Inizia il periodo della «follia
natalizia», uno dei mesi più importanti per le vendite in libreria.
Peccato che sia anche il mese in cui arrivano cose terribili. Basta
farsi un giro in libreria per rendersi conto dello sfacelo:
moltissimi nomi noti, pochissima qualità. Un sacco di personaggi
televisivi (e un sacco di lavoro per i Ghostwriter) e pochissime
perle. Le case editrici vanno sul sicuro, propongono quasi
esclusivamente i propri autori di punta. Non si possono permettere
mancate vendite proprio a Natale. Cercherò di proporre un libro al
giorno ma non è detto che ci riesca, consiglierò libri che secondo
me vale la pena leggere o regalare ma non ho presunzione di proporre
capolavori. Sono testi che rispecchiano il mio gusto personale e che
vorrei nella mia biblioteca.
In un periodo di crisi economica ho
trovato molto interessante il libro di Sendhil Mullainathan e Eldar
Shafir, Scarcity che parte proprio dalla scarsità ( di denaro, di
tempo, ecc...) per mettere in evidenza come trovarsi in un contesto
di «mancanza» induca la mente a occuparsi e a ingegnarsi per
sopravvivere o per risolvere quel problema creando, anche all'interno
delle varie comunità, atteggiamenti e situazioni mentali molto
simili. Ma mette anche in evidenza come, concentrandosi su un
problema immediato, la mente diventi meno attenta a tutto il resto.
Se siamo preoccupati per la scarsità, abbiamo meno attenzione da
dedicare a tutto il resto. Affrontare le difficoltà economiche ci
rende meno intuitivi, in qualche modo spegne alcune parti del nostro
cervello rendendolo «stanco».
È un libro molto interessante che,
anche nella veste grafica, si presenta in modo particolare.
Mullainathan Sendhil; Shafir Eldar
Scarcity. Perché avere poco significa tanto
Prezzo di copertina € 22
2014, 282 p., brossura
Traduttore: Barile
Il Saggiatore
Molto interessante la riflessione finale, anche perché sfata la vulgata mainstream dell'"opportunità", favoletta inventata per bollire la rana senza che se ne accorga finché non è troppo tardi.
RispondiElimina"Se siamo preoccupati per la scarsità, abbiamo meno attenzione da dedicare a tutto il resto. Affrontare le difficoltà economiche ci rende meno intuitivi, in qualche modo spegne alcune parti del nostro cervello rendendolo «stanco»." Interessanto confrontare questa affermazione con quanto qui riportato:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/05/dati-eurostat-in-italia-persi-710-anni-di-vita-in-buona-salute-dal-2004-pesa-la-crisi-economica/1138683/
Molto interessante anche l'articolo. Grazie Pellegrina!
EliminaGrazie per il consiglio. Me lo segno subito perchè l'argomento rispecchia molto la mia vita degli ultimi anni.
RispondiElimina@Marino: ma grazie a te dell'apprezzamento!
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