giovedì 26 maggio 2016

10 motivi per leggere Ultimo giro al Guapa


1)      Perché è scritto bene. So che dovrebbe essere il punto essenziale per veder pubblicato un libro ma, purtroppo, non è così scontato e io mi emoziono quando mi capita fra le mani un libro con questa caratteristica. 

2)      I personaggi sembrano reali, tutti i personaggi sono descritti in maniera sensibile e profonda

3)      Mi ha aiutato a comprendere l’attuale situazione politica e sociale, le aspettative sulle rivoluzioni arabe, soprattutto da parte di coloro che le hanno vissute, e la successiva delusione. Il sentirsi in trappola, il non essere mai a proprio agio in un luogo, trovarsi nel mezzo fra chi detiene il potere in maniera fraudolenta e chi al potere vorrebbe arrivarci per istaurare un governo basato sull’estremismo religioso.. 

4)      Per il senso di impotenza che si respira ad ogni pagina. 

5)      Perché sfonda il muro dell’ipocrisia sull’omosessualità nel mondo arabo, ne mostra le caratteristiche peculiari, mette in evidenza la situazione, la paura, la vergogna, la caccia alle streghe. 

6)      Perché mi ha fatto porre più di una domanda. Le ho fatte a me stesso, le ho fatte al mio compagno addormentato al mio fianco, a tarda notte, mentre non riuscivo a staccare gli occhi dal libro. 

7)      Perché mi ha fatto venire voglia di conoscere di più. 

8)      Mi ha mostrato un’umanità con le proprie regole, il proprio modo di pensare, decisamente distante dal modello occidentale ma non per questo meno “umana”. Alla faccia di chi dipinge il mondo arabo come un bacino di terroristi o a chi lavora per “disumanizzare” l’altro. 

9)      Per la forza dei personaggi femminili e di Maj, diverso anche fra i diversi, sempre in prima linea per affermare se stesso e i propri ideali. 

10)   Per il coraggio, per la passione, per la freschezza di una scrittura che sfida i fondamentalismi, priva di retorica e ipocrisia.



Haddad Saleem
Ultimo Giro al Guapa
 Traduzione: Silvia Castoldi
 2016, 316 p., brossura
18 € 
E/O edizioni


 



5 commenti:

  1. Ho scelto di leggere questo libro alla notizia della sua uscita. È un romanzo che affronta non so quante linee tematiche, con un bilanciamento e una compenetrazione tra il pubblico e il privato encomiabili. Soprattutto, colma un ‘vuoto narrativo’, racconta una storia che non era ancora stata raccontata e di cui almeno io sentivo ci fosse la necessità. Insomma, è letteratura, perché se ne assume la sfida e i rischi. Del romanzo non mi ha del tutto convinto il registro stilistico; Haddad Saleem ne ha scelto uno molto controllato, tarato su uno standard di ricezione, che ha tolto al romanzo parte del suo potenziale. Saluti! Coda.

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  2. Marino, totalmente OT una sfida alla tua onniscenza libraria. Libro scritto in inglese da un matematico bengalese ambientato a Oxford dove si ritrovano due bengalesi uno di famiglia ricchissima e uno no. Rappresentazione delle differenze di classe e del loro peso nella vita e nelle relazioni con gli altri (che son per me dolorose come per te altre), un tema oggi talmente tabu che per parlarne bisogna passare attraverso le differenze di continente... Tradotto sicuramente in francese non so in italiano. Che razza di libro è? Ho ascoltato mezza recensione alla radio, vorrei leggerlo e non conosco né autore né titolo. Vorresti aiutarmi? Grazie!

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    1. Così poi ti fornisco materia per ridere per un paio di post di fila... :-P

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    2. Mi viene in mente Il matematico indiano di Leavitt ma lui è uno scrittore americano non bengalese...

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  3. Grazie, nulla a che vedere con Leavitt.
    E' questo:
    http://www.franceinter.fr/emission-lhumeur-vagabonde-lauteur-britannique-zia-haider-rahman

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