Il nuovo sindaco di Venezia, appoggiato
da tutto il centro destra, come suo primo atto politico ha ordinato
il ritiro delle fiabe “arcobaleno” dalle scuole
elementari e dagli asili. Questa vicenda assume una connotazione
tutta politica in quella che ormai è diventata una vera e propria
crociata contro l'educazione al rispetto e alla parità di genere.
Nelle settimane precedenti il Family Day sono state dette nefandezze
di ogni genere ed è stata gettata una enorme quantità di fango
sulla scuola pubblica e sul lavoro di insegnanti e operatori
scolastici. Si è detto, senza mai fare in nomi delle scuole e degli
insegnanti che lo farebbero, che in alcune scuole si insegna la
masturbazione ai bambini. Il MIUR ha persino dovuto mandare
un'ispezione dopo che una preside aveva fatto girare una circolare,
risultata poi basarsi su mere bugie, per avvisare i genitori del
pericolo “gender”. Alcuni gruppi oltranzisti si sono inventati
questa favoletta dell'ideologia gender per impedire che nelle scuole
venga insegnata la parità di genere. Inutile obiettare che le Teorie
(teorie non teoria) di Genere sono strettamente legate agli Studi di
Genere e che nulla hanno a che fare con la falsa e inesistente
Ideologia Gender che questa gente va pubblicizzando. Si è fatto, a
mio avviso, un danno irreparabile all'interno della scuola pubblica
ma la vicenda ha messo in evidenza anche la violenza ideologica di
certi gruppi e, soprattutto, l'isterismo sessuofobo che alcune
persone vivono e impongono agli altri. Purtroppo questa gente,
invece di trovare esponenti politici ragionevoli in grado di arginare
il fondamentalismo, ha trovato esponenti politici che, in malafede e
per un pugno di voti, sta cavalcando la follia estremista. È un
danno, e lo dico da ateo convinto, anche per tutte quelle persone
credenti, coloro che vogliono uguaglianza e che vorrebbero una chiesa
dal volto umano.
Questa crociata contro le persone
omosessuali e contro la parità di genere e l'educazione al rispetto
nei confronti del sesso opposto è sfociata, grazie al sindaco di
Venezia, in una lista di proscrizione dei libri.
Ma quali sono questi pericolosissimi
libri “gender”?
Probabilmente il neo Sindaco di Venezia
non ne ha idea, aveva fatto una promessa per accaparrarsi i voti dei
fondamentalisti e della destra e ha deciso di mantenerla. Credo che,
al di là del credere o meno al gender, siano ben altre le cose da
fare per tutelare una città come Venezia.
In ogni caso la lista di proscrizione
contiene titoli come: Il sonnellino, Il dottore, Buon Compleanno
(LAPIS), Più ricche di un re, Piccola storia di una famiglia, Qual è
il segreto di papà, Il Bell'anatroccolo (Lo stampatello), Pezzettino
(Babalibri), Il pentolino di Antonino (kite Edizioni), Dov è il mio papà? (Editoriale Scienza), Di mamma ce n'è una sola, Che forza papà (Fatatrac), Ninna nanna per una pecorella (Topipittori), Diverso come uguale (Becco Giallo), Se io fossi te (Il Castoro) A caccia dell'orso (Mondadori), Tutti diversi tutti
uguali (Gribaudo). Non mancano testi come: Piccolo Blu, Piccolo Giallo
(Babalibri), Nei panni di Zaff (Babalibri) Piccolo uovo (Lo
Stampatello). Sono solo alcuni dei 49 titoli presi di mira dal neo
sindaco di Venezia. È chiaro che questa iniziativa è
pericolosissima, si tratta di una inutile, dannosa, violenta caccia
alle streghe che non riguarda solo le persone omosessuali ( solo
pochissimi libri toccano direttamente il tema dell'omogenitorialità)
ma riguarda la libertà di TUTTE le persone. La stessa libertà che
gruppi come le sentinelle vanno rivendicando spesso nelle piazze e
che poi vorrebbero togliere agli altri. Io credo che tutte le persone
che amano la democrazia e la libertà dovrebbe intervenire aiutando
la scuola pubblica a mantenere la propria indipendenza. Il governo
deve intervenire per fermare questa vergognosa crociata. Il prossimo
passo quale sarà? Bruciare i libri?
Fonti:
Internazionale
Il Libraio
La Repubblica
Il mattino di Padova
La Nuova di Venezia Mestre
Huffington Post
Fonti:
Internazionale
Il Libraio
La Repubblica
Il mattino di Padova
La Nuova di Venezia Mestre
Huffington Post