Che cosa ti aspetti dalla vita?
Che non piova mai? Che le tue giornate
siano sempre serene? Che i momenti belli durino per sempre?
Cosa ti aspetti dalla vita?
Che ti risarcisca di ogni umiliazione,
di tutta la fatica, delle delusioni, dei no, delle porte sbattute in
faccia, del tempo perso? Che ci sia sempre qualcosa di buono nelle
tue giornate? Che ti risparmi dal dolore della perdita?
Che cosa mi aspetto dalla vita?
Di darle un senso? Ci hanno provato
personalità di ogni livello, dall'operaio al filosofo, forse
qualcuno si è persino convinto di aver trovato una risposta. Ma non
io, di risposte ne ho sempre avute poche e spesso si sono rivelate
sbagliate.
Forse dalla vita mi aspetto che non mi
faccia troppo male, ho sempre desiderato essere protagonista ma ho
sempre vissuto ai margini, lontano dai compromessi, cercando di
essere sempre fedele a me stesso, perdendo occasioni, sbagliando,
lamentandomi. Sembra infatti che le lamentele siano la cosa che mi
riesce meglio.
Forse dalla vita mi aspetto che mi doni
la lucidità necessaria per affrontare il tempo o me stesso, per
guardare le cose e gli eventi dalla giusta distanza. Non mi aspetto
che mi regali qualcosa e mi sorprendo quando accade.
La verità è che qualcuno mi dice che
forse sono un po' depresso ma la mia non è depressione, o, se lo è,
me la porto dietro da almeno trent'anni. La verità è che dentro
sento una scintilla di tristezza che non accenna a spegnersi e non
divampa. Quando divento troppo pedante mi dico «Marino basta hai
rotto». E ho rotto davvero. Cerco di dare un equilibrio a questa
tristezza con l'ironia, l'ho imparata da ragazzino per rispondere ai
bulli ed è diventata un punto di forza. Sopravvivi anche grazie
all'ironia.
Che cosa mi aspetto dalla vita?
Non ne sono certo. Forse mi aspettavo
di non invecchiare, di non cambiare mai idea, di non veder morire le
persone che amo. Forse mi aspettavo superficialità. Invidio le
persone che sanno essere superficiali, io mi sento in lotta
costantemente. Invece sono solo in lotta con me stesso.
Forse dalla vita mi aspettavo che non
distruggesse in modo così lucido i miei sogni e le mie illusioni. Mi
aspettavo che non mi mettesse davanti alla realtà, che non mi
facesse uscire dal mio guscio, che non mi facesse scoprire che
l'amore, il desiderio, la passione, sono momenti. Forse non le
perdono di avermi fatto scoprire il tradimento, di avermi fatto
aprire gli occhi, di avermi donato la disillusione.
Di felicità ne ho avuta parecchia ma
la felicità non dura mai troppo: uno sguardo, la nascita di una
nipote, la prima volta che ho visto la mia gatta, il primo bacio dato
alla persona amata, le scorribande con Lore e Pier, le notti
trascorse in compagnia di Debora e Elena, il primo romanzo, il primo
contatto importante con una casa editrice. Se fossi una persona che
si accontenta direi che sono un uomo fortunato, non mi manca
l'affetto delle persone che amo, sopravvivo decentemente a questi
strani giorni. Ma non sono una persona che si accontenta e, forse, è
questo che è alla base di questa leggera infelicità. Se fossi una
persona matura e intelligente riuscirei a vedere il bello che c'è
intorno a me. Invece mi guardo con uno sguardo impietoso e sprezzante
come se mi aspettassi da me stesso sempre il meglio, senza concedermi
mai una pausa da me stesso, esageratamente critico.
Forse per troppo tempo ho pensato di
vivere in un film in cui ero il protagonista, non avevo capito che
invece sono solo una delle formiche di questo immenso formicaio. O
forse non ho capito il senso delle cose. Non capisco la fede, la
religione, non capisco perché devo lavorare per stare in un sistema
che non mi piace, non capisco perché devo possedere oggetti che non
mi aiutano ad essere felice, non capisco perché se la cosa che mi
rende sereno è guardare il cielo notturno lo faccio così raramente.
Forse non perdono alla vita di avermi fatto scoprire che anche le
persone migliori sono umane, che sbagliamo, tradiamo, facciamo del
male alle persone che amiamo. Forse non le perdono di sottrarmi tempo
e di costringermi a guardare mio padre e mia madre invecchiare. La
perdita della spensieratezza, della passione, dell'idea di poter
cambiare il mondo. Il diventare adulti.
Oggi sono 39 anni di vita. Non so che
senso abbiano, non so se li ho vissuti come avrei dovuto,
probabilmente no, ma so che ho incontrato persone che mi hanno reso
una persona migliore e vorrei ringraziarle una a una. Grazie per
avermi reso l'uomo che sono.
Imperfetto, esagerato, lucidamente
triste, combattivo, eccessivamente sensibile, critico, rigido,
impietoso verso me stesso, rompiscatole, ironico.
Marino.