non viene nemmeno rispettata. E nessuno fa problemi. Forse in Arabia Saudita, Afghanistan o Pakistan, ma sono realtà che vanno considerate nel loro contesto storico. Ed è quello che manca nel suo discorso. Le norme vanno considerate in un contesto. Il mio non è voler mascherare, anzi. E' un richiamo verso la sua impostazione, che mi pare tesa ad isolare una norma per stigmatizzarla come repressiva. Io volevo sottolineare che quella norma non è stata creata per opprimere. Viene da una mentalità e da uno stile di vita che sono propri di certi popoli. Io conosco tante donne che amano quelle norme perchè le sentono come una protezione e tante altre che si sono ribellate. E le stimo tutte. Io non stigmatizzo proprio niente. Ho dato una lettura diversa. Il modo esibito di vivere l'affettività è parte del bagaglio della mia cultura di cui io sono fiera. Molti altri Italiani e Occidentali come me, condividono questa mia opinione. Perchè dovrei andarmene via? Lei adopera paradigmi molto più estremisti degli Arabi o dei Musulmani e le posso assicurare che conosco ciò di cui parlo.

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    4. non ho capito cosa le fa pensare che tutti qui da noi amino quel tipo di affettività esibita, se così la vogliamo chiamare ?

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    6. Neanche io se è per questo, capisco - né francamente a questo punto me ne importa più di tanto - perché lei ritenga "un bene" che venga controllata l'affettività altrui, ciò che di più innocuo e vitale esista in ogni essere vivente, che nessuno le impone né di praticare, né di guardare per forza. Ma di certo capisco che simili idee su come orientare un comportamento altrui che nulla le toglie, sono foriere molto spesso di oppressione e repressione dei singoli come delle società. Esattamente come nel mondo arabo. Per la cui repressione affettiva lei prova indubbiamente simpatia più che per il modo in cui la stessa dimensione viene vissuta qui. Quindi perché impedirsi di andare là dove ci si sente a proprio agio? Quante persone che trovano l'Italia retrograda, dogmatica e bacchettona sono andate a vivere all'estero, in paesi più evoluti, spiegando il perché, in questi anni?
      Quanto alle leggi, alle convenzioni sociali e alle mentalità che lei afferma di "non conoscere" pur "conoscendo tanto" del mondo arabo, non si finisce mai di imparare, a questo mondo.

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    7. Ma chi ha mai detto dell'Italia tutto ciò? Ci sono cose che mi vanno bene ed altre che mi vanno meno bene. Sono tutte cose che appartengono al nostro bagaglio di cultura e tradizioni che io nomino non per vincere una discussione, ma con orgoglio e consapevole che si tratta di elementi dinamici che cambiano nel tempo. E quindi io non ho bisogno di andarmene via. Posso modificarle e arricchirle dando il mio contributo, e portando anche il contributo dai Paesi Arabi dove ho vissuto. Lei continua ad ignorare la cultura e le tradizioni. Vede tutto disgiunto, non è così. Quelle regole che vengono secondo lei imposte, per le quali i cittadini alla fine hanno una voce nei loro parlamenti consultivi, sono parte di quella civiltà. Sono persone che si svegliano la mattina alle quattro per pregare e nessuno glielo impone. A colazione spesso e volentieri mangiano tutti assieme attorno ad un unico piatto e con le mani. I giorni di festa tornano al villaggio. Nel weekend vanno all'opera, mandano i figli all'università all'estero. Quelle norme che spesso vengono fatte più come linee guida per gli stranieri residenti, non sono invise a tutti. Il pudore fa parte di quella civiltà. E i governanti che le fanno, non sono tiranni come si vuol far credere qui. Sono persone che anche se vivono in maniera agiata, sono parte di quel popolo, vengono da quelle tribù. Girano per i villaggi per sentire cosa vuole la gente, dormono nel deserto. Le ragazze come manal sharif non si ribellano solo contro una regola, ma contro un sistema che spesso quelle norme le distorce e ne abusa. Io cerco di conoscere il più possibile e di capire le ragioni di tutti. Non vivo in un mondo statico.

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    8. Lei afferma "Non si vivono l'affettività e la sessualità in maniera fortemente esibita come qui da noi, e quello è un bene." Ciò che lei valuta "bene" deriva da una repressione e da un controllo che fanno parte di una cultura e una tradizione repressive e maschiliste, tese appunto al controllo dei comportamenti altrui anche quando individuali e non imposti agli altri.
      La tradizione viene spesso invocata nel mondo islamico come giustificazione di imposizioni e controllo, sociale e molto spesso anche giuridico, dei comportamenti individuali. Bella scoperta che è il risultato di una evoluzione storica e allora? Nessuna tradizione è un valore in sé e per sé né questo fatto le garantisce un'intoccabilità o un'autorevolezza particolari. Specie come quando, appunto, ne risultano situazioni di oppressione della vita e dei diritti individuali, delle minoranze o anche dei diversi orientamenti sessuali - di cui parla il post. La protezione degli individui nasce da una coscienza sociale universale dei diritti individuali in quanto umani, nel privato come nello spazio pubblico, per entrambi i sessi alle stesse condizioni, non dall'ipocrisia e dall'oppressione che opprime e mette a rischio chi non si conforma alla tradizione stessa. Le tradizioni servono a perpetuare una situazione e non cambiano la natura di un'oppressione, sociale o giuridica che sia, sotto nessun cielo.
      Lei chiude affermando di voler capire, ma il giudizio chiarissimo espresso nel suo primo commento spiega esattamente come ritenga positiva la repressione piuttosto che la libera espressione dell'affettività, al punto da giudicare "esibita" quella che esiste in Italia e un bene la repressione là praticata. In seguito parla di pratiche differenti dalle leggi, ciò che rimedierebbe a qualsiasi inconveniente. Beh, si sa che in Italia il vero punto di gloria è fatta la legge trovare l'inganno, ma un paese civile e dei cittadini degni di questo nome dovrebbero rifiutarsi di prendere in considerazione simili ipocrisie dovunque si verifichino. Altro che usarle come scusante. Perché a parte la vergogna e l'inciviltà di un simile modo di agire, significa che tradizioni, controlli e norme non sono affatto adeguati alle società che li praticano. Ah, ma tale predilezione per l'ipocrisia delle pratiche sarà mica la conseguenza diretta del "Non dare scandalo" di catto memoria? Nisi caste saltem caute?
      Non credo serva aggiungere altro.

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    9. Io non generalizzo e non ragiono per pregiudizi. Ho toccato con mano che quella cultura non è frutto di repressione. Ci sono dei casi in cui lo diventa, ma non è la regola. Tanto è vero che da Italiana nata è cresciuta (non le pareva all'inizio vero?) anch'io amo quel pudore e quel modo di esprimersi. E come me la pensano tanti altri italiani ed occidentali che non sono repressi. E non condanno chi la pensa in maniera diversa da me. Concordo che non ci sia altro da aggiungere. Con il pregiudizio, l'ignoranza e il razzismo, non si può ragionare. Saluti.

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  6. Come soffro, sto leggendo molto poco in questo periodo :(

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