Ho pensato molto alle cose che sono
accadute in libreria in queste ultime settimane, non ho ancora un
quadro preciso della situazione ma ribadisco il concetto: questo è
un mercato in caduta libera, spesso ci sono scelte dirigenziali dal
mio punto di vista piuttosto discutibili (in generale, parlo di
mercato). Una cosa è certa: il settore librario non se la passa
bene. Non se la passa bene per la crisi economica e per quella
culturale, non se la passa bene per mancanza di coraggio, di idee, di
investimenti e forse anche a causa di un cinismo strisciante che
affligge un po' tutti di questi tempi. Le cose cambiano e il lavoro
che amavo non esiste più, io, le colleghe e i colleghi cerchiamo di
resistere e ci chiediamo giornalmente che senso abbia questo nostro
salire sulle barricate. La cultura, ormai, è un concetto astratto e
relativo, io continuo a pensare che, come ogni aspetto della vita, la
cultura pretenda preparazione. Non importa da dove vieni o quale sia
il tuo progetto di vita ma la cultura non può essere sempre qualcosa
di approssimativo.
Intanto vi segnalo la chiusura del
progetto Scrittori precari perché anche i blog nascono e muoiono e
ho pensato che per me sarebbe un dolore chiudere questo blog. Anche
se, per come si stanno mettendo le cose, non è da escludere a
priori.
Trovate i dettagli della chiusura di
Scrittori precari QUI.
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