Scusate per la lunga assenza da un blog che mi ha dato moltissimo
e che amo profondamente. Potrei dirvi che i motivi sono molti, gli impegni per
il nuovo romanzo, per esempio. Ma sarebbe una scusa fasulla. Gli impegni riguardano
quasi tutti ancora L’ultima volta che ho avuto sedici anni e di questo sono
grato e vado fiero, da gennaio ricomincerò a girare per le scuole, se all’ascolto
ci sono docenti o presidi io sono qui, a disposizione. L’umo che cade è un buon
libro, ne ho già parlato, ma scrivere un buon libro, oggi, non basta. Serve
molto di più in questo mercato. Serve inventiva, serve un marketing pazzesco,
servono tante bugie. E non si tratta di finire in classifica ma di far arrivare
il libro in libreria. Perché ormai è così, inutile negarlo, e se non si hanno
gli strumenti per promuovere come si deve un libro allora è inutile anche
pubblicarlo. Poi, certo, ci sono le dovute eccezioni. E le librerie sono piene
di ottimi libri. E, a proposito, visto che non farò la lista dei libri per
Natale vi consiglio Carne di Ruth Ozecki, è un fuori catalogo, a riprova che il
mercato, oggi, è davvero impazzito.
E poi c’è il fronte interno: nuovo cambio societario, nuova
gestione, nuovo restyling. Nuovo tutto. Anche se il nuovo non è altro che un
ritorno al passato. E so che ci dicono tutti che è una grande opportunità. Ce l’hanno
detto almeno sei volte da quando lavoro in libreria, ma io mi sento un po’
borderline e quasi non mi riconosco allo specchio.
E poi c’è la quotidianità che incombe su tutte/i noi e ti
rendi conto che scrivere una pagina a settimana diventa sempre più difficile,
che il blog si è intristito, che non sono più il libraio ironico ma un omuncolo
stanco e melanconico.
Ma credo ancora in Cronache dalla libreria e confido nel
2017, scrivo poco e leggo tanto. Magari questo porterà a nuove inaspettate vie.
Marino