mercoledì 30 settembre 2015

#sedicianni

Mi chiamano ciccione, maiale, lurido porco, malato,
merendina, grassone, cicciobomba, panzone,
trippone, barile, latrina, lardoso e in un milione di
altri modi anche se il soprannome che usano più
spesso è Palla di lardo, come il personaggio del film.”

In uno dei passaggi iniziali del libro Giovanni si presenta al lettore e lo fa attraverso la visione che gli altri hanno di lui.
Giovanni è un ragazzo come tanti altri e la sua colpa è quella di non essere “perfetto”. Non è bello, non ispira simpatia, non è neppure particolarmente bravo a scuola ed ogni giorno vive sulla propria pelle umiliazioni e vergogna.
Giovanni vorrebbe essere come tutti gli altri ragazzi, ci ha provato, ma non ci è riuscito. Ha provato ad avere degli amici ma sembra che l'unica cosa che gli altri vedano in lui sia il suo corpo.
Bambi è un altro dei personaggi del libro. Lo chiamano così perché è frocio “proprio come il cerbiatto del film”. Anche Bambi è imperfetto. Secondo i ragazzi che lo prendono in giro, però, non è il suo corpo ad avere dei problemi. Sono i suoi sentimenti. Da quando Giovanni è scomparso è con Bambi che i bulli della scuola se la prendono.
Giovanni e Bambi sono solo due dei tanti ragazzi che quotidianamente vivono sulla propria pelle discriminazioni e bullismo. Non passa giorno senza che le cronache ci regalino qualche episodio di discriminazione. E se è vero che il bullismo inizia nelle scuole è altrettanto vero che trova anche altre strade, a volte più violente e insidiose, distruggendo la vita di chi ne è vittima.
È una notizia di qualche giorno fa, l'ennesimo ragazzo di sedici anni che ha deciso di farla finita perché la società che lo circondava non accettava la sua omosessualità. I giornali hanno intitolato: “Ucciso dalla sua diversità” ma è un titolo fuorviante e sbagliato. Ad uccidere quel ragazzo non è stata la sua omosessualità. A uccidere quel ragazzo è stata una società omofoba e violenta, una società che “allontana” uno studente (un altro caso) da una classe per “tutelare” gli altri ragazzi. Come se di omosessualità ci si potesse ammalare.
A breve questo blog tornerà alla sua funzione originaria, quella di farvi sorridere, ma domani esce il mio nuovo romanzo che è diventato un po' una missione per me perché voglio che di bullismo si parli, perché lo voglio portare nelle scuole, perché la cultura è l'unica arma che abbiamo contro la violenza.
Se volete organizzare eventi, incontri, presentazioni, se volete portare il libro nelle scuole contattatemi (aracno76@gmail.com).
Vorrei poter condividere con tutte/i voi l'emozione che provo in questo momento e ci tengo davvero che mi facciate sapere cosa ne pensate del libro.
Cosa ne pensate della storia di Giovanni e di Bambi e di Anna e Spillo e di tutti i personaggi di questa storia.
Ormai ci siamo.
Io sono pronto, e voi?





venerdì 25 settembre 2015

In attesa

Come avrete notato scrivo meno qui sul blog. La libreria è nuova, stanno arrivando clienti che nessuno di noi aveva mai visto nell'altra sede. Si tratta di una clientela molto diversa, più attenta ai libri usati, alle occasioni ma anche alle “chicche” (prime edizioni, libri rari ecc...). Interessano meno le novità, forse è una questione qualitativa (io credo proprio sia questo il motivo) o forse, semplicemente, la nostra nuova clientela preferisce l'usato. Resistono un paio di vecchi clienti, altri non vengono più. Probabilmente erano più comodi in centro o non sanno che ci siamo trasferiti. Persino la scolastica è stata diversa: meno pesante, più ordinata, più rilassata. La libreria è luminosa, ci sono le piante, il suo stile non è quello del supermercato del libro, è più “intima” e calda. Io sono impegnato su diversi fronti, aspetto di avere nuove storie da raccontare qui su Cronache, nel frattempo vi consiglio un libro che sto leggendo e che mi piace molto: Bret Anthony Johnston, Ricordami così, Einaudi.
Inoltre vi segnalo il mio pezzo uscito oggi per Il Libraio, lo trovate QUI.
Non vi nego che sono emozionato e nervoso, ormai ci siamo, il 1 ottobre è vicino!

mercoledì 16 settembre 2015

Solo per la vostra felicità!



Al telefono:
“Pronto libreria…, buongiorno sono Marino.”
“Sì, pronto, io devo vendere dei libri di scuola.”
“Bene li puoi portare dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 20:00”
“Sì ma, cioè, voi quanto li pagate? Cioè il 60 o 70% del prezzo di copertina?”
Ma no tesoro, noi li paghiamo il 100% del prezzo di copertina. Anzi se vieni da noi ti regaliamo anche il diario! Perché a noi l’unica cosa che importa è rendere felici le persone!

giovedì 10 settembre 2015

La Top Ten delle liste dei libri di scuola


1)      La lista ricopiata a mano senza titolo, senza codice, senza autori con indicata solo la materia. (Mmmm vediamo: Italiano, matematica, geografia… molto utile) 

2)      La lista sul telefonino (Logico no? Nell’era digitale perché stampare una lista?) 

