martedì 20 giugno 2017

50%

"Scusi ha il libro..."
"Ne ho una copia al 50% se ti interessa"
"Ah quindi non c'è tutto il libro?"
"..."
"Come faccio a leggere solo metà libro?"
"Il 50% è riferito al prezzo..."
Ancora qualche istante di sguardo perso nel vuoto e poi ecco che quel 50% di cervello assopito si risveglia...

giovedì 8 giugno 2017

Il mondo del lavoro è cambiato



Il mondo del lavoro è cambiato.
Probabilmente è questo che vi diranno ad ogni colloquio, riunione, assemblea.
“Il mondo del lavoro è cambiato” significa, in molti casi, maggiore flessibilità.
Maggiore flessibilità, però, attenzione, solo da parte del lavoratore.
Significa, in sostanza, che ti metti a disposizione dell’azienda, che la tua vita diventa un prolungamento del luogo di lavoro, che devi dare, dare, dare, dare. E non è mai abbastanza.
“Il mondo del lavoro è cambiato” significa che dovrai fare in tre ciò che prima facevi in 20 perché:

  1.      La crisi ha colpito duramente le aziende
  2.    Avete vissuto sino ad ora solo di “diritti”, ora è il momento di essere meno pragmatici e rimboccarsi le maniche. 
  3. Costate troppo all’azienda. La vostra professionalità è nulla, non importa il saper fare, la formazione acquisita, la professionalità. Siete un costo, un peso morto. 
  4.  Occorre svecchiare il pensiero del mondo del lavoro inserendo nuove risorse. Risorse che costano poco, spesso lavoratori/trici a voucher, ricattabili, con meno diritti 
  5. Siete dei privilegiati. Tredicesima, quattordicesima, stipendio tutti i mesi, maternità, malattia, ferie. 
  6.  Fuori dalla porta c’è una lunga fila di persone pronte a qualsiasi cosa pur di lavorare.

“Il mondo del lavoro è cambiato” significa anche che un giorno, i vostri figli, quelli che stanno crescendo in un mondo sempre più chiuso e spaventato, dovranno sottostare a regole sempre più restrittive. Non avranno i diritti che alcuni di noi ancora hanno, saranno “sostituibili” in qualsiasi momento da chiunque.
“Il mondo del lavoro è cambiato” si ripercuote, non ci crederete mai, sul lavoro stesso! E non solo, ha ripercussioni anche sulla vita privata e sull’equilibrio psicologico e fisico. Significa che starete sempre peggio nel posto di lavoro, che lavorerete sempre più sotto pressione portando meno risultati. Accadrà, cioè, l’esatto contrario di ciò che l’azienda vi chiede. Questo porterà, per forza di cose, a scontentare anche i clienti.
Più lavoro, più mansioni, meno personale, meno tutele, meno attaccamento al lavoro, più frustrazioni e malumori da gestire, meno soddisfazione del personale = meno soddisfazione del cliente.
Ecco, pensateci ogni volta che entrate in un negozio urlando che avete fretta e che non avete tempo da perdere e che voi pagate e pretendete un servizio impeccabile.
Buona giornata.