giovedì 15 dicembre 2016

Ancora sul costo del libro



Ancora sul costo del libro.
Lo so, ne abbiamo già parlato, ognuno ha la sua visione delle cose, ognuno fa i conti con le proprie tasche.
Solo qualche breve riflessione in questo freddo dicembre che porta via un 2016 carico di aspettative tradite.
Tempo di regali, molte persone vengono in libreria in questi giorni a cercare libri. Noi, fortunatamente, vendiamo anche libri usati o a metà prezzo, alcuni in ottime condizioni. Eppure c’è sempre qualcuno che si lamenta del prezzo.
Mi è successo tra giorni fa con una signora che mi ha detto che il libro che stava acquistando, libro usato in ottime condizioni, a 5 euro era troppo caro.
Mi è successo ieri con una signora “bene” che mi ha chiesto il libro di Vespa e poi mi ha fatto una scenata per il costo.
Vespa a parte vi chiedo: qual è, secondo voi, il costo adatto per un libro?
Il libro lo scrive qualcuno e quel qualcuno, quando (ribadisco, quando perché nel mondo dell’editoria succede spesso che le autrici e gli autori non percepiscano un centesimo neppure in caso di vendita del libro) lo pagano prende dal 6 al 12 % del prezzo di copertina. Poi ci sono i distributori, la casa editrice e le tante persone che ci lavorano (correttori di bozze, chi fa la copertina, traduttori ecc…). E le librerie, ovviamente.
Ora chiediamoci perché una casa editrice può vendere libri a prezzi bassissimi. Forse perché paga poco? O perché fa fare i libri all’estero in paesi dove la manodopera costa meno? O magari usa materiali di un certo genere?
Le risposte, ovviamente, possono essere tante.
Ma ci sono libri per tutte le tasche ormai.
Si parte da 0,99 e si arriva a prezzi decisamente alti. Se voglio acquistare un libro di Boitani, per dire, devo mettere in conto che alle spalle c’è uno studioso che investe tempo.
Insomma capisco le difficoltà economiche ma vorrei che si guardasse alla qualità del libro ogni tanto. Sedici euro sono tanti per un libro? A mio parere per un buon libro no. Considerando poi che spesso quel libro lo si trova con lo sconto e che spesso dopo pochi mesi, se ha successo, capita di trovarlo in edizioni economiche.
Quello del: “i libri costano troppo” ormai mi sembra un ritornello che suona un po’ come una scusa.  Non mi è mai capitato di sentire qualcuno sostenere che il cellulare ultimo modello che vuole comprare costa troppo, per esempio.
Inoltre, davvero non per fare polemica, ma un po’ come accade per i capi d’abbigliamento, quando un prodotto costa poco c’è sempre un motivo. Possiamo ignorare questo motivo, fregarcene delle implicazioni etiche, ma è una cosa che prima o poi ci torna. E lo vediamo nel nostro quotidiano. Prima gli “schiavi” erano solo nei paesi che noi consideriamo in via di sviluppo. Ora gli schiavi siamo anche noi.
Purtroppo dipende anche dalle nostre scelte.

7 commenti:

  1. Io ogni tanto dico che i libri costano troppo, mma capisco il tuo ragionamento. Il problema lo aggiro con i libri usati, aspettando le edizioni economiche...Io in media leggo più di 50 libri l'anno (quest'anno sono a 66), altrettanti ciascuna delle mie 2 figlie e questo pesa sul budget, non c'è dubbio, però non mi ho mai smesso di comprarli (mentre ho lo stesso smartphone da tre anni ed è il più economico della categoria). alla fine si tratta di scelte, come dici tu

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  2. Sinceramente, penso che i libri valgano il prezzo. Tranne che in certi casi, questo è ovvio. Avendo un budget molto risicato e riscontrando la presenza di titoli interessanti, a volte acquisto Newton, che come sappiamo è la casa editrice più a buon mercato, ma ogni volta cerco di acquistare almeno un libro di qualità , ad esempio un illustrato di lacombe, insieme a qualcosa di valore e qualità inferiore, cedo alla polillo o alla frassinelli, e magari ci metto dentro un cartonato Disney, insomma, il problema non è che i libri costano poco, ma che i bibliotecari hanno pochi soldi per acquistarli. Poi c'è il guaio legato al fatto che è entrato nel d'una quel che diceva un ministro anni fa, cioè che con la cultura non si mangia. Quindi non si deve spendere per la cultura. Risultato? Invece di farsi una biblioteca con i libri che vengono dati da leggere a scuola (e che in genere sono classici, a volte molto belli e importanti, libri il cui valore magari si rivaluterà nel tempo) i genitori mandano i figli a richiederli in biblioteca, che spendere quei sette-dodici euro sembra un dramma. Poi capisco che la vecchietta con la minima venga in biblioteca a chiedere le novità perché per lei i diciotto euro di vespa sono mezza spesa alimentare della settimana, ma famiglie benestanti che non acquistano un libro a morire mi fanno tristezza. chiara

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  3. Be' però i libri delle bibliteche sono fatti per essere usati e non vedo perché non farlo. Io uso tantissimo le biblioteche, e non capisco questo snobismo italico per cui le biblioteche, come tutti i servizi pubblici, vedi i trasporti, ad esempio, devono essere riservate ai poveracci. All'estero i libri si prendono tranquillamente in biblioteca: sono un servizio pagato dalla comunità per la comunità, mica un esercizio caritativo.