3)      La lista con le chiazze di cibo (Tesoro sei stato al McDonald’s di recente? C’è lo stampo del tuo panino posso anche dirti cosa hai mangiato) 

4)      Le liste inventate (Codici e titoli che non risultano da nessuna parte) 

5)      Le liste a memoria (“No ma mi ricordo il titolo è… aspetta… sì dai quel libro verde con i disegni sopra…” )

6)      La lista sbagliata ( “Aspetta questi libri li ho già” “Erano quelli presenti sulla lista che mi hai dato” “Ah mi sono sbagliato ho stampato la lista dell’anno scorso”) 

7)      La lista dell’amica (“Ho questa lista della mia amica, me l’ha prestata… però io faccio un’altra scuola”.)

8)      La lista della spesa (“Ah mi scusi…. Sa nella fretta…”) 

9)      La lista perduta ( “Sono venuta a prendere i libri di scuola” “Mi dai la lista?” “L’ho persa”. Ok, aspetta, ti leggo nel pensiero).

10)   La lista delle liste  (“Guarda voglio tutti libri usati” “Ok ma ci sono molte edizioni nuove.” “Nuove?” “Sì edizioni 2015” “Ok li voglio usati lo stesso anche quelli del 2015” Eccerto abbiamo i libri nuovi ma usati solo per lei.)

mercoledì 2 settembre 2015

L'ultima volta che ho avuto sedici anni. Marino Buzzi.



Scrivere per me è un atto di fede. So che pronunciata da un laico ateo sbattezzato può sembrare una frase contraddittoria ma per me è così. Non un atto di fede verso qualcosa di più grande, ultraterreno, nascosto alla ragione di tanti. È un atto di fede verso me stesso perché scrivere, trattare temi che ritengo importanti per la mia vita e per la vita di molte altre persone, significa iniziare un viaggio “spirituale” dentro se stessi. “Guardarsi dentro rende ciechi” forse, come scriveva Watzlawick, è vero ma per me è essenziale farlo.
Scrivere questo libro non è stato facile, ho dovuto fare i conti con una realtà che credevo sepolta, costringermi a ricordare momenti bui di un’adolescenza cupa, triste e terribilmente solitaria. Non è un libro autobiografico ma mentirei se dicessi che non ho strappato brandelli  di me per donarli ai diversi personaggi. Non necessariamente ai “buoni” perché di personaggi veramente positivi, in questo libro, ce ne sono davvero pochi. È stato un viaggio in un mondo difficile, fatto di persone che non comunicano e se lo fanno non si capiscono, di ragazzi e ragazze fragili che si fanno vedere al mondo forti e spavaldi ma che poi crollano appena la vita si mostra per quello che è. Una realtà troppo spesso dura che porta, inevitabilmente, a dimenticare le favole che ci raccontano da bambini.  Ma anche di adulti che hanno smesso di sognare, maltrattati dalla quotidianità, dalla crisi economica e culturale, che non sanno comunicare con i propri figli. Ogni personaggio è un personaggio a parte, tanti satelliti che gravitano attorno a un pianeta senza mai riuscire ad entrare in contatto con lui. E se lo facessero ci sarebbero delle conseguenze.
Ovviamente.
Le conseguenze sono l’altro grande tema del libro.
Ogni nostra azione porta a una conseguenza, ogni nostro piccolo gesto significa qualcosa, modifica, a volte impercettibilmente, la nostra esistenza o quella delle altre persone.
Ho scelto il noir per raccontare una storia di bullismo, anche se  forse sarebbe meglio parlare di “bullismi”, nonostante ci sia  gente che sostiene che il bullismo non esiste.  Ho scoperto ferite che ancora sanguinano scrivendo questo libro, ferite che credevo rimarginate. Ma non ho voluto fare di questo romanzo un testo di autoanalisi, ho scelto quindi di parlare di Giovanni, un ragazzo obeso che tutti  chiamano Palla di lardo. Questa è la sua storia, è la storia di un ragazzo diverso che ha scelto di spezzare le regole  di una società apparentemente perfetta mettendo tutti, amici, aguzzini, genitori, concittadini, davanti alle proprie responsabilità.
Spero deciderete di seguire Giovanni, di ascoltarlo, di entrare nella sua vita.
E di aprire i vostri cuori.




MARINO BUZZI
L'ULTIMA VOLTA CHE HO AVUTO SEDICI ANNI
BALDINI&CASTOLDI EDITORE
IN TUTTE LE LIBRERIE DAL 1 OTTOBRE


martedì 1 settembre 2015

Sconto scontato

“Ciao questo diario è già scontato?”
“No.”
“Ah è da scontare allora!”
“No.”
“Vuoi dirmi che non ha lo sconto?”
Ma che è un obbligo?