"Scusa hai il libro Il giardino dei FINTI Contini?"
Tesoro mi spiace, al momento mi sono rimasti solo quelli veri...
mercoledì 22 giugno 2016
lunedì 20 giugno 2016
Il ruolo dello scrittore (non della letteratura).
Diciamo subito le cose come stanno: chi aspira a pubblicare,
a diventare uno “scrittore” lo fa, spesso, per motivi legati al proprio ego. Lo
fa perché spera di diventare una voce che conta, di fare i soldi, magari di
andare in TV. Moltissime scrittrici e moltissimi scrittori, o presunte/i tali,
si arenano su qualche isola deserta dell’editore a pagamento, altri si danno a
spiagge meno costose ma non sempre gratificanti come quelle del self
publishing, poi ci sono quelli che si riempiono di risentimenti e cominciano a
gettare fango su tutto e tutti perché se l’editoria non ha pubblicato il loro
capolavoro allora devono essere tutti, per forza, dei corrotti.
Se riesci a pubblicare, poi, ti rendi conto di molte cose:
nuoti in un mare pieno di pesci, alcuni sono dei pescecani altri sono dei
simpatici pesciolini che non danno fastidio a nessuno, vogliono solo fare le
cose che amano fare e tutto il resto non conta. Alla fine sei un numero, una
cifra che arriva sul rendiconto annuale dei libri che hai venduto. Spesso
scopri che la cifra dei libri che hai venduto è decisamente inferiore a quella
che ti aspettavi. Finire in TV è un’impresa difficilissima, finire sui giornali
è altrettanto difficile, ottenere una recensione non è impossibile ma difficile
sì. Intanto il tuo libro dopo un mese comincia ad essere vecchiotto, dopo due
mesi finisce in resa, dopo tre mesi ti fanno tutti Ciaone.
Poi ci sono quelli che ci riescono, certo. E alle spalle
spesso hanno ottime agenzie letterarie e ottimi uffici stampa, e ci sono le
eccezioni, quelli che ce la fanno da soli, e ci sono quelli che si accontentano
di scrivere bei romanzi. E c’è tutto il resto, ovviamente, ci sono i libri che
scrivono i ghosthwriter e che poi firmano i nomi noti (soprattutto della TV,
del cinema, della musica e dello sport), ci sono i fenomeni del marketing, ci
sono le comete, i campioni d’incassi solo sulle fascette e molto altro.
A scrivere siamo in tanti, vogliamo tutti un pezzetto di
notorietà, un posto in libreria, in TV, sui giornali, in radio.
A mancare, mi viene da dire, sono i lettori.
In mezzo a questo marasma di scrittrici e scrittori mi è
capitato spesso di incontrare persone meravigliose, gente che scrive e ci
tiene, fa promozione e pubblicità ma che non svende l’anima al Dio marketing e,
soprattutto, parla della società che sta loro intorno.
In questi giorni tristi di morti in mare, di morti ammazzati
in nome di false ideologie, di omofobie diffuse, di ragazze bruciate vive
perché si sono rifiutate di diventare schiave sessuali, di femminicidi (e della
mancata discussione sulla cultura del maschio), di roghi che distruggono
montagne e luoghi, arriva alle mie orecchie la solita, noiosa, diatriba sullo
Strega.
Moresco, entrato nella rosa dei dodici, viene escluso da
quella dei cinque e, immediatamente, scatta la polemica. Come è possibile, si
chiede Moresco, che il mio nome non sia degno della cinquina? E così giù a
peste e corna sullo Strega.
Ora, davvero, chi crede ancora che un premio letterario
venga assegnato sempre a un buon libro non conosce le dinamiche che ci stanno
dentro. Io i libri della cinquina li ho letti e mi sembrano tutti degni. Non è,
in questo caso, una questione di qualità.
Non mi interessa neppure parlare dello Strega a dire il
vero. Ho tirato fuori Moresco perché
dopo aver letto le sue dichiarazioni, io che avevo ancora il cuore straziato
per quel che è accaduto a quella che io considero la mia gente, mi sono
chiesto: che ruolo ha, oggi, lo scrittore (e da qui in poi non mi riferisco più
allo scrittore che ho citato.)?
Perché se l’unico scopo è apparire, è nutrire il proprio ego
senza mai, dico mai, guardarsi intorno e cercare di capire cosa sta accadendo,
se non si è mai sprecata una parola per gli altri, se l’unica cosa che ci
interessa è finire in classifica, vendere, o vincere qualche premio allora il
nostro ruolo è insignificante.
Allora non c’è neppure bisogno dei nostri libri, della
nostra voce, del nostro intelletto.
E non serve per forza scrivere libri impegnati, basta, ogni
tanto, aprire gli occhi.
lunedì 13 giugno 2016
Che diritto hanno?
Ti ritrovi, anche se non vuoi, coinvolto nello schifo. Provi a rimanere
fuori dal pantano dell’odio. Cerchi di vivere la tua vita come meglio
credi, di essere onesto con te stesso. Lotti per ciò in cui credi, ti
esponi, costruisci rapporti, fili che diventano d’acciaio con il passare
del tempo, ti innamori, pensi al quotidiano, al futuro, ami le persone
che ti sono attorno: la tua famiglia, le amiche e gli amici. Fai scelte.
Vivi. Vivi e ci provi a lasciare lo schifo fuori dalla tua vita. Sai
che la morte arriverà, che hai solo questa vita, cerchi di essere una
brava persona. Ti perdi in istanti che per molti non contano nulla ma
che per te sono tutto: la tua gatta che ti guarda, quei momenti di
silenzio che condividi con chi ami, il tuo compagno che si addormenta
sul divano. Sai che hai lottato tutta la vita, contro il pregiudizio,
per affermare te stesso, i tuoi affetti. E ci hai provato a lasciare
fuori lo schifo. Quelli che ti dicono che sei sbagliato, quelli che si
fanno portavoce di una religione che non capisci e non ti appartiene,
quelli che usano “Dio” come un’arma per fare del male agli altri. A te
che non credi nella chiesa, nelle religioni, negli Dei o in Dio. Ti
impongono il loro credo, anche se sei lontano, anche se non ti
interessa, anche se ti dici libero. E lo schifo arriva, poi, a toccarti
da vicino. Ti sommerge come melma maleodorante, ti trascina in basso e
ti appesantisce il cuore. E tu ti chiedi: “Che diritto hanno queste
persone di farmi questo? Che diritto hanno di dirmi che sono sbagliato?
Di insultarmi? Picchiarmi? Uccidermi?” Che diritto hanno di portare lo
schifo delle loro vite nelle nostre vite? Che diritto hanno?
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mercoledì 8 giugno 2016
Genesi(s)
“Scusi volevo il libro sui Genesis di Salgado!”
“Genesi… di Salgado”
“Sì, sì quello che ha fatto sul gruppo musicale!”
“Ehm… non ha fatto nessun libro sui Genesis!”
“Ma come no lo avete in vetrina!”
“Il libro in vetrina non è sui Genesis, si chiama Genesi ma
è un libro fotografico!”
“E quello sui Genesis non lo avete?”
Di Salgado no ma
magari posso vedere se ho qualcosa di Steve McCurry…
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