    Comunque la questione non è che il lavoro di chi fa un libro debba essere gratis: è che il lavoro in Italia è pagato troppo poco, benché si dica il contrario. La quota salari sul prodotto è in calo dagli anni'80; i servizi pubblici sono tagliati pesnatemente o privatizzati, che significa tariffe più care.

    Ovvio che si tagli su tutto, e la soluzione non è risparmiare sullo smartphone: magari bastasse. Quello è un discorso che può fare chi sta benino, anche se senza lussi, ma ormai, assurdamente, stiamo già parlando di qualcuno al di sopra della massa.

    O ci decidiamo a dire no a questo andazzo, voluto peraltro dalle politiche europee che non smettono di chiederci "riforme" ancora più pesanti in questo senso, o ci possiamo scordare che
    1)chi scrive un libro sia adeguatamente remunerato
    2)ci sia chi ha modo di comprare abbastanza libri perché chi scrive venga letto a sufficienza da essere remunerativo per chi i libri li fa.

    O ce ne rendiamo conto o se no inutile rammaricarsi per la tirchieria di chi non spende in Cultura... già tanto se trovano ancora una biblioteca che possa comprare libri: gli acquisti in questi anni sono passati anche loro sotto la scure insensata dei tagli della spesa pubblica. Che guarda un po' magari danneggiano anche i privati...

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  4. Salve! Non sto dicendo che le biblioteche siano per i poveracci o che sia necessario fare distinzione di classe. No, anzi, solo mi urta il fatto che acquistare un libro per molte persone è quasi un modo di sprecare i soldi. Io ho sempre riletto i libri più e più volte, e avere avuto la possibilità di possederli è stato un vantaggio. Poi, in realtà, non appena hai la comprensione delle possibilita' che ti apre la biblioteca ovviamente è importante saperla utilizzare nel migliore dei modi. Trovo però molto limitante il modo in cui molti si approcciano al libro, tutto qui.

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  5. C'è da dire che con il prezzo a volte eccessivo si pagano migliaia di copie invendute di migliaia di uscite annuali che forse venderanno cento copie in tutto il mondo. Certo non posso comprare tutto. L'ebook ha dato una svolta pazzesca. Trovi un mondo a due euro. Ma se comunque preferisci la carta stampata, come giustamente hai detto, puoi trovare dopo pochi mesi edizioni economiche a basso costo, poi è ovvio che se vuoi comprare La nave di Teseo di Straka e Abrams, devi spendere un sacco di soldi, ma sarà una spesa che benedirai nel tempo. Un libro che uno smacco a tutti gli ebook del mondo. Spero tu l'abbia in qualche scaffale. Sotto chiave.

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  6. Posso essere polemica? Secondo me, ormai, e per contenuti e per scarsa cura editoriale e per i materiali utilizzati, tanti, troppi libri presenti sugli scaffali delle librerie non valgono il prezzo che costano. Molti di essi rientrano comodamente nella categoria della "fuffa" più pura, e secondo me pagare 15-20-25 euro per la fuffa è un viatico all'abbruttimento personale :P

    Epperò io i libri li compro. Anche se al 90% vado di remainders in super-sconto o di usati. E lo so che così non faccio girare il mercato e non sostengo gli autori, però:
    - coi remainders ho sempre l'impressione, piacevole, di salvare un volume dal macero
    - con gli usati, che quasi sempre acquisto nei mercatini di beneficenza, faccio una buona azione (quest'anno, per dire, uno dei mercatini da cui mi servo più spesso ha rotto i forzieri e donato 200.000 euro - mica ciccioli! - alle popolazioni terremotate del centro Italia)
    E per il resto, di libri ne regalo e me ne faccio regalare, quindi un po' il mercato lo muovo pure io ;)

    Comunque i modi per non dissanguarsi comprando libri ci sono, eccome! Chi sclera per il costo di un libro, e poi magari è ricoperto di visone e/o sfoggia l'ultimo trikketrakke tecnologico ubercostoso, sarebbe solo da prendere a pedate nel posteriore.
    Il problema alla base comunque è sempre quello: agli occhi di molti italiani la cultura vale nulla, quindi è inconcepibile che un prodotto culturale debba costare più di un caffè. E questa è una mentalità dura a morire!

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  7. Sono d'accordo con minty. Aggiungo solo che, in realtà, è sempre la solita vecchia storia... c'è TROPPA roba in giro, troppi libri. Per quanto sia, idealmente, bella l'idea di una dicotomia del tipo " + libri = + cultura ", purtroppo non è così che funziona, e la verità è che " + libri = + concorrenza" , come per qualunque altra cosa, e se da una parte la concorrenza permette tante cose (tipo l'abbassamento dei prezzi, vedi libri come "essere e tempo" di Haidegger, che costa 60€ perché edito da una sola casa editrice... appena scadranno i diritti, e tutte le case editrici potranno pubblicarlo, per "caso" si troverà anche a 20 - 15 €...) dall'altro più si produce, più si deve vendere, e se non si vende... :(
    Un po'come per il fatto che il mondo è, oramai, sovrappopolato, rispetto alla distribuzione mondiale delle risorse, così anche la situazione editoriale si trova in un momento in cui tutto e troppo si trova in tutte le salse, e non si riesce a stare dietro a tutto... se a questo poi si aggiungono gli inevitabili errori umani legati alla gestione, alla promozione, o semplicemente alle (invero talvolta assurde) politiche editoriali (tipo quelle della sergio bonelli, o della Disney, per dire) non c'è da sorprendersi di tale situazione legata all'editoria...

